Collegati con noi

Politica

De Luca jr segretario Pd in Campania: ma cosa significa davvero “cambiare pagina”?

Piero De Luca eletto segretario Pd in Campania, ma resta il nodo sul vero significato del suo “cambiare pagina”. Intanto Fico insiste sul codice etico per le liste in vista delle regionali.

Pubblicato

del

Il Pd campano ha ufficialmente un nuovo segretario regionale: Piero De Luca. L’elezione è arrivata dopo un congresso segnato da scarsa partecipazione e da molti voti bianchi, con dati bassi soprattutto nei circoli più periferici. A Salerno, sua roccaforte, ha superato l’80% dei voti, ma in tanti centri minori l’affluenza è stata minima: ad Ariano Irpino solo 11 votanti su 200 iscritti, a Solofra appena 3 schede su 20, a Procida 10 votanti su 25 con prevalenza di bianche.

De Luca jr, però, guarda avanti: “Dopo anni di commissariamento, si riparte. C’è un grande clima unitario e costruttivo che ci carica di responsabilità”, ha dichiarato, ponendo l’accento sulla necessità di rilanciare l’impegno del partito in Campania e a livello nazionale.

La frase enigmatica: che significa “cambiare pagina”?

Il punto più controverso resta il suo appello a “cambiare pagina”. Ma cambiare pagina rispetto a che cosa? Ai dieci anni di governo regionale del padre Vincenzo De Luca? Oppure agli anni di commissariamento del Pd campano? Il dubbio resta, e senza una risposta chiara questa dichiarazione rischia di restare più uno slogan che una linea politica.

Il nodo Fico: codice etico e limiti alle liste

Intanto, nello stesso fine settimana, anche il candidato governatore Roberto Fico è al lavoro con i partiti che lo sostengono. Due i nodi principali:

  • Numero delle liste: massimo 8, con le piccole costrette ad accorpamenti.

  • Codice etico: stop a chi ha patteggiato o ha subito condanne della Corte dei Conti.

Una linea dura che, se applicata, sbarrerebbe la strada a diversi candidati, soprattutto tra gli uscenti più vicini a De Luca. Il governatore uscente, secondo indiscrezioni, avrebbe già provato a piazzare alcuni suoi fedelissimi in altre liste, come quella dei socialisti.

Una sfida aperta nel centrosinistra

Il centrosinistra campano si avvicina alle regionali con una doppia incognita: da un lato la leadership di De Luca jr e la chiarezza del suo progetto politico, dall’altro le regole ferree che Fico vuole imporre per garantire trasparenza e credibilità. In mezzo, la necessità di mantenere la coalizione unita in una fase cruciale per la Regione.

Advertisement

Politica

Meloni chiude a Lamezia: «In Calabria non si vince, si stravince». Centrodestra unito verso il voto

Giorgia Meloni chiude il comizio del centrodestra a Lamezia Terme: «In Calabria non si vince, si stravince». Sul palco con Salvini e Tajani, la premier difende i risultati del governo e lancia stoccate al centrosinistra.

Pubblicato

del

«In Calabria non si vince, si stravince». Con queste parole, rilanciate dai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, Giorgia Meloni ha chiuso a Lamezia Terme il comizio del centrodestra a sostegno di Roberto Occhiuto, candidato alla riconferma. Dopo la vittoria nelle Marche, la coalizione si mostra galvanizzata e punta al 2-0 nelle regionali del prossimo weekend.

Meloni attacca il centrosinistra e difende il governo

Dal palco la premier ha puntato il dito contro la scelta del centrosinistra di legare la campagna elettorale al tema di Gaza. «I cittadini non sono stupidi – ha detto Meloni – guardano al lavoro, ai risultati, non agli slogan». Una linea ribadita con forza: «Chi pensa di usare tragedie per racimolare voti sbaglia».

Meloni ha difeso i risultati del suo governo, sottolineando che l’esecutivo si avvia a essere «il terzo più longevo della storia repubblicana, e tutti e tre di centrodestra».

Occhiuto, Ponte sullo Stretto e sanità

Diversamente dagli altri relatori, la premier ha speso parole anche per il Ponte sullo Stretto, cavallo di battaglia di Salvini, presente sul palco. Il leader della Lega ha promesso «un calcio in culo alla ’ndrangheta» e ha annunciato che l’iter per l’uscita dal commissariamento della sanità calabrese è stato avviato.

Meloni ha difeso la scelta di Occhiuto di andare al voto anticipato, definendola «un segnale di rispetto per i cittadini, unici a decidere se fidarsi di noi».

