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Criscito regala la vittoria al Genoa in rimonta

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Con un calcio di rigore di Mimmo Criscito al 95′ il Genoa sconfigge in rimonta la Juventus  e tiene vivo il sogno salvezza. Ai bianconeri non e’ bastato un Dybala in giornata di grazia, un gol e un palo.

Nel finale di gara la fame dei rossoblu’ e la stanchezza degli ospiti hanno permesso al Genoa prima di pareggiare con Gudmundsson e poi di vincere proprio con il suo capitano, cinque giorni dopo le lacrime amare per il rigore sbagliato nel derby. Questa volta pero’ le lacrime sono di gioia e valgono tantissimo per un Grifone che puo’ ancora sperare nella salvezza. Destro a guidare l’assalto del Grifone, Vlahovic, Dybala e Kean nel tridente bianconero queste le scelte dei due tecnici, in una sfida fondamentale solo per i rossoblu’ con la Juventus  che guarda alla finale di Coppa Italia.

Ma i bianconeri rimangono squadra di qualita’ superiore e lo dimostrano sin dai primi minuti. Cross perfetto di Dybala sul secondo palo dove e’ appostato Kean che da due passi spara pero’ alto di testa. Scampato il pericolo il Genoa prova a fermare la Juventus con un pressing asfissiante che nel primo tempo tiene a bada i bianconeri. Al 13′ Criscito pesca sulla fascia Portanova che arriva in area e mette in mezzo, Bonucci intercetta con la sfera che finisce contro Amiri che non riesce a colpire bene , palla fuori. La squadra di Blessin colleziona soprattutto angoli senza pero’ sfruttarli al meglio. Al 21′ Cross di Criscito per Amiri anticipato di un soffio. Passata la mezz’ora il momento migliore dei padroni di casa con un colpo di testa di Destro da corner alto e tre angoli consecutivi. Poi si fa vedere la Juventus prima con un traversone teso dal fondo di Kean, Sirigu smanaccia, quindi Dybala ci prova dal limite ma il portiere rossoblu’ e’ attento.

Nel finale l’occasione piu’ ghiotta per il Genoa con Portanova che da fuori conclude di potenza ma Szczesny pur con qualche difficolta’ respinge. Solo un cambio nell’intervallo, Frendrup per Galdames, e Genoa subito pericoloso dopo appena 35” con Destro che spara alto da buona posizione. Il Genoa ci prova ma e’ la Juventus a passare in vantaggio. Merito di Dybala che al 3′ si inventa un diagonale da fuori che finisce nell’angolino piu’ lontano. Blessin prova cosi’ a cambiare inserendo Yeboah ed Ekuban mentre Allegri risponde con Alex Sandro e Zakaria. Ormai e’ un’azione dietro l’altra. Nel Genoa ci provano Frendrup e Amiri, Szczesny sempre attento. Mentre sul fronte opposto sale in cattedra Dybala che di sinistro colpisce il palo. Poi e’ il turno di Sirigu a rendersi protagonista prima su Kean e quindi su Vlahovic. Al 38′ Gudmundsson interviene in area su Ake, Sozza assegna il rigore, richiamato dal Var al monitor torna sui suoi passi e al 41′ proprio Gudmundsson pareggia i conti infilando Szczesny sul secondo palo e due minuti dopo Amiri, dopo un errore di Rabiot, si fa parare un vero e proprio rigore in movimento solo davanti a Szczesny. Sul ribaltamento di fronte De Sciglio frana su Yeboah in area bianconera, Sozza assegna il rigore che Criscito non sbaglia per una vittoria fondamentale nella corsa salvezza. 

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Esteri

Hamas offre ostaggi in cambio di 5 anni di tregua

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Hamas mette sul piatto dei negoziati una nuova proposta: la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora nelle sue mani in cambio del ritiro dell’Idf e di un cessate il fuoco della durata di 5 anni. Ma le notizie che arrivano dal Cairo, dove è arrivata una delegazione del movimento integralista palestinese per discutere con i mediatori egiziani, non fermano raid e combattimenti, con un bilancio che nelle ultime 24 ore è costato la vita a quasi 50 palestinesi e alcuni soldati israeliani. Un funzionario di Hamas, che ha chiesto l’anonimato, ha detto all’Afp che il gruppo “è pronto a uno scambio di prigionieri in un’unica soluzione e a una tregua di cinque anni”.

La proposta arriva dopo il no all’offerta di Tel Aviv, 45 giorni di tregua e 10 ostaggi liberati, motivata dal fatto che Hamas punta alla fine della guerra, e al ritiro di Israele dalla Striscia, e non vuole “accordi parziali” con il governo di Benyamin Netanyahu. Altri responsabili di Hamas, sempre in forma anonima, hanno sottolineato a diversi media arabi anche la disponibilità a “lasciare il governo della Striscia all’Autorità nazionale palestinese, oppure a un comitato di tecnocrati indipendenti scelti dall’Egitto”.

E, pur rifiutando di abbandonare le armi, a “far uscire da Gaza combattenti in cambio della loro incolumità”. Tesi e proposte a cui si è aggiunta la pubblicazione di un video che mostrerebbe i miliziani delle brigate Qassam che scavano sotto le macerie di un tunnel bombardato dall’Idf, per trarre in salvo con successo un ostaggio israeliano. Da Tel Aviv per il momento non arrivano commenti, ma a quanto si apprende il capo del Mossad David Barnea sarebbe arrivato già giovedì in Qatar per incontrare il premier Mohammed bin Abdulrahman al-Thani e discutere nuovamente di una base di accordo per il rilascio degli ostaggi. Fonti militari citate dai media hanno però ammonito che l’esercito si prepara a “incrementare la pressione e stringere il cappio su Hamas”.

A Gaza intanto il bilancio dell’ultima giornata di raid è di almeno 49 morti, afferma il ministero della Salute mentre i soccorritori “scavano ancora sotto le macerie”.

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha detto che nei combattimenti di terra “il prezzo è alto”, dopo l’uccisione nelle ultime ore di un riservista e il ferimento di altri quattro soldati in un attacco con esplosivi e armi automatiche. Nel nord di Israele sono invece risuonate le sirene per il lancio di un “missile ipersonico” rivendicato dagli Houthi che aveva come obiettivo Haifa. E’ la prima volta che i ribelli yemeniti tentano di colpire così lontano, il missile è stato intercettato e distrutto.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Esteri

La stretta di mano tra Ursula e Donald: incontriamoci

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Una stretta di mano sul sagrato della Basilica di San Pietro, poche parole scambiate tra il via vai di leader e porporati, e una promessa: Donald Trump e Ursula von der Leyen si vedranno presto. Messa per mesi all’angolo dalla nuova amministrazione statunitense, la presidente della Commissione europea è riuscita a strappare un breve scambio – auspicato anche dalla premier Giorgia Meloni a Washington – per aprire la strada al primo incontro ufficiale tra i vertici Ue e il tycoon dal suo ritorno alla Casa Bianca.

Forse già nelle prossime settimane, a Bruxelles. Sul tavolo, le partite più urgenti per l’Europa: i dazi e la pace in Ucraina. L’agenda e le modalità del vertice tra i leader Ue-Usa restano da definire, ma le finestre possibili entro il 14 luglio – data ultima per chiudere la partita sui dazi – sono diverse: se il negoziato su Kiev dovesse accelerare, già i giorni successivi al 16 maggio – quando il presidente americano concluderà la visita in Arabia Saudita e potrebbe fissare anche un faccia a faccia con Vladimir Putin – potrebbero rappresentare il momento propizio per un primo confronto con von der Leyen e un nuovo colloquio con Volodymyr Zelensky.

Giugno, poi, offrirà due nuove occasioni: il summit del G7 in Canada e il vertice Nato a L’Aja. Von der Leyen ha rotto il silenzio subito dopo la fine dei funerali del Papa pubblicando su X la foto della tanto attesa stretta di mano con Trump e un altro scatto che la ritraeva con Emmanuel Macron. Tutti etichettati come “scambi positivi”. Ma il messaggio più forte in direzione Casa Bianca era già arrivato pochi minuti prima, sull’onda dell’omaggio a Papa Francesco: il Pontefice “ha costruito ponti, ora percorriamoli”, ha scritto la presidente Ue, consapevole che la distanza da colmare con l’altra sponda dell’Atlantico è ancora ampia. A riprova, da Washington, Valdis Dombrovskis ha descritto un lavoro sui dazi ancora tutto in salita. Le trattative “proseguono, ma c’è molto da fare”, ha ammesso a più riprese il responsabile Ue per l’Economia che, davanti ai 90 giorni per evitare la guerra commerciale, ha posto l’accento sul tempo che “corre” e sulla necessità di fare presto. L’ultimo incontro con il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, non ha fatto registrare progressi e per ora, ha sottolineato Dombrovskis, “la situazione è asimmetrica”: i dazi Usa si sono già abbattuti su alluminio, acciaio e auto europee mentre il continente tiene ancora il suo colpo in canna.

Le carte di Bruxelles sono note: dazi zero sui beni industriali, più acquisti di gnl e armi dagli Stati Uniti e un fronte comune contro le pratiche di mercato sleali della Cina. Ma nelle ultime ore è trapelata un’altra richiesta da Washington che potrebbe complicare le discussione: rallentare la corsa Ue alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale. I canali diplomatici e tecnici sono aperti ma i colloqui politici, è la linea prudente di Palazzo Berlaymont, riprenderanno “solo quando opportuno”: quando un’intesa di principio ci sarà, o quando i leader saranno pronti a confrontarsi su obiettivi comuni. I colloqui Ue-Usa però si spingono ben oltre i numeri del commercio. Al centro c’è anche il piano di pace disegnato da Washington e Mosca per Kiev, con Bruxelles che ha già respinto la proposta di cessione della Crimea alla Russia e di revocare le sanzioni contro il Cremlino, schierandosi invece a difesa dell’integrità territoriale ucraina. Kiev può contare sul sostegno Ue “al tavolo delle trattative per raggiungere una pace giusta e duratura”, ha assicurato von der Leyen. Prima di consegnare ancora una volta a Zelensky un messaggio sul futuro ucraino “nella famiglia” europea.

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