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Politica

Da bis a scoiattolo, le parole della corsa al Colle

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Le strategie, gli obiettivi, le variabili: le parole chiave che hanno dato ritmo ai dibattiti di questa corsa al Colle. ATREJU – La versione invernale della kermesse di FdI apre i giochi facendo sfilare sul palco l’intero arco costituzionale. Ma piu’ che lanciare larghe intese, fa emergere qualche crepa nell’asse Meloni-Salvini. BIS – C’e’ chi lo chiede apertamente, chi lo esclude, chi ancora si augura senza dirlo una conferma di Mattarella. Che pero’ lo esclude pubblicamente almeno una dozzina di volte. COVID – La variante che ha costretto a introdurre il voto al ‘drive in’ per contagiati e in quarantena. Niente da fare per i no vax, esclusi dai 1.009 grandi elettori. DONNA – Il 60% degli italiani ne vorrebbero una al Colle, si sprecano petizioni e ipotesi, da Moratti a Casellati, e si propone anche Gianna Nannini. Intanto su 58 grandi elettori solo sei sono donne. ELEZIONI ANTICIPATE – Lo spauracchio degli onorevoli che temono di non essere confermati alle prossime Politiche, le prime con il taglio dei parlamentari. FRANCHI TIRATORI – Sono stati fatali anche per Merzagora, Fanfani, Leone, Forlani e Prodi. Oggi ancor piu’ temuti in un Parlamento balcanizzato. GIACCHETTA – Tutti raccomandano che non va tirata ne’ a Draghi ne’ a Mattarella, ma non pochi ci provano. “A chi lo fa con me – la battuta di Prodi – gli lascio la giacca”. INCONTRI – Pubblici, istutuzionali, segreti, su zoom, in ristoranti o salotti, scandiscono l’avvicinamento all’elezione. Manca solo il piu’ evocato, il tavolo dei leader. KINGMAKER – Chi non puo’ ambire al trono ma indirizza la scelta del nuovo sovrano: un ruolo conteso fino all’ultimo fra Berlusconi e Salvini. LARGO (campo) e’ l’orizzonte di Letta e Conte, alle prossime elezioni si vedranno i risultati, le trattative sui Quirinale ne hanno sottolineato le insidie. MANNY TUTTOFARE – Renzi pesca dal mondo dei cartoni per descrivere il suo il ruolo, promettendo di replicare il blitz risolutivo di sette anni fa. NUMERI – Il quorum e’ sempre quello: 673 voti ai primi tre scrutini, 505 dal quarto, quando secondo i piu’ si sblocchera’ lo stallo. OPERAZIONE SCOIATTOLO – La strategia di Berlusconi per cercare i voti fra i parlamentari degli altri gruppi non allineati, affiancato da Sgarbi nell’inusuale ruolo di telefonista. PATRIOTA – Deve esserlo il candidato ideale per FdI. Patriota e’ Pertini, replica il Pd. Patriottismo e’ rendere “la Repubblica unita e solidale”, il promemoria di Mattarella. QUIRINAL GAME – Brutale come il gioco del gambero della serie tv corerana, la corsa al Colle costringe mosse spregiudicate a passi avanti, indietro e di lato. RUOLO – Nel messaggio di fine anno Mattarella ha definito cosi’ il suo incarico: non mandato, perche’ quello puo’ essere replicabile. SEMIPRESIDENZIALISMO – A novembre Giorgetti da’ il primo scossone al Palazzo affermando che “Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale”. TRASFORMISMO – Vecchio vizio politico, e il traffico si intensifica con l’avvicinarsi del voto per il capo dello Stato con un paio di cambi di casacca anche alla vigilia. VETI – Il centrodestra non ne accetta, il centrosinistra ne oppone uno sostanziale, su Berlusconi. ZAN (il ddl) – A fine ottobre al Senato viene affossata la legge, naufragano le prove tecniche di intesa sul Quirinale.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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