Stoccate a Schlein e Conte

Non sono mancate frecciate all’opposizione. Meloni ha ironizzato sulla leader dem Elly Schlein, che «va negli ospedali a certificare disastri ereditati dal centrosinistra», e su Giuseppe Conte, accusato di aver nominato «commissari imbarazzanti». Poi l’affondo sul reddito di cittadinanza: «Ora ci sarà il reddito di regionalanza? Per la sinistra al Sud servono solo paghette di Stato, noi vogliamo dare dignità con il lavoro».

Un comizio blindato e piazza divisa

Il comizio si è svolto in una città blindata. Mentre in piazza sventolavano le bandiere del centrodestra, sui balconi vicini apparivano bandiere palestinesi e, fuori dalle transenne, un presidio in solidarietà a Gaza.

L’evento si è chiuso con applausi, l’inno d’Italia e la foto di rito del centrodestra unito, con l’obiettivo di confermare la guida della Regione.

Continua a leggere

Politica

Mobilitazioni per Gaza, il Viminale stringe sui permessi: allerta massima per cortei e proteste

Settimana di mobilitazioni per Gaza: il Viminale ordina una stretta sui permessi ai poliziotti e prepara un dispositivo imponente per il corteo di Roma. Piantedosi convoca prefetti e questori per prevenire disordini.

Pubblicato

del

Settimana ad alta tensione sul fronte delle mobilitazioni per Gaza. Una circolare del Viminale ordina ai questori una stretta su permessi e congedi per i poliziotti dall’1 al 6 ottobre: serve un numero adeguato di agenti per gestire iniziative annunciate come estemporanee e con una partecipazione molto elevata.

Il nodo Flotilla e l’allarme ordine pubblico

Il caso della Flotilla alza ulteriormente il livello di allerta. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha convocato a Roma prefetti e questori delle principali città – Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna – per alzare lo sforzo investigativo, dialogare con gli organizzatori e isolare i gruppi violenti. Dopo la guerriglia del 22 settembre a Milano, il titolare del Viminale è stato netto: «Qualcuno vuole trasformare la causa della Flotilla in scontro nelle piazze. Dobbiamo stringere i ranghi».

Corteo di Roma e mobilitazioni diffuse

Sabato 4 ottobre a Roma è previsto un grande corteo da Porta San Paolo a San Giovanni, con almeno ventimila presenze annunciate ma attese superiori. Il questore Roberto Massucci ha annunciato un servizio d’ordine «imponente», con rinforzi da altre città. Previsti controlli stringenti su stazioni, caselli e metropolitane, con idranti pronti in caso di disordini.

Parallelamente, le mobilitazioni toccano scuole, università e luoghi di lavoro. A La Sapienza a Roma petardi e fumogeni sono stati lanciati contro il rettorato, mentre studenti hanno occupato Scienze Politiche. Occupazioni anche a Napoli, alla Federico II. A Livorno, i portuali hanno protestato contro l’attracco della nave israeliana Zim Virginia: il prefetto ha ordinato la partenza della nave per evitare tensioni.

Sindacati e studenti in piazza

La Cgil ha dato mandato per uno sciopero nazionale che potrebbe coincidere con il blocco della Flotilla. L’Associazione dei Giovani Palestinesi ha invitato a scioperare venerdì 3 ottobre, rilanciando lo slogan «blocchiamo tutto». Le autorità temono soprattutto iniziative improvvise con blocchi alle infrastrutture di trasporto.

Continua a leggere

Politica

Manfredi apre al futuro del Maradona: “Pronti a un grande progetto se ci fosse volontà di investimento”

Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi apre alla possibilità di un progetto di investimento privato per lo stadio Maradona, seguendo il modello San Siro.

Pubblicato

del

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi (foto Imagoeconomica), ha dichiarato che il Comune sarebbe pronto a valutare un grande progetto di investimento per lo stadio Diego Armando Maradona, qualora ci fosse la volontà concreta da parte dei privati o della società calcistica.

Il paragone con l’operazione San Siro

Le parole arrivano all’indomani della decisione del Consiglio comunale di Milano, che ha dato il via libera alla vendita dello stadio San Siro e delle aree limitrofe a Milan e Inter. Manfredi ha sottolineato come il capoluogo lombardo abbia avviato “un percorso amministrativo chiaro” e che le due società investiranno 1,2 miliardi di euro in un progetto di rilancio.

Napoli pronta a seguire il modello

Il sindaco ha ribadito che, se anche a Napoli si presentasse un’analoga volontà di investimento, il Comune non si opporrebbe a un percorso simile: «Noi chiaramente, se ci fosse questa volontà anche qui, non ci opporremmo a un percorso analogo, anche perché Milano ha così definito un percorso amministrativo».

Vuoi che ti prepari anche una versione più “editoriale”, con analisi dei pro e contro di un progetto di privatizzazione del Maradona, sul modello San Siro?

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto