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Cronache

Covo e favoreggiatori, ora è caccia a chi favorì la latitanza

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La caccia ora è al covo. I magistrati di Palermo che hanno messo fine alla trentennale latitanza del padrino di Castelvetrano, starebbero per individuarlo. Quel che si sa è che stamattina Messina Denaro ha raggiunto Palermo partendo da Campobello di Mazara, paese del favoreggiatore che l’ha accompagnato alla clinica in cui è stato fermato, Giovanni Luppino, imprenditore del settore olivicolo praticamente incensurato, e di Andrea Bonafede l’uomo che ha prestato, ancora da capire se consapevolmente meno, l’identità al capomafia.

Andrea Bonafede era infatti l’alias del boss trapanese: così si faceva chiamare nel centro medico La Maddalena e aveva la carta di identità con queste generalità. Ma se è accertato che stamattina Messina Denaro era partito dal piccolo centro del trapanese, dove ha trascorso almeno l’ultima parte della sua lunga latitanza? Un interrogativo fondamentale perchè dalla perquisizione del nascondiglio del boss potrebbero venir fuori elementi rilevantissimi per gli investigatori che, dopo la vicenda clamorosa della mancata perquisizione del covo di Totò Riina, staranno bene attenti a scoprire e a passare al setaccio la casa del boss. La zona tra Campobello e Castelvetrano, paese di Messina

Denaro, è battuta palmo a palmo da stamattina. Nelle ricerche i carabinieri hanno impiegato anche delle ruspe. Altro aspetto importante, tutto ancora da scandagliare, è quello della rete dei fiancheggiatori. Oltre a Luppino, arrestato in flagranza oggi, e a Bonafede, la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti, chi ha coperto, favorito e finanziato la fuga di Messina Denaro negli ultimi tempi? Negli anni per favoreggiamento sono finiti in cella centinaia di fedelissimi del padrino tra i quali sorelle, cognati e fratelli. Una strategia investigativa, quella di far terra bruciata attorno al ricercato, che ha dato suoi frutti. Ma le complicità vanno ben oltre l’autista e il proprietario della carta di identità. Ad esempio nella nota clinica palermitana che per un anni ha curato la Primula Rossa nessuno sapeva la vera identità del paziente?

“Non ci risulta- ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia che ha coordinato il blitz – Ma indagheremo a tutto campo”. Insomma sono tanti i quesiti da sciogliere e su cui ora indagare. Quesiti che per chi indaga da anni in parte hanno già risposte. De Lucia in conferenza stampa ha evidenziato anche come sia risaputo che “fette della borghesia” per molto tempo abbiano fatto parte della rete dei favoreggiatori. Anche sulle complicità eccellenti indagheranno i magistrati.

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Calcio: il Bari condanna l’aggressione al direttore sportivo

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Il Bari “esprime vicinanza e solidarietà al ds Ciro Polito vittima nella serata di ieri di una vera e propria aggressione avvenuta, ad opera di ignoti, nel post gara di Cittadella-Bari”. Secondo quanto denunciato da Polito, un gruppo di tifosi baresi lo ha aggredito in un autogrill in provincia di Rovigo. “Il dirigente biancorosso, mentre si trovava in sosta in un autogrill sulla via di ritorno dalla città veneta – scrive il club di Luigi De Laurentiis – è stato raggiunto e aggredito, verbalmente e fisicamente, da un gruppo di ignoti che subito dopo si sono dileguati. Le autorità competenti intervenute hanno da subito avviato le procedure per l’individuazione dei soggetti responsabili”. “La società biancorossa – si legge ancora – condanna con forza quanto accaduto ad opera di ‘vigliacchi’ che nulla hanno a che vedere con il tifo barese e con lo sport. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quando la ragione lascia spazio alla violenza abbiamo già perso tutti”.

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L’Italia: terra di santi, poeti, navigatori… e commercialisti

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L’Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… commercialisti? Sembrerebbe proprio di sì, se guardiamo ai dati recentemente pubblicati dalla Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. Nel loro rapporto annuale sull’albo della categoria professionale, emerge un trend in crescita che potrebbe far sorridere gli amanti delle espressioni stereotipate sul popolo italiano.

Nel corso del 2023, il numero di nuovi iscritti alla professione di commercialista ha registrato un significativo incremento, con ben 1.864 nuovi membri che hanno varcato la soglia dell’Albo. Ma non è tutto: sono state anche costituite 161 nuove Società tra professionisti, segno di un interesse sempre più vivo per questa professione.

Secondo i dati riportati, rispetto al 2007, anno cruciale che ha segnato la formazione dell’Albo unico tra dottori e ragionieri, il numero degli associati è aumentato del 12%, raggiungendo la considerevole quota di 120.424. Una crescita significativa, che testimonia l’importanza e la rilevanza che questa figura professionale continua a rivestire nell’ambito economico italiano.

Ma non è solo il numero degli iscritti a destare interesse. Anche la composizione della professione sta subendo delle trasformazioni. Secondo il rapporto, al 31 dicembre scorso le professioniste hanno raggiunto il 33,8%, mentre i giovani rappresentano il 14,7% della platea professionale. Un segno di cambiamento e di inclusione che caratterizza il tessuto dei commercialisti italiani.

Tuttavia, non mancano le sfide. Se da un lato si registra una crescita costante degli iscritti, dall’altro si osserva un rallentamento in alcune aree geografiche. Le regioni settentrionali e centrali, ad esempio, mostrano un tasso di crescita inferiore rispetto agli anni precedenti, mentre nelle regioni meridionali si assiste addirittura a un’inversione di tendenza.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, interpreta questi dati come una testimonianza della resilienza della professione di commercialista in un momento di crisi per molti altri settori professionali. La crescita costante e il recupero del reddito medio negli ultimi due anni dimostrano, secondo de Nuccio, la solidità e la dinamicità di questa figura professionale.

Insomma, se l’Italia è stata storicamente celebrata per i suoi santi, poeti e navigatori, sembra che ora i commercialisti abbiano conquistato un posto di rilievo nella narrazione del paese. Forse è proprio vero quello che si dice: in Italia c’è posto per tutti, anche per i numeri e le cifre.

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Scontro fra Vannacci e Paglia, consigliere di Crosetto

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Scontro a distanza fra Roberto Vannacci e il tenente colonnello Gianfranco Paglia , consigliere del ministro della Difesa Guido Crosetto, che a Zona Bianca, su Rete4, ha sostenuto che il generale, sospeso dal servizio e ora candidato con la Lega alle Europee, con il suo libro “ha macchiato l’uniforme, e noi militari non possiamo permettercelo”.

“Il mio dovere – ha aggiunto Paglia – è spiegare all’Italia tutta che il pensiero Vannacci non è il pensiero della Difesa”. “Io non ho visto la TV ma mi faccio una domanda – la replica di Vannacci su Facebook -: parlando in Uniforme esprimeva un suo parere personale o quello dell’Istituzione a cui appartiene? Perché io, per aver scritto un libro a titolo personale nel mio tempo libero, sono stato accusato e sospeso anche per aver suscitato l’associazione tra l’autore e le idee dallo stesso espresse all’Istituzione di appartenenza! Ma non mi preoccupo….si tratta di un fuoco di PAGLIA!”.

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