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Convegno sulla Medicina di Genere al Grand Hotel Vanvitelli: tra cultura, ricerca ed equità nelle strategie di cura

Il 23 e 24 ottobre al Grand Hotel Vanvitelli di San Marco Evangelista si terrà il convegno “Medicina di Genere – cultura, ricerca, equità. Strategie di cura”, promosso dalla Fondazione Global Health. Focus su diagnosi, farmaci e salute femminile.

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Oggi e domani 24 ottobre presso il Grand Hotel Vanvitelli di San Marco Evangelista (Caserta) si terrà il convegno “Medicina di Genere – cultura, ricerca, equità. Strategie di cura”, promosso dalla Academy della Fondazione Global Health. L’iniziativa, che riunisce esperti, ricercatori e operatori sanitari, sarà moderata, tra gli altri, dalla giornalista e divulgatrice scientifica Olga Fernandes.

Antonella Guida. Presidente dell’associazione Global Health e Direttore scientifico del convegno


Uomini e donne si ammalano e guariscono in modo diverso

«Anche se non tutti lo sanno, uomini e donne si ammalano e guariscono diversamente», spiega la dottoressa Antonella Guida, presidente della Fondazione e direttrice scientifica del convegno.
Un dato troppo spesso ignorato, che ha profonde implicazioni nella prevenzione e nelle terapie. «Negli studi scientifici e nelle ricerche – prosegue Guida – il campione di riferimento è quasi sempre di genere maschile: meno del 25% degli studi clinici è orientato al genere e meno del 10% suddivide i dati in base al sesso».


Le donne tra diagnosi sbagliate e cure ritardate

Le conseguenze di questa disattenzione emergono chiaramente: «Le donne si ammalano di più, utilizzano più farmaci e manifestano maggiori effetti collaterali. Hanno più probabilità di ricevere diagnosi errate e sono spesso vittime di pregiudizi diagnostici. A ciò si aggiunge un dato sociale rilevante: molte di loro si prendono cura di familiari malati, trascurando o ritardando le proprie cure».


Salute femminile e approccio multidisciplinare

Il convegno della Fondazione Global Health intende promuovere un cambio di paradigma nella medicina contemporanea, integrando la prospettiva di genere in ogni fase del percorso sanitario, dalla ricerca alla pratica clinica.
Attraverso un approccio multidisciplinare, saranno affrontati temi cruciali legati alla salute femminile, alla ricerca biomedica, alla formazione dei professionisti sanitari e alla necessità di equità nelle politiche di cura.

Un evento, dunque, che mira a costruire una nuova cultura della salute, capace di riconoscere le differenze biologiche, sociali e culturali tra uomini e donne come punto di partenza per una medicina davvero equa ed efficace.

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Esteri

Israele intensifica i raid in Libano: ucciso un comandante di Hezbollah, Beirut parla di “guerra d’attrito”

Israele colpisce il sud del Libano uccidendo un alto dirigente di Hezbollah. Il premier libanese Nawaf Salam parla di “guerra d’attrito” e ribadisce: “Nessuna trattativa con Israele”. Cresce la tensione lungo il confine.

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Israele ha intensificato i bombardamenti sul Libano meridionale, colpendo membri di Hezbollah e presunte infrastrutture militari del partito sciita. Secondo fonti locali, un raid aereo ha ucciso un responsabile del genio militare di Hezbollah e sua moglie nel distretto di Nabatiye. L’episodio segna un nuovo punto di tensione nel fragile equilibrio del fronte settentrionale.

Nelle ultime 48 ore, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver distrutto un campo di addestramento di Hezbollah e una fabbrica di missili nella valle della Bekaa, al confine con la Siria. Pattuglie israeliane avrebbero inoltre perlustrato aree nel settore centrale della linea di demarcazione, partendo da una delle cinque postazioni militari che Israele mantiene in territorio libanese.

IL LIBANO IN UNA “GUERRA D’ATTRITO”

Il premier libanese Nawaf Salam ha descritto la situazione come una vera e propria “guerra d’attrito”, ribadendo che il governo non intende aprire negoziati diretti con Israele. Una posizione che contrasta con le recenti aperture del presidente Joseph Aoun, il quale non aveva escluso la possibilità di un dialogo con Tel Aviv.

Libano e Israele restano formalmente in stato di guerra da oltre 70 anni, e le tensioni si sono riaccese in seguito ai raid e alle dichiarazioni reciproche. Salam ha ricordato che “è impossibile avere due eserciti in un Paese”, riferendosi al piano di disarmo graduale di Hezbollah approvato a settembre, ma senza scadenze precise.

LA QUESTIONE DEL DISARMO DI HEZBOLLAH

Hezbollah continua a vincolare il proprio disarmo al ritiro di Israele dalle cinque postazioni militari ancora presenti nel sud del Paese. Tel Aviv, invece, sostiene che il ritiro potrà avvenire solo dopo che il movimento sciita avrà deposto le armi.
“Così si mette a rischio la pace civile”, ha ammonito il premier Salam, avvertendo che la presenza di due forze armate autonome mina la stabilità interna del Libano.

VISITA DEL GOVERNO NEL SUD E PROMESSE DI RICOSTRUZIONE

Il ministro degli Esteri Joe Raggi e la ministra degli Affari sociali Hanin Sayyed si sono recati in elicottero nelle zone colpite dai raid. “L’entità dei danni rafforza la nostra determinazione a liberare le nostre terre e a recuperare il monopolio delle armi e delle decisioni sulla guerra e la pace”, ha dichiarato Raggi, in un messaggio diretto a Israele e Hezbollah.

La ministra Sayyed ha annunciato nuovi progetti di ricostruzione finanziati dalla Banca mondiale per 250 milioni di dollari. Tuttavia, secondo i media locali, i lavori rischiano di restare bloccati: il sito d’inchiesta Megaphone denuncia una “campagna sistematica” israeliana per distruggere cantieri, veicoli e infrastrutture civili nel sud del Paese.

ESCALATION DI ATTACCHI CONTRO LA RICOSTRUZIONE

“Dall’inizio dell’anno – scrive Megaphone – si sono verificati 39 attacchi israeliani contro veicoli, cantieri, ingegneri e attivisti impegnati nella ricostruzione civile”. Un bilancio che testimonia la difficoltà del Libano nel ricostruire il sud devastato, stretto tra le pressioni israeliane, gli interessi americani e la resistenza di Hezbollah.

Con il confine tornato a essere teatro di scontri, il Paese dei Cedri si trova oggi in una trappola geopolitica che rischia di far precipitare nuovamente il Medio Oriente in un ciclo di violenza senza fine.

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Economia

Manovra, tregua nella maggioranza ma restano le tensioni: Tajani difende Giorgetti, ma Forza Italia non molla sui nodi chiave

Dopo giorni di scontri nella maggioranza, torna la calma sui toni ma restano aperte le questioni economiche: Forza Italia chiede modifiche alla manovra, Giorgetti avverte che “la quadratura dei conti va mantenuta”.

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Dopo una settimana di tensioni nella maggioranza, arriva una tregua sui toni intorno alla manovra economica. I contrasti restano, ma Antonio Tajani tende la mano al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Sta facendo un buon lavoro – ha dichiarato – la manovra è positiva, ma si può migliorare”. Miglioramenti che, secondo il leader di Forza Italia, dovranno arrivare con “il lavoro del Parlamento”.

Un’apertura che Giorgetti accoglie con prudenza, ricordando però che “ogni modifica dovrà mantenere la quadratura dei conti”. Il ministro ha ironizzato sulle pressioni ricevute dai colleghi di governo: “Scappo da Roma perché i ministri mi inseguono, ma la gente comune chiede di tagliare la spesa pubblica”.

LA PREMIER CHIEDE CALMA TRA GLI ALLEATI

Dietro la calma apparente ci sarebbe anche un intervento di Fratelli d’Italia, che avrebbe agito da mediatore per abbassare i toni tra gli alleati, mentre la premier Giorgia Meloni, impegnata all’estero, ha seguito con attenzione le schermaglie interne. La linea emersa è chiara: evitare scontri pubblici in vista di 18 mesi di campagna elettorale e preparare un coordinamento politico in vista dell’arrivo della manovra in Parlamento.

Martedì, il Consiglio dei ministri sulla sicurezza sul lavoro sarà l’occasione per un nuovo faccia a faccia tra i vertici della coalizione e per testare la ritrovata unità.

IL NODO BANCHE E I TAGLI AI MINISTERI

Resta però aperta la partita più delicata, quella delle banche e dei dividendi. Tajani ribadisce che “gli istituti di credito non sono mucche da mungere”, ricevendo la pronta replica di Maurizio Lupi (“Nel vertice ha condiviso ogni provvedimento”) e una risposta ironica dello stesso Tajani: “È un po’ Pinocchio, ma lo perdono”.

Sul fronte del bilancio, il ministro Luca Ciriani è categorico: “I saldi non si toccano”. E ogni modifica, aggiunge, dovrà passare dal Parlamento.

Tra le voci più contestate anche quella dei tagli ai ministeri, che colpisce in particolare il settore culturale. La sottosegretaria Lucia Borgonzoni ha definito “un errore” la stretta sui fondi al cinema e ha invitato anche l’opposizione a unirsi in una “battaglia parlamentare comune” per correggere la misura.

CONFINDUSTRIA E OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO

Le critiche arrivano anche dal mondo produttivo. Confindustria chiede modifiche su tre punti principali: l’imposta sui dividendi, la compensazione dei crediti d’imposta e la proroga del fondo di garanzia per le Pmi.

Sul fronte politico, Elly Schlein parla di una legge di bilancio “a zero crescita”, mentre Giuseppe Conte attacca Tajani: “Dice che le banche non sono mucche da mungere? Per loro lo sono i cittadini”. Avs definisce la manovra “austera e piena di spese militari”, mentre Riccardo Magi propone di “ridurre le tasse sugli affitti lunghi” per affrontare la crisi abitativa.

RENZI: “UN GOVERNO COSÌ SFRANTUMATO NON SI ERA MAI VISTO”

Dalle opposizioni, il leader di Italia Viva Matteo Renzi osserva con sarcasmo: “Un governo così sfrantumato non si era mai visto”. La tregua sui toni non basta, insomma, a nascondere le fratture politiche che attraversano la maggioranza su economia, banche e tagli ministeriali. E la partita della manovra, di fatto, è appena cominciata.

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Ambiente

Italia, cresce ancora il consumo di suolo: nel 2024 persi 84 chilometri quadrati, danni per 9,6 miliardi di euro

Secondo il Rapporto SNPA-Ispra 2024 il consumo di suolo in Italia ha raggiunto livelli record: 84 km² di nuove superfici artificiali e danni economici per 9,6 miliardi di euro. Lombardia, Veneto e Campania tra le regioni più colpite.

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Una ragnatela che si allarga senza sosta: così gli esperti dell’Ispra descrivono il fenomeno del consumo di suolo in Italia, che nel 2024 ha raggiunto livelli record. Secondo l’ultimo Rapporto SNPA-Ispra, sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri quadrati, il 16% in più rispetto al 2023, mentre solo 5,2 chilometri quadratisono stati restituiti alla natura.

Ogni ora, in Italia, si perdono 10mila metri quadrati di suolo, un ritmo che equivale a cancellare, tassello dopo tassello, intere porzioni di paesaggio e biodiversità.

Danni economici per quasi 10 miliardi di euro

Le conseguenze economiche del fenomeno sono allarmanti: la perdita di servizi ecosistemici — come l’assorbimento di CO₂, la filtrazione dell’acqua o la difesa idrogeologica — ha causato nel 2024 danni stimati in 9,6 miliardi di euro, mezzo miliardo in più rispetto all’anno precedente.
«Il territorio viene ricoperto sempre più velocemente, dalle città alle coste, fino alle campagne», ha spiegato Carlo Munafò, responsabile del rapporto.

Le regioni più colpite e l’espansione del fotovoltaico

Le regioni dove il suolo consumato supera il 5% del territorio sono ormai 15, con punte record in Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%).
Il maggior consumo di suolo annuale si è registrato in Emilia-Romagna, con oltre 1.000 ettari coperti da nuove superfici, seguita da Lombardia (834 ettari), Puglia (818), Sicilia (799) e Lazio (785).

Un dato in forte crescita riguarda le coperture da pannelli fotovoltaici, passate da 420 ettari nel 2023 a oltre 1.700 nel 2024. Le regioni più coinvolