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Ambiente

Cop27, negoziato in salita su aiuti a paesi poveri

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Comincia la settimana decisiva la conferenza annuale sul clima dell’Onu a Sharm el Sheik, in Egitto. Si comincia a trattare sui dossier che contano. Si parlerà di finanza climatica: aiuti dei paesi ricchi ai paesi poveri per ridurre le emissioni di gas serra (mitigazione), per adattarsi al clima cambiato (adattamento) e per ristorare le perdite e i danni degli eventi meteo causati dal riscaldamento (loss & damage).

Per ora i negoziati sono ad una fase di stallo. Gli osservatori sono concordi nel dire che non si fanno molti progressi, che non c’è accordo sulle questioni più spinose. Lunedì torna a Sharm il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto (FI). Era già stato alla Cop27 lunedì 7 con il premier Meloni, al summit dei capi di stato e di governo. Ma stavolta torna per partecipare direttamente alle trattative fra i ministri dell’Ambiente e dell’Energia, dopo la prima settimana di lavori preparatori degli sherpa. Pichetto rimarrà in Egitto fino a martedì. Oltre ai negoziati, firmerà una serie di protocolli d’intesa sullo sviluppo sostenibile, e avrà alcuni incontri bilaterali coi suoi colleghi di altri paesi. Poi parteciperà ad un paio di eventi al Padiglione italiano, su digitalizzazione e giovani, e incontrerà la delegazione dei parlamentari italiani presenti a Sharm el-Sheikh. I paesi più ricchi, quelli del G7, hanno ribadito a Sharm che vogliono mantenere i loro impegni di decarbonizzazione, presi l’anno scorso alla Cop26 di Glasgow. In particolare, l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali. Possono permetterselo, visto che hanno i capitali per passare dalle fonti fossili alle rinnovabili, e anche perché la crisi ucraina ha dimostrato loro che è meglio non dipendere dall’estero per l’energia. Ma al livello di G20, dove ci sono anche le nazioni emergenti, come Cina, India, Brasile, la situazione cambia. Di fronte al caro energia e materie prime, gli emergenti hanno poca voglia di pensare alla decarbonizzazione, preferiscono concentrarsi sulla difesa del loro apparato produttivo. E le tensioni internazionali sull’Ucraina e su Taiwan non aiutano il dialogo. Poi ci sono gli stati più poveri, che alla Cop27 sono arrivati con un obiettivo: costringere ricchi ed emergenti a istituire un fondo per ristorare le perdite e i danni della siccità e delle alluvioni provocate dal riscaldamento globale. Un riscaldamento causato dagli stati più sviluppati, che però colpisce soprattutto quelli meno sviluppati. Il fondo per i “loss and damage” è diventato una battaglia anche per la presidenza egiziana della conferenza. I padroni di casa vogliono ottenere almeno questo risultato, per poter dire che la loro Cop è stata un successo. Ma i paesi più ricchi hanno moltissimi dubbi sul fondo. A parole, tutti dicono che è giusto e doveroso. Ma nei fatti, tutti temono che le richieste dei paesi più colpiti diventino troppo esose. Quindi, si impuntano per restringere il più possibile il campo di intervento. Per di più, gli esborsi colossali per calmierare il caro energia e per finanziare il riarmo dopo la guerra in Ucraina, non lasciano molti soldi per gli aiuti internazionali. Trovare un accordo non sarà davvero facile. Ammesso che lo si trovi.

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Istituito dal ministro Gilberto Pichetto il 25/o Parco nazionale, è quello del Matese

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Nasce il 25/o parco nazionale italiano, è quello del Matese, area protetta tra Campania e Molise per 87.897,7 ettari. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato il decreto che individua “la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese”. Lo rende noto un comunicato del Mase. Il provvedimento, in ottemperanza alla pronuncia del Tar del Lazio dell’ottobre 2024, spiega la nota, “è il frutto del lavoro e della concertazione che ha coinvolto, oltre il Mase, l’Ispra e numerosi enti territoriali interessati: 52 amministrazioni comunali, quattro province e due Regioni. Viene così ampliato il vecchio Parco Regionale, entrato in funzione solamente nel 2002, a causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale, e che si estendeva su una superficie di oltre 33mila ettari”.
“La firma di oggi, nella Giornata della Terra – ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto – afferma in concreto il valore della biodiversità del nostro Paese: il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra formalmente nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”. “Da oggi il territorio acquisirà – ha aggiunto il sottosegretario Claudio Barbaro a cui il Mase ha attribuito la delega alle aree protette – una visibilità nazionale e il trasferimento di notevoli risorse, al fine di rendere il Parco anche un’occasione, tra le altre cose, di rilancio turistico.
Il Mase, con il nuovo Governo, ha costituito l’Area marina protetta di Capospartivento, il Parco Ambientale di Orbetello e adesso il Parco Nazionale del Matese, a dimostrazione che esiste una strategia e una visione precisa sullo sviluppo delle aree da tutelare, pur nel convincimento che fra l’uomo e il territorio occorra consolidare un equilibrio che sappia preservare sia la natura che lo sviluppo” ha rilevato Barbaro. L’ultimo Parco nazionale istituito in Italia è stato quello dell’Isola di Pantelleria, nel 2016.

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Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

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In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Primo filmato di un calamaro colossale negli abissi, è cucciolo

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Filmato per la prima volta uno dei più elusivi e misteriosi abitanti degli abissi: si tratta del calamaro colossale Mesonychoteuthis hamiltoni, l’invertebrato più pesante al mondo, che può raggiungere i 7 metri di lunghezza e i 500 chili di peso. La sua esistenza era nota da un secolo, ma finora nessun esemplare vivo era mai stato visto nuotare nel suo habitat naturale. La svolta è arrivata lo scorso 9 marzo, quando un cucciolo lungo appena 30 centimetri è stato ripreso a 600 metri di profondità nell’Oceano Atlantico meridionale dal robot subacqueo SuBastian dello Schmidt Ocean Institute.

L’inaspettato incontro è avvenuto mentre i ricercatori a bordo della nave ‘Falkor (too)’ stavano conducendo una spedizione di 35 giorni vicino alle Isole Sandwich Australi per censire nuove forme di vita marina. Il video ottenuto grazie al robot sottomarino rappresenta la prima testimonianza dell’esistenza in vita di questo animale (più grosso del celebre calamaro gigante), che fino a oggi era stato documentato solo attraverso esemplari morti o osservazioni indirette.

“È emozionante vedere il primo filmato in situ di un giovane esemplare di calamaro colossale: per cento anni li abbiamo incontrati principalmente come prede rimaste negli stomaci di balene e uccelli marini e come predatori di merluzzi catturati”, spiega la biologa marina Kat Bolstad dell’Università di Tecnologia di Auckland, una degli esperti indipendenti consultati dal team della spedizione scientifica per verificare il filmato. Una delle caratteristiche distintive del calamaro colossale è la presenza di uncini al centro delle sue otto braccia. I cuccioli hanno corpi trasparenti e uncini affilati all’estremità dei due tentacoli più lunghi, ma crescendo perdono il loro aspetto trasparente. Nel video si può notare l’iridescenza dei bulbi oculari che spiccano nel buio dell’oceano.

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