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Cronache

Demolizioni a Ischia, Maria Grazia perde la casa dopo 30 anni di sacrifici: ci trattano come delinquenti

Lo sgombero della casa in cui vivono Maria Grazia Buono, il marito Mario ed il figlio Luca è previsto per il prossimo 25 febbraio. Intanto cittadini e comitati per il diritto alla casa nel rimarcare il massimo rispetto che si ha per la Magistratura che applica la Legge, chiedono con forza l’intervento della politica che solo attraverso l’approvazione di una Legge del Parlamento può mettere fine a questa autentica tragedia sociale frutto di quel fenomeno, quale l’abusivismo edilizio, generato negli ultimi quarant’anni in tutto il sud Italia dalla politica dei comuni che non approvando i necessari piani urbanistici e regolatori non hanno dato a nessuno la possibilità di avere la licenza edilizia per potersi costruire un’abitazione.

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Maria Grazia Buono piange ogni giorno. Non ha più lacrime da versare, distrutta dal dolore per l’imminente abbattimento della casa in cui ha vissuto negli ultimi trent’anni. Questa donna ischitana, onesta e lavoratrice, ha costruito con sacrifici un tetto per la sua famiglia, ma ora vede svanire tutto. Negli ultimi mesi ha perso venti chili per lo stress e l’angoscia. Il suo unico conforto è il suo amato cane Prince, che le dimostra più amore e comprensione di quanto abbia ricevuto dalle istituzioni.

Una casa modesta costruita con sacrifici: la lotta di una famiglia onesta

Nonostante le voci secondo cui in Campania verrebbero demoliti prima i grezzi, gli immobili non abitati, i palazzi multipiano e gli abusi commessi da delinquenti, Maria Grazia sottolinea che la sua è una casa umile, abitata da quasi trent’anni da una famiglia di onesti lavoratori.

“Noi siamo lavoratori – ha dichiarato Maria Grazia – non siamo delinquenti. Abbiamo sempre fatto sacrifici. Non ho mai fatto un viaggio, mai un weekend, proprio per costruire questa casa”.

Il nucleo familiare è talmente modesto che non ha nemmeno i soldi per procedere all’autodemolizione. “Io soldi non ne ho. Mio marito è cardiopatico, viviamo con una pensione di invalidità. Che devo fare? Vado in mezzo alla strada? Il sindaco di Ischia non si è nemmeno degnato di farci una telefonata per sapere dove andremo a finire. Questa è Ischia, la nostra isola. Vergogna”.

Maria Grazia Buono

Mario: “Dopo 40 anni di lavoro, lo Stato ci butta per strada”

Quella di Maria Grazia è una casa semplice, essenziale, con il minimo indispensabile per condurre una vita dignitosa. Il marito Mario, operaio da una vita, parla di ingiustizia e si augura che altre famiglie non debbano patire la stessa sofferenza.

“Dopo quarant’anni di lavoro, sempre come operaio, dopo tanti sacrifici fatti assieme a mia moglie, il regalo che lo Stato ci fa è abbatterci la casa. Sono cardiopatico a causa dei lavori che ho svolto, e ora l’unica cosa che avevamo, la casa, ce la buttano giù. È una grossa ingiustizia”.

Luca, il figlio: “Stiamo vivendo un’ingiustizia, ma devo dare forza ai miei genitori”

Anche il figlio ventisettenne Luca, studente universitario, parla con amarezza dell’ingiustizia subita e della mancanza di rispetto per la Costituzione.

“Sono nato qui, vivo qui da sempre, questa è casa mia. E ora tutto sta per finire. Devo dare forza ai miei genitori, ma è dura. Vederli così mi distrugge. Stiamo subendo un’ingiustizia, perché toglierci una prima casa va contro lo stesso articolo 25 della Costituzione, che garantisce il diritto all’abitazione. L’unica cosa che mi aiuta a resistere è sapere che ci sono tante persone che ci vogliono bene e ci dimostrano vicinanza”.

I comitati per il diritto alla casa chiedono l’intervento della politica

Lo sgombero della casa di Maria Grazia è fissato per il 25 febbraio. Intanto, cittadini e comitati per il diritto alla casa ribadiscono il massimo rispetto per la Magistratura che applica la legge, ma chiedono con forza un intervento politico. Solo una legge del Parlamento potrebbe mettere fine a questa tragedia sociale, figlia di un abusivismo edilizio che affonda le radici in decenni di politiche locali carenti.

Sull’isola d’Ischia si contano circa 10.000 abitazioni con difformità urbanistiche. Se fossero abbattute, migliaia di famiglie resterebbero senza casa, creando un’emergenza abitativa senza precedenti.

Lo Stato, che per anni non ha garantito il diritto alla casa, dovrebbe farsi carico della situazione, prevedendo piani di evacuazione e costruendo alloggi popolari per chi perderà la propria abitazione. La legge va rispettata, ma non si può ignorare il dramma umano di migliaia di famiglie oneste che rischiano di ritrovarsi in mezzo alla strada.

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Cronache

Blitz della Finanza a Pompei: sequestrati elicotteri usati per voli turistici senza autorizzazioni

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La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un sequestro preventivo nei confronti di otto elicotteri riconducibili a quattro soggetti residenti a Pompei, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Torre Annunziata. Le indagini hanno rivelato che, fino a novembre 2024, gli indagati avrebbero svolto attività di air taxi e voli panoramici senza le necessarie autorizzazioni, configurando l’impiego abusivo di aeromobili a scopo di lucro.

Lanci di petali e voli tra ostacoli

Tra gli episodi più eclatanti finiti sotto la lente degli investigatori figura il lancio di petali di rose in volo dopo un matrimonio, un’attività non solo scenografica ma anche potenzialmente pericolosa. Gli elicotteri, secondo gli inquirenti, non risultavano sottoposti ad ispezioni periodiche e le procedure di manutenzione non rispettavano gli standard europei previsti per i mezzi adibiti a scopi commerciali.

Turisti con bagagli sui comandi di volo

Ancora più gravi le irregolarità riscontrate a bordo: in diversi casi i piloti avrebbero trasportato turisti con i bagagli appoggiati sui comandi di volo o non correttamente stivati. Inoltre, le aree di decollo e atterraggio erano spesso collocate in prossimità di ostacoli pericolosi, come scuole, ferrovie e tratte autostradali, con gravi rischi per la sicurezza pubblica.

Tre elicotteri già sequestrati

Le operazioni di sequestro sono ancora in corso. Al momento, sono tre gli elicotteri già posti sotto sequestro, mentre proseguono le attività di accertamento e perquisizione nei confronti degli indagati e delle società riconducibili a loro.

(La foto in evidenza ha solo uno scopo illustrativo ed è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Cronache

Nuovo stop alla Funicolare Centrale, va sostituita di nuovo la fune: disagi per utenti e turisti

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Settembre 2022: Anm sostituisce la fune di trazione della funicolare Centrale, operazione che richiese la chiusura dell’impianto per un solo giorno. Il cavo, in acciaio, lungo 1,5 chilometri e del peso di 13 tonnellate, era stato installato nell’ambito della manutenzione straordinaria ventennale eseguita da Leitner. Tutto regolare, con un intervento rapido che sembrava garantire sicurezza e durata.

Un nuovo problema dopo due anni e mezzo

Sono passati poco più di due anni e mezzo e la funicolare ha nuovamente chiuso per motivi tecnici. Alle 7 del mattino, gli utenti hanno trovato le porte delle stazioni chiuse con un cartello che parlava di «verifiche tecniche inderogabili fino a cessate esigenze». Nessuna spiegazione precisa, né tempistiche sul ripristino. Chi si trovava all’Augusteo ha dovuto ripiegare sulla metropolitana, mentre altri hanno usato la funicolare di Chiaia o affrontato a piedi i 500 scalini del Petraio.

Il silenzio di Anm e la reazione della politica

Per ore, nessuna comunicazione ufficiale da Anm. Solo nel pomeriggio, intorno alle 16, è arrivata una nota: «Durante le operazioni di manutenzione ordinaria si è rilevata la necessità di approfondire alcuni aspetti tecnici dell’impianto». Non un cenno alla fune, elemento invece al centro del confronto con Ansfisa, l’agenzia del ministero dei Trasporti per la sicurezza degli impianti a fune.

La fune da sostituire: spunta un’anomalia

Secondo quanto trapelato da fonti sindacali, durante gli esami strumentali sono emerse possibili criticità nella fune installata nel 2022. Nessun rischio imminente, ma la decisione è stata quella di sostituirla per precauzione, forse anche sull’onda emotiva della recente tragedia della funivia del Faito. L’origine del deterioramento così rapido non è ancora chiara.

Riapertura prevista il 30 aprile

La funicolare resterà chiusa fino a mercoledì 30 aprile. Tempi lunghi, probabilmente legati all’arrivo del nuovo cavo da fuori Italia. Intanto, per alleviare i disagi, la funicolare di Montesanto prolungherà gli orari di esercizio: venerdì e sabato fino alle 2, domenica fino a mezzanotte e trenta.

Anche la Linea 6 in tilt

Nella stessa giornata, disagi anche sulla linea 6 della metropolitana, chiusa per oltre un’ora a causa di una verifica urgente al software di gestione.

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Cronache

La rivoluzione di Eugenia Carfora, la preside che ha trasformato Caivano

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Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.

La sfida iniziata dai banchi

All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.

Una serie tv per raccontare la sua storia

La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.

Una vocazione totale

Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.

“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”

«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».

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