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Covid, Rt in discesa: meno positivi ai test molecolari

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

 L’indice di contagio Rt e’ in rapida discesa e il suo valore si sta avvicinando a 1, continua a ridursi anche il numero dei casi positivi ai test molecolari, mentre aumentano i ricoveri. I due numeri che gli esperti invitano a seguire con attenzione nei prossimi giorni sono quello dei nuovi guariti e quello dei nuovi casi: quando saranno equivalenti si potra’ dire che la curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia avra’ raggiunto il picco, osserva il fisico Roberto Battiston, dell’Universita’ di Trento e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Sebbene si stia riducendo progressivamente, lo scarto fra i due numeri e’ ancora importante, considerando che l’incremento giornaliero dei guariti e’ attualmente 76.679 e quello dei nuovi casi e’ 83.403 (contro i 149.512 del giorno prima), secondo i dati del ministero della Salute. Il numero dei nuovi casi risente, come ogni lunedi’, del ridotto numero dei test. Questi ultimi, fra molecolari e antigenici rapidi, sono stati infatti 541.298, piu’ di 386.000 in meno rispetto ai 927.846 del giorno prima. Di conseguenza il tasso di positivita’ e’ sceso in 24 ore dal 16,1% al 15,4%. Facendo il rapporto fra i casi e i soli tamponi molecolari, il valore e’ del 22%, secondo i calcoli del sito CovidTrends. I dati sui test indicano inoltre che e’ presto per dire che i casi di Covid-19 in Italia sono in discesa, come osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Universita’ di Milano Bicocca: mentre la percentuale dei positivi ai tamponi molecolari e’ in discesa, quella dei positivi ai test antigenici mostra infatti un trend in crescita: “abbiamo due trend opposti e che dicono cose diverse perche’ ai tamponi afferiscono persone diverse”, osserva il virologo, e questa doppia tendenza rende molto difficile prevedere il picco, che molti modelli matematici indicano comunque non prima di una settimana. I dati del ministero della Salute sui decessi indicano un lieve incremento giornaliero, da 248 a 287, e si mantengono comunque sui valori rilevati negli ultimi giorni. Diversa la situazione dei ricoveri, in costante aumento secondo una progressione di tipo lineare. Nelle terapie intensive sono attualmente ricoverati 1.717 i pazienti, ossia 26 in piu’ nel saldo tra entrate e uscite, e i nuovi ingressi giornalieri sono stati 122. Nei reparti ordinari i ricoverati sono 19.228, ossia 509 in piu’ in 24 ore. “Come avviene di norma, c’e’ un’accelerazione della curva dei decessi, che segue con ritardo, quella dei positivi avvenuta nelle ultime settimane del 2021”, rileva il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “Stranamente – aggiunge – non si osserva un andamento analogo per la curva degli ingressi in terapia intensiva, che al contrario sembra frenare la crescita”, Per quanto riguarda le regioni, l’incremento giornaliero maggiore e’ stato rilevato in Emilia Romagna, con 11.189 nuovi casi; seguono Lombardia (9.883), Piemonte (9.564) e Campania (9.370). Secondo le analisi di Sebastiani (sui valori del 16 gennaio), al momento sono cinque le regioni che hanno superato il picco dei positivi ai test molecolari (Umbria, Toscana, Lombardia, Abruzzo e Basilicata), sono al picco Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Sicilia, si preparano a raggiungerlo nei prossimi giorni provincia autonoma di Trento, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Veneto; la curva dell’epidemia continua invece a salire in otto regioni: e’ in crescita frenata la Sardegna, sono in crescita lineare provincia autonoma di Bolzano, Calabria e Molise, in crescita accelerata Campania, Liguria, Marche e Puglia.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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