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Cronache

Napoli, protesta in Piazza Municipio contro gli abbattimenti delle case di necessità

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Centinaia di manifestanti si sono radunati oggi in Piazza Municipio, a Napoli, per protestare contro la demolizione delle prime case di necessità. La protesta, organizzata dall’Associazione “Casa Mia”, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini disperati per il rischio di perdere la propria abitazione senza un’alternativa abitativa.

L’incontro istituzionale si sarebbe dovuto tenere con il sindaco di Napoli e presidente dell’ANCI, Gaetano Manfredi, ma il primo cittadino ha delegato il vicesindaco Laura Lieto, che ha accolto una delegazione di manifestanti.

A relazionare e illustrare la proposta di legge per ottenere un “ferma ruspe”, è stato l’avvocato Bruno Molinaro, mentre tra le voci più autorevoli della protesta si è distinto Gennaro Savio, noto per la sua battaglia in difesa del diritto alla casa sulle isole di Ischia e Procida.

L’allarme di Gennaro Savio: “Una follia abbattere 10.000 case a Ischia”

Gennaro Savio, esponente del Coordinamento dei Comitati per il Diritto alla Casa della Campania, ha sottolineato con forza come la situazione dell’abusivismo edilizio sia frutto di quarant’anni di negligenza istituzionale:

“Bisogna processare e condannare i rappresentanti politici e istituzionali che non hanno approvato i necessari piani urbanistici e regolatori, creando così il fenomeno dell’abusivismo edilizio. Le famiglie lavoratrici e la povera gente sono state solo vittime”.

Savio ha definito “impensabile” l’idea di abbattere circa 10.000 case sull’isola d’Ischia, creando migliaia di sfollatisenza alcun piano di evacuazione o soluzione abitativa alternativa.

L’appello di Mimmo Esposito: “Bisogna fermare questa tragedia”

Mimmo Esposito, presidente dell’Associazione “Casa Mia”, ha ribadito la necessità di intervenire immediatamente:

“Sono anni che chiediamo venga risolto il problema. La proposta già ce l’abbiamo e l’abbiamo presentata anche a Roma. Bisogna mappare i territori e sanare tutte le case che si possono salvare, evitando di buttare in strada interi nuclei familiari”.

L’analisi giuridica dell’avvocato Bruno Molinaro

L’avvocato Bruno Molinaro, esperto di diritto urbanistico, ha illustrato i punti fondamentali della proposta di leggepresentata ai rappresentanti istituzionali. Secondo Molinaro, la situazione in Campania è fuori controllo:

“Solo nella provincia di Napoli si contano circa 70.000 costruzioni abusive, un numero pari alle abitazioni di un’intera città come Padova”.

La proposta di legge prevede:

  • Un blocco immediato delle demolizioni, seguendo i principi della Corte Europea;
  • Un limite temporale all’esecuzione delle demolizioni, affinché non possano essere applicate dopo oltre cinque anni dalla sentenza di abuso edilizio;
  • L’introduzione del principio della prescrizione delle demolizioni, così come accade per altre sanzioni penali.

Molinaro ha sottolineato l’assurdità del sistema attuale:

“Se in Italia l’omicidio d’impeto si prescrive in 21 anni, è assurdo che la demolizione di una casa non abbia limiti temporali”.

 

Il vicesindaco Laura Lieto: “Illustrerò la proposta a Manfredi”

Al termine dell’incontro, il vicesindaco di Napoli Laura Lieto ha rassicurato i manifestanti, dichiarando che riferirà al sindaco Manfredi la proposta di legge avanzata dai sindaci e dai comitati.

L’obiettivo è far sì che l’ANCI prenda posizione su questa emergenza abitativa e solleciti il Parlamento affinché si trovi una soluzione definitiva.

La battaglia per il diritto alla casa, guidata con determinazione da Gennaro Savio, continua. La speranza è che la mobilitazione porti presto a un intervento legislativo concreto che possa salvare migliaia di famiglie dallo spettro dello sfratto.

 

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Cronache

Morto 64enne aggredito da cinghiale in Calabria

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Un uomo di 64 anni, Franco Iacovo, è morto nell’ospedale di Cetraro dopo essere stato aggredito da un cinghiale nella tarda serata di ieri nei pressi della sua abitazione, in una zona rurale dello stesso centro dell’alto Tirreno cosentino. Iacovo, secondo quanto é emerso dai primi accertamenti, sarebbe deceduto per le conseguenze di un malore che lo ha colpito nel momento dell’aggressione da parte dell’animale. Le modalità di quanto è accaduto sono adesso al vaglio dei carabinieri della Compagnia di Paola, che hanno avviato un’indagine.

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Cronache

Bradisismo e terremoti nei Campi Flegrei: paura e disinformazione, il pericolo della narrazione del terrore

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Il bradisismo e le scosse di terremoto che da mesi scuotono l’area dei Campi Flegrei, il Vomero, Posillipo e gran parte della provincia di Napoli, stanno creando un clima di angoscia e insicurezza tra i cittadini. Le crepe nelle case, la puzza di zolfo che risale dalle viscere della terra e che si avverte nelle abitazioni al mattino, il timore di un disastro imminente sono ormai parte della quotidianità di centinaia di migliaia di persone. Il fenomeno, antico quanto la terra su cui poggia Napoli, sta assumendo una rilevanza sempre più critica per l’impatto sulla vita di chi abita in queste zone.

Di fronte a questa situazione, è necessario un approccio rigoroso e scientifico. Parliamo di terremoti, rischio crolli, pericolo per la vita delle persone. Non è accettabile che il dibattito pubblico venga inquinato da allarmismi infondati, disinformazione e dichiarazioni prive di fondamento scientifico. Le istituzioni, la comunità scientifica e il mondo del giornalismo devono adottare un linguaggio chiaro, serio e basato su dati verificabili, affinché la popolazione sia informata con precisione e consapevolezza.

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) monitora costantemente il fenomeno del bradisismo e le sue evoluzioni. È essenziale che gli scienziati siano il riferimento principale per comprendere la portata del rischio e le eventuali misure di sicurezza da adottare. Qualunque comunicazione sul tema deve essere fondata su analisi scientifiche, evitando speculazioni e sensazionalismi che alimentano il panico tra i cittadini.

Le istituzioni devono inoltre fornire piani chiari di prevenzione, aggiornando la popolazione su procedure di emergenza, su eventuali evacuazioni e su misure di sicurezza strutturale degli edifici. Una corretta informazione può fare la differenza tra un’emergenza gestita con razionalità e un disastro amplificato dal caos e dalla disorganizzazione.

Uno dei problemi più gravi legati a questo fenomeno è la diffusione di notizie false e allarmistiche sul web. Tra social network, gruppi WhatsApp e siti di dubbia affidabilità, circolano quotidianamente teorie prive di fondamento su eruzioni imminenti, devastanti terremoti e scenari apocalittici. Questo tipo di narrazione sta generando un’ondata di terrore ingiustificata che, paradossalmente, potrebbe essere più dannosa delle stesse scosse.

Esiste in Italia il reato di procurato allarme, un dispositivo legale che dovrebbe essere applicato con rigore per contrastare chiunque diffonda consapevolmente notizie false creando panico tra la popolazione. La magistratura e gli organi competenti dovrebbero vigilare affinché chiunque diffonda disinformazione in materia di terremoti e bradisismo sia perseguito.

Il giornalismo ha una responsabilità cruciale in questo contesto. La narrazione dei fatti deve essere improntata alla verità, alla pertinenza e alla continenza, evitando titoli allarmistici e contenuti sensazionalistici. Le testate giornalistiche devono dare spazio agli esperti, spiegare i fenomeni naturali con competenza e chiarezza, evitando di cavalcare la paura per attirare click e audience.

Il bradisismo è un fenomeno naturale, complesso e ciclico. Va affrontato con razionalità, senza ignorare i rischi ma neanche amplificandoli inutilmente. La convivenza con questo fenomeno passa attraverso una corretta informazione, un serio monitoraggio scientifico e piani di prevenzione adeguati.

Terrorizzare la popolazione non è la soluzione. Informare in modo corretto, invece, lo è.

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Napoli, esplosione di violenza giovanile: rissa al Vomero e agguato a Poggioreale

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Il fenomeno della violenza giovanile torna a sconvolgere Napoli, riaffiorando con la sua forza incontrollabile e rendendo ancora più drammatico un fine settimana già segnato dall’omicidio di Emanuele Durante nella zona del Museo. Piazza Vanvitelli, cuore del Vomero e centro nevralgico della movida napoletana, è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di ragazzi, sfociata in un’esplosione di violenza con caschi e coltelli.

RISSA AL VOMERO: CASCHI E COLTELLI TRA I RAGAZZI

Basta poco per accendere la miccia della follia. Due comitive che si incrociano, una parola di troppo, uno sguardo interpretato male, una ragazza contesa: sono sempre gli stessi gli elementi scatenanti di questi episodi.

Secondo la testimonianza di Nelide Milano, Ilaria Puglia e Barbara Tafuri della “Rete per la Sicurezza Minori e Adolescenti”, la rissa sarebbe scoppiata poco dopo la mezzanotte. “Sabato sera a Piazza Vanvitelli si è verificata una violenta rissa fra ragazzi a colpi di caschi e coltelli”, raccontano le referenti dell’associazione, che da tempo monitora questi episodi in tutta Italia.

La scena è avvenuta nell’isola pedonale, affollata da centinaia di giovani. Solo una pattuglia delle forze dell’ordine era presente, decisamente insufficiente per gestire la situazione.

“Abbiamo registrato un omicidio di un ventenne e una maxi-rissa a distanza di poche ore. Eppure, dopo le riunioni in Prefettura e le promesse di maggiori controlli, pare che l’attenzione sull’emergenza violenza minorile sia nuovamente calata”, denunciano le attiviste.

A terra restano due giovani feriti: un 19enne colpito da una coltellata alla gamba e un altro con un sospetto trauma cranico, provocato da un casco da motociclista. Entrambi sono stati ricoverati al Cardarelli, ma non sono in pericolo di vita.

La polizia ha acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza e sta cercando di identificare i responsabili.

LE DENUNCE: “SERVONO PIÙ CONTROLLI NEL WEEKEND”

Rino Nasti, consigliere della Municipalità Vomero-Arenella, ha sottolineato ancora una volta la necessità di maggiori controlli nelle aree della movida.

“Serve un presidio fisso delle forze dell’ordine in Piazza Vanvitelli nei weekend. Dopo mezzanotte, la calca di giovanissimi è impressionante e il rischio di episodi violenti aumenta”, ha dichiarato Nasti.

Attualmente, i turni della Polizia Locale terminano a mezzanotte, lasciando un vuoto di sicurezza proprio nelle ore più critiche.

AGGUATO A POGGIOREALE: 17ENNE FERITO A COLPI DI PISTOLA

Ma la notte di violenza non si è fermata al Vomero. A Poggioreale si è consumato un tentato omicidio ai danni di un 17enne, ferito da un colpo di pistola alla gamba mentre si trovava in scooter con un coetaneo.

Secondo le indagini, il responsabile sarebbe un altro 17enne di Casoria, fermato dai carabinieri del Nucleo Operativo di Poggioreale.

L’episodio si è verificato mercoledì scorso, quando il ragazzo è stato affiancato da un SUV nero nei pressi del carcere di Poggioreale. Alla guida, un giovane che ha puntato la pistola e sparato un colpo, colpendolo alla gamba destra prima di fuggire.

Le telecamere di sorveglianza hanno permesso di identificare il veicolo, scoprendo che era stato noleggiato in leasing. Le indagini hanno quindi portato a Casoria, dove il giovane responsabile, figlio del titolare del contratto di noleggio, si è presentato spontaneamente al commissariato di Scampia, assumendosi la responsabilità del gesto.

L’indagine ha rivelato che il motivo dell’agguato sarebbe uno screzio tra il giovane e le vittime avvenuto poco prima della sparatoria.

NON UN EPISODIO DI CAMORRA, MA UN’ESCALATION DI VIOLENZA GIOVANILE

Nonostante i legami familiari con clan camorristici, l’aggressione non avrebbe connotazioni criminali. La vittima sarebbe riconducibile al clan Mazzarella, mentre l’aggressore sarebbe figlio di un presunto affiliato all’Alleanza di Secondigliano. Tuttavia, secondo gli inquirenti, il movente sarebbe puramente personale.

CONCLUSIONI: LA CITTÀ CHIEDE MAGGIORE SICUREZZA

Questi episodi dimostrano come la violenza giovanile stia diventando sempre più pericolosa e incontrollabile. La movida si trasforma in un campo di battaglia, mentre le strade di Napoli continuano a essere teatro di regolamenti di conti tra ragazzi armati.

La richiesta dei cittadini e delle associazioni è chiara: serve un maggiore impegno da parte delle istituzioni per garantire la sicurezza, con presidi fissi delle forze dell’ordine e una strategia efficace per arginare questa spirale di violenza

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