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De Luca scrive un libro sul futuro del Pd: demenziale eleggere un leader esterno

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Nel suo libro “Nonostante il Pd,” Vincenzo De Luca espone un’analisi critica del Partito Democratico italiano, affermando che il partito ha fallito nel suo processo di rinnovamento. Le sue parole riflettono un punto di vista importante e provocatorio che merita attenzione, specialmente in un momento in cui l’Italia sta affrontando importanti sconvolgimenti politici e sociali.

De Luca inizia il suo libro affermando che il rinnovamento del Partito Democratico è una finzione. Egli sottolinea che non sono stati chiariti i responsabili del disastro elettorale che ha colpito il partito. Questa mancanza di chiarezza e di autocritica è per lui motivo di preoccupazione e indica un problema fondamentale all’interno del partito.

L’autore afferma che è necessario riprendere il cammino del Pd, ma solo attraverso un’operazione verità. De Luca ritiene che sia giunto il momento di abbandonare gli opportunismi e di combattere per garantire il rispetto del lavoro dei militanti. Critica anche le correnti interne al partito, sostenendo che esse sono diventate contenitori vuoti che servono solo a garantire candidature future, senza tener conto del destino del Pd e del Paese nel suo insieme.

De Luca propone la definizione di un programma di governo che sia basato sul mondo del lavoro e sulla povera gente, in modo da rappresentare una valida alternativa al governo attuale. Questo programma dovrebbe essere in grado di parlare alla maggioranza della società italiana, coinvolgendo tutti i ceti dinamici e produttivi.

Uno degli argomenti più controversi del libro riguarda l’idea che il Pd potrebbe essere superfluo. De Luca sostiene che il Partito Democratico non è semplicemente un partito di sinistra, ma un’entità più ampia con un’area di sinistra all’interno. Ritiene che il Pd debba affrontare una serie di temi importanti, tra cui sicurezza, rapporti con il mondo cattolico, impresa, giustizia e la situazione del Mezzogiorno. Secondo l’autore, l’attenzione esclusiva ai diritti non è sufficiente per governare l’Italia in modo efficace.

Il libro contiene anche una critica nei confronti di Stefano Bonaccini, presidente del Pd, sostenendo che non ha fatto abbastanza per garantire il rispetto delle regole democratiche nella vita interna del partito. De Luca accusa l’opportunismo di essere un vizio diffuso all’interno del Pd.

Un altro tema affrontato nel libro è l’autonomia locale, e l’autore suggerisce la necessità di un’operazione-verità sui rapporti tra il Nord e il Sud dell’Italia, al fine di superare mistificazioni e divisioni. De Luca avverte che, se non si presta attenzione, la retorica nazionale potrebbe portare a una divisione dell’Italia.

In conclusione, “Nonostante il Pd” di Vincenzo De Luca è un’analisi critica e provocatoria del Partito Democratico italiano e dei suoi problemi interni. Le sue parole riflettono la preoccupazione per la mancanza di chiarezza e rinnovamento all’interno del partito, nonché la necessità di affrontare le sfide politiche e sociali dell’Italia in modo efficace. Il libro offre spunti importanti per il dibattito sul futuro del Pd e sulle strade da percorrere per costruire un partito politico che rappresenti davvero la volontà del popolo italiano.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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