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Cronache

Denuncia vessazioni ma marito è irreperibile, il processo salta

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Ha accusato il marito di averla sottoposta a vessazioni ma la notifica dei reati contestati non è avvenuta, in quanto l’indagato è irreperibile, e il processo non si può celebrare. E’ la storia di Salsabila, cittadina marocchina di 34 anni, che qualche anno fa ha avuto il coraggio di ribellarsi alle vessazioni fisiche e morali subite in provincia di Perugia dal marito, un connazionale di 41 anni. Nella denuncia ai carabinieri scrisse, tra l’altro, che il consorte l’aveva presa a schiaffi, obbligata a indossare il velo integrale e anche impedito di parlare l’italiano per integrarsi.

All’epoca, circa un anno e mezzo fa, la vicenda destò scalpore anche per la volontà, da parte del pubblico ministero, di chiedere l’archiviazione in quanto i fatti denunciati, anche se deprecabili, nel quadro culturale di riferimento non erano punibili. L’istanza fu presentata e per poi revocata consentendo così l’iter giudiziario di fare il suo corso. Il Tribunale di Perugia però in base alle nuove norme è stato costretto a dichiarare “il non luogo a procedere” nei confronti del 41enne nato a Douar Touabra “per mancata conoscenza della pendenza del processo”. In sostanza non sarebbe a conoscenza del fatto che in Italia gli viene contestato il reato di maltrattamenti continuati nei confronti di familiari.

“Questa sconcertante vicenda – commenta l’avvocato Gennaro De Falco, che difende la donna – dimostra l’ormai assoluta incapacità normativa e organizzativa dello Stato italiano di garantire assistenza e tutela alle donne immigrate che hanno avuto il coraggio di denunciare le vessazioni e le violenze cui vengono sottoposte”. Il Tribunale di Perugia ha quindi revocato l’udienza preliminare fissata per il prossimo 26 settembre e deciso che le ricerche dell’indagato si debbano protrarre al massimo fino al 31 dicembre 2034: ovviamente solo dopo le notifiche si potrà tenere l’udienza preliminare ed eventualmente il processo. La vittima, da tempo, da deciso di allontanarsi dai luoghi dove dice di avere ha subìto i maltrattamenti e adesso vive nel Napoletano. “Il coraggio di Salsabila di volersi ribellare a quei soprusi – conclude l’avvocato De Falco – è stato completamente inutile”.

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Cronache

Lavoratore 21enne morto a Scafati in un incidente

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Lavorava in nero il 21enne Alessandro Panariello, che ieri è morto in un incidente avvenuto a Scafati, in provincia di Salerno, mentre lavorava in un palazzo in pieno centro. A denunciarlo sono gli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo dello Studio Forensis, che assistono la famiglia del giovane lavoratore. Secondo le prime ricostruzioni Panariello è rimasto ucciso da una lastra d’acciaio caduta dalla carrucola che stava sollevando. “L’unica cosa della dinamica che abbiamo saputo – spiegano i legali – è che Panariello era giù e un altro lavoratore era su quando gli è caduta addosso la lastra, e che era ancora vivo mentre lo portavano in ospedale”.

“Siamo morti insieme al nostro Alessandro – fanno sapere tramite gli avvocati la madre Flora, il compagno di quest’ultima (il papà di Alessandro è morto da anni) e la fidanzata del 21enne, Annachiara – ma faremo di tutto affinché giustizia venga fatta; sporgeremo querela contro il datore di lavoro, anche perché il povero Alessandro non era regolare, nonostante avesse sempre chiesto di avere un contratto di lavoro. Ora la nostra vita è cambiata per sempre. Saremo destinati ad andare avanti con la morte nel cuore perché niente e nessuno potrà restuirci il nostro Alessandro”. Il 21enne aiutava economicamente, nonostante la sua giovane età, l’intera famiglia.

“Queste morti – dice l’avvocato Caracciolo – accadono perché non c’è la giusta cultura sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, non c’è la giusta cultura nelle aziende e non si provvede all’adozione dei giusti modelli di gestione e controllo delle procedure aziendali e quindi del modo di lavorare. Dunque non si fa nulla per prevenire tali situazioni; si tratta di un problema soprattutto culturale che nel sud Italia è ancora più pesante”.

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Cronache

Turista Usa denunciata a Capri per furto con destrezza

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Dopo aver acquistato un articolo, ha misurato un bracciale in ottone del valore di 500 euro e, approfittando della distrazione della commessa, lo ha fatto scivolare all’interno della sua borsa, per poi allontanarsi. E’ successo nei giorni scorsi in una boutique di Capri. La donna – una turista statunitense – è stata però identificata perchè, avendo effettuato il pagamento col sistema “tax free”, ha consegnato il suo documento all’esercente commerciale. Questo ha consentito agli agenti del locale commissariato di identificarla e, poco dopo, di rintracciarla in una struttura ricettiva dell’isola, dove è stata trovata in possesso del bracciale rubato. La turista è stata denunciata all’autorità giudiziaria per furto con destrezza.

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Nappi, il Comune si preoccupi del degrado della Galleria Umberto

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“È assurdo e paradossale che davanti al degrado totale che attanaglia la Galleria Umberto I, ci si preoccupi prima di tutto di smantellare il salottino allestito per l’inaugurazione dello store Mondadori. Le irregolarità vanno sempre combattute e sanzionate, ma allo stesso modo mi chiedo: il Comune perché non interviene anche per riportare il decoro in uno dei luoghi simbolo della città? Perché continua a non vedere la sporcizia che interessa ogni angolo della struttura storica, l’accampamento di clochard, le facciate dei palazzi dai colori diversi, i vetri rotti e tutto ciò che mortifica e arreca danno all’immagine di Napoli  e dei napoletani?”. Lo afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania.

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