Collegati con noi

Cronache

Corruzione, richiesta di arresto ai domiciliari per il senatore Cesaro e il deputato Pentangelo: nell’inchiesta esponenti del clan dei casalesi

Pubblicato

del

La procura di Torre Annunziata ha inviato alla giunta per le autorizzazioni di Camera e Senato una richiesta di custodia cautelare emessa nei confronti del senatore Luigi Cesaro e del deputato Antonio Pentangelo nell’ambito di una inchiesta per corruzione in cui sono stati eseguiti altri 6 provvedimenti cautelari. I fatti contestati risalgono al 2015. Cesaro e Pentangelo sono coinvolti in quanto all’epoca dei fatti presidenti della Provincia di Napoli. L’inchiesta di Torre Annunziata e’ uno stralcio di quella della Dda e verte intorno alla figura dell’imprenditore Adolfo Greco, destinatario insieme ad altre cinque persone, tra imprenditori, funzionari pubblici e liberi professionisti, di un provvedimento cautelare con il beneficio dei domiciliari. Una settima persona e’ destinataria di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Contestati a vario titolo anche il falso ideologico e la rivelazione di segreto di ufficio. L’indagine e’ relativa alla riqualificazione di un’area urbana in cui insisteva un tempo la fabbrica della Cirio a Castellammare di Stabia (Napoli), che gli indagati volevano abbattere per costruire 330 appartamenti grazie a un giro di tangenti. Un affare sul quale la camorra era pronta a mettere le mani. Secondo i pm oplontini, infatti, c’erano accordi tra politici locali e referenti dell’imprenditore Adolfo Greco per l’affare Cirio. Greco era gia’ stato arrestato a dicembre scorso in una inchiesta della Dda di Napoli su estorsioni nell’area stabiese. Sono 17 le persone per le quali la procura di Torre Annunziata aveva chiesto la proroga delle indagini gia’ a dicembre e adesso molte sono finite ai domiciliari.

Palazzo di Giustizia. Torre annunziata

Per Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo il gip oplontino ha concesso i domiciliari. Il reato loro contestato e’ di corruzione. Pentangelo, all’epoca dei fatti vicepresidente della Provincia di Napoli, ha ricevuto un orologio Rolex molto costoso in occasione dei suoi 50 anni. Cesaro sarebbe invece indirettamente chiamato in causa in un’intercettazione con riferimento di un versamento in contanti a 10 mila euro in occasione di una campagna elettorale.

La richiesta di arresto nei confronti di Cesaro e di Pentangelo e’ inquietante e lascia profondamente sconcertati. Chiedo che il deputato Antonio Pentangelo faccia immediatamente un passo indietro dalla commissione Antimafia, quantomeno in attesa degli sviluppi della vicenda. Non si puo’ e non si deve in alcuna maniera infangare l’onorabilita’ della commissione”. Ad affermarlo e’ Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia.

Nicola Morra. Il presidente dell’Antimfia chiede le dimissioni di Pentangelo dalla Commissione

L’imprenditore Alfredo Greco aveva creato quello che per in pm di Torre Annunziata era un ‘sistema’ che grazie alla Corruzione gli permetteva di concludere buoni affari. L’indagine delegata dal procuratore facente funzioni Pierpaolo Filippelli a polizia e Guardia di finanza, che ha portato tra l’altro alla richiesta dia utorizzazione all’arresto, con il beneficio dei domiciliari, per il senatore Luigi Cesaro e per il deputato Antonio Pentangelo, entrambi di Forza Italia, e’ indagato per traffico di influenze anche il capogruppo del Pd in consiglio regionale della Campania, Mario Casillo, ed e’ stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di Angelina Anita Rega, moglie di Greco. I destinatari delle altre misure cautelari sono, oltre Greco, Antonio Elefante, Maurizio Biondi, Vincenzo Campitiello, Marcello Ciofalo e Vincenzo Colavecchia. Notificato anche un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip oplontino per somme equivalenti a quelle stimate come prezzo dei reati di concussione e Corruzione. Il sistema di Corruzione di esponenti politici regionali e nazionali e pubblici ufficiali aveva al centro proprio l’imprenditore stabiese Greco, che il 5 dicembre 2018 era stato arrestato per estorsione aggravata dal metodo mafioso e poi il 15 gennaio 2019 era stato destinatario di un’altra misura in carcere per concorso esterno in associazione di tipo mafioso al clan dei Casalesi, gruppo Zagaria.

Il capo dei capi del clan dei Casalesi. Fu catturato grazie al lavoro di Catello Maresca e all’impegno eccezionale di tanti uomini e donne delle forze di polizia

L’inchiesta, attraverso anche intercettazioni telefoniche e ambientali, l’installazione di impianti di video ripresa, osservazioni, pedinamenti e controllo nonche’ acquisizioni documentali, ha permesso di accertare che Vincenzo Greco aveva pianificato diversi momenti corruttivi perche’ il progetto di conversione del complesso industriale dismesso dell’ex Cirio a Castellammare di Stabia, in via Napoli traversa Mele, potesse trasformarsi in un complesso residenziale. Greco, titolare insieme a Tobia Polese, proprietario di un noto albergo di Sant’Antonio Abate, della Polgre Europea 2000 srl, societa’ proprietaria dell’ex area industriale, aveva presentato al Comune di Castellammare di Stabia, sulla base di una relazione stilata dal’ingegnere Antonio Elefante, direttore tecnico di una societa’ di ingegneria, un progetto di recupero riqualificazione della zona. Trascorsi i termini per l’esame della richiesta, aveva attivato la procedura per la nomina di un commissario ad acta che in sostituzione del Comune, dal quale non aveva ricevuto risposta, avrebbe dovuto provvedere all’istruttoria per l’adozione del provvedimento conclusivo in merito alla richiesta di rilascio del permesso a costruire. Con la complicita’ di del suo socio Polese e di Giuseppe Passarelli, amministratore Unico della Passarelli Spa, la societa’ che avrebbe realizzato i lavori, aveva prima tentato di ottenere una modifica di una legge regionale che era ostativa alla realizzazione di questo intervento, accordandosi con un con Casillo; Casillo aveva chiesto in cambio, con la mediazione di un altro esponente politico di Castellammare di Stabia del Pd, Gennaro Iovino, che nel progetto di riconversione i lavori di impiantistica elettrica fossero affidati a una ditta da lui indicata. Questa strategia pero’ non ebbe buon fine, e Greco, di intesa con Elefante, cerco’ un altro referente politico per intervenire sull’assetto normativo vincolistico che era vigente nell’area, ottenendo la modifica della legge regionale in un collegato della legge di Stabilita’ finanziaria del 2014 che prevedeva espressamente l’applicabilita’ delle norme premiali nel piano casa per territori sottoposti a vincoli. Tuttavia l’imprenditore, viste le resistenze manifestate da funzionari dell’ufficio tecnico del Comune di Castellammare di Stabia, era uscito ad ottenere da Pentangelo, allora vicepresidente della provincia di Napoli, la nomina del commissario ad acta nella persona di Maurizio Biondi, in modo tale da ottenere il permesso a costruire. Biondi, per gli inquirenti ha uno stretto rapporto personale professionale con Luigi Cesaro e il figlio di questi Armando, ora consigliere regionale con il quale condivideva lo studio professionale.  

Antonio Pentangelo. Il deputato per cui sono stati chiesti i domiciliari

Greco e Polese hanno per i pm regalato a Pentangelo un Rolex di valore e a Cesaro 10.000 euro in contanti. Greco inoltre ha fatto pressione sull’imprenditore Giuseppe Imperati perche’ concedesse a Forza Italia in affitto un immobile a Napoli in piazza Bovio diventato sede del partito per un canone di 3000 euro anziche’ 5000, originale richiesta. Per questo permesso a costruire, Greco attraverso Elefante ha dato al commissario ad acta Biondi 12.000 euro, ottenendo appunto la determina commissariale di accoglimento della sua richiesta il 13 aprile 2016. Dalle conversazioni intercettate, e’ emerso che in realta’ Greco aveva procurato ad Elefante per Biondi 20.000 euro in contanti, ma Elefante ne ha trattenuti per se’ 8.000. L’imprenditore stabiese aveva corrotto anche tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate, Collavecchia e Ciofalo perche’ incaricati di eseguire una verifica fiscale nel 2012 in una altra sua azienda, e Campitiello, che non faceva verifiche perche’ era nella ufficio legale della direzione provinciale dell’Agenzia, ma che, in rapporti personali con lui, gli aveva rivelato la notizia dell’imminente arrivo degli ispettori. La verifica che poi e’ risultata infedele, cioe’ non corrispondente alle evidenze contabili. I soldi per corrompere questi funzionari li aveva materialmente messi insieme la moglie di Greco, Angelina Rega, 3000 euro che furono poi trovati in una borsa 24 ore di Campitiello, borsa che gli era stata consegnata da Greco all’interno degli uffici della sua societa’. Campitiello deve rispondere anche di falso ideologico in atto pubblico, avendo attestato falsamente la sua presenza dinanzi alla commissione tributaria regionale della Campania nei giorni in cui in realta’ era da Greco. Il gip per Casillo, come per Passarelli e Iovino, ha ritenuto che i reati contestati fossero da qualificare come traffico di influenze illecite, fattispecie per la quale non e’ consentita l’emissione di misure cautelari.

Advertisement

Cronache

Il mondo a San Pietro, 400mila per l’addio a Francesco

Pubblicato

del

I sediari arrivano a Santa Maria Maggiore e inclinano la bara di Francesco, quasi come un saluto, davanti alla Salus Populi Romani. Ogni volta, prima di partire per un viaggio, il Papa si affidava alla Madonna cara ai romani e così anche il viaggio di oggi in qualche modo finisce con questo affidamento. E’ l’ultima immagine di una giornata commovente che ha visto 400mila persone, 200mila a Piazza San Pietro e dintorni e 150mila lungo il percorso fino a Santa Maria Maggiore, dare l’ultimo saluto al Papa. Ci sono i grandi della terra e gli ultimi, ci sono gli anziani e gli scanzonati ragazzi del Giubileo. C’è suor Ana Rosa Sivori, la cugina arrivata dalla Thailandia, e gli amici di Buenos Aires; e ancora re e regine del mondo.

SERGIO MATTARELLA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Attorno a quella semplice bara di legno, con una croce bianca e lo stemma episcopale, ci sono proprio “todos, todos, todos”, “tutti, tutti, tutti”, come ripeteva Francesco sognando fino all’ultimo giorno una Chiesa con le braccia sempre aperte. Tanta gente poi lo piange perché sa di avere perso una voce instancabile per la pace. Per questo i fedeli applaudono a lungo quando il cardinale Giovanni Battista Re lo ricorda nell’omelia: “Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace” perché la guerra, proprio come ripeteva Bergoglio, “è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta”. E ai funerali del Papa della pace il mondo assiste ad un faccia a faccia, in basilica, una specie di ultimo miracolo del Papa, tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky; “un incontro produttivo”, fanno sapere i protagonisti.

JAVIER MILEI PRESIDENTE ARGENTINA, GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Dopo l’argentino Javier Milei, il posto d’onore è per la delegazione italiana, guidata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, e dalla premier Giorgia Meloni. Ma, tra gli italiani, ci sono anche Mario Draghi, alcuni leader dell’opposizione, i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil a rendere l’ultimo omaggio al Papa argentino. Il funerale dura un paio d’ore: il rito era stato snellito dallo stesso Francesco in previsione dell’arrivo di questo giorno. Ma è stata in ogni caso una celebrazione solenne e commovente, con la processione della bara portata dai sediari, le litanie dei santi, il canto in greco delle Chiese orientali, letture e preghiere lette in tante lingue.

FUNERALE PAPA FRANCESCO

A rompere il ritmo millenario della liturgia sono solo gli applausi, lunghi e sentiti. Un modo semplice di salutare quel Papa che ha aperto i cuori anche di molti non credenti. Alla fine del funerale il feretro di Francesco viene portato in basilica e poi fuori dalla Porta della Preghiera, quella che ha utilizzato fino a domenica per entrare e uscire dalla basilica, la più vicina a Casa Santa Marta dove ha abitato per dodici anni. La bara è sistemata sulla papamobile perché Francesco oggi si è congedato definitivamente dal Vaticano per essere sepolto fuori, come non accadeva da oltre un secolo (l’ultimo era stato Leone XIII) e comunque poche volte nella storia. Il suo feretro è stato trasportato proprio con una di quelle auto dalla quale ha salutato le folle, bevuto mate, baciato bambini, a Roma ma anche in tante città del mondo visitate nei suoi 47 viaggi apostolici.

Ad attenderlo sulla porta di Santa Maria Maggiore c’è un gruppo di suoi amici, una quarantina di persone, tra senzacasa, migranti, disoccupati, che lo aveva incontrato più volte, aveva ricevuto un aiuto materiale ed una parola di speranza. Ora hanno tutti una rosa bianca in mano per l’ultimo saluto. Da domani Santa Maria Maggiore aprirà a tutti i fedeli per coloro che vorranno dire una preghiera sulla tomba di Francesco. Da lunedì invece riprendono le riunioni pre-conclave per disegnare il futuro della Chiesa e cominciare ad individuare il suo possibile successore.

(tutte le foto sono di Imagoeconomica)

Continua a leggere

Cronache

Papa Francesco, passo d’addio nel centro di Roma tra fedeli e turisti

Pubblicato

del

Ha fatto l’ultimo viaggio alla sua maniera. In una bara di legno povera, senza decorazioni, su di una papamobile ricavata da un pickup di seconda mano. E sulla strada da San Pietro a Santa Maria Maggiore, Papa Francesco ha ritrovato le due facce del mondo che lo circondava: i fedeli che lo vedevano come una guida, e la massa coi telefonini che lo vedeva come una rockstar da postare su Instagram. Il corteo funebre è partito dal Vaticano intorno a mezzogiorno e mezzo. La bara del Papa è stata posta sulla papamobile bianca. Un veicolo realizzato per il viaggio in Messico del 2016, partendo da un pickup Dodge usato, poi regalata al pontefice dal governo messicano.

FUNERALE PAPA FRANCESCO

Il corteo è uscito dalla porta del Perugino, un ingresso secondario delle mura del Vaticano, ha attraversato il Tevere e ha imboccato corso Vittorio Emanuele. Dietro la papamobile, una trentina di auto di cardinali. Pubblico e fedeli non hanno potuto seguire il corteo, ma sono rimasti sui marciapiedi, dietro le transenne. Lungo tutto il percorso erano 150mila, ha reso noto la sala stampa vaticana. Il corteo è andato avanti abbastanza velocemente, per piazza Venezia, Fori Imperiali, Colosseo, via Labicana e via Merulana, fino a Santa Maria Maggiore. Da San Pietro, non ha impiegato più di mezz’ora, quasi Bergoglio non volesse disturbare troppo la città. La giornata era calda, il sole splendeva. Al passaggio della papamobile, la gente applaudiva, gridava “viva Francesco”, “daje Francesco”.

Tantissimi riprendevano con i telefonini e postavano sui social, qualcuno piangeva. Molti pregavano. Chiacchierando con la gente per strada, saltava fuori che tanti erano lì per rendere omaggio a una papa che amavano, e del quale condividevano il messaggio. Tanti altri erano lì soltanto perché Francesco era famoso: il suo funerale lo vedevano come un evento storico da non perdere. Tiziana, una signora anziana romana, spiegava che “lui ha rappresentato il contatto vero della Chiesa con le persone, non importa se erano credenti o no. Ora dobbiamo portare avanti il suo messaggio di fratellanza e di accoglienza”. Per Sienna, australiana, “vale la pena di essere qui, in questo giorno storico”.

Mentre Janet, danese, spiegava di essere qui col marito “per vivere un momento storico”. Ma aggiungeva “apprezzavamo il suo messaggio, il mondo è troppo per i ricchi”. Per Ida, calabrese trapiantata a Roma, “Papa Francesco è sceso dal piedistallo per stare tra le persone. Ora molto dipende da chi erediterà il suo posto. Io spero che il prossimo faccia come lui, perché se vogliamo la pace, dobbiamo preoccuparci per chi sta peggio di noi”.

Continua a leggere

Cronache

L’addio a Papa Francesco seguito da tutto il mondo, dalle tv ai social

Pubblicato

del

Francesco lo avrebbe voluto cosi: quello di Bergoglio è da considerarsi ad oggi il funerale di un pontefice con il più vasto accesso a livello mondiale. Non per le 250mila persone stimate in piazza San Pietro, ma per l’incalcolabile moltitudine di schermi accesi sulle esequie: quelli tv ma anche cellulari, tablet, pc e laptop. Con i social che da soli hanno sfiorato i 7 milioni di interazioni nelle ultime 12 ore. I network internazionali più noti – per la gran parte americani ma non solo, come Bbc, Sky e Al Jazeera – hanno tutti offerto sui propri siti web le dirette video della cerimonia in Vaticano e gli aggiornamenti fin dai primi arrivi sul sagrato della Basilica. E poi i quotidiani in ogni lingua, le radio, i canali youtube, a partire da quello della Santa Sede che ha trasmesso la cerimonia per intero.

La rivoluzione tecnologica, che ha viaggiato veloce negli ultimi 20 anni – ovvero dal funerale di Giovanni Paolo II – ha portato così tutto il mondo lungo via della Conciliazione, tra le colonne di piazza San Pietro e al seguito dell’ultimo viaggio del pontefice che ha attraversato Roma fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore: dalle Filippine (il più popoloso paese cattolico al mondo), all’Africa, passando per l”Asia, gli Stati Uniti o l’America Latina che a papa Francesco aveva dato i natali. L’attesa era tale che fin dai giorni precedenti diverse testate, nelle loro edizioni online, offrivano indicazioni in dettaglio su come sintonizzarsi: le pagine web, gli orari, i canali social dedicati.

Quest’ultima la maggiore novità da quando, nel 2005, il mondo salutò un papa in carica con la morte di Karol Wojtyła . E’ infatti, per esempio, rimbalzata prima sui social l’immagine – subito considerata storica – del faccia a faccia fra il presidente Usa Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky nelle navate della Basilica prima delle esequie. E dalle prime analisi risulta essere al top dell’interesse globale, sfiorando alle 15 (ora italiana) quasi 3 milioni di interazioni, esattamente 2 milioni 915 mila e 481 così divise: su X 547.789, su Instagram 1.689.547 e su Facebook 678.145, secondo l’analisi della società Arcadia sulle conversazioni social e sul web. Tra le 25 emoji più utilizzate online per commentare i funerali ci sono le mani congiunte in preghiera e le bandiere dello Stato Pontificio, dell’Argentina e degli Stati Uniti. E, ovviamente, quasi la metà (47%) sono gli utenti dai 25 ai 34 anni ad aver partecipato maggiormente alle conversazioni digitali.

(la foto in evidenza è di Imagoeconomica)

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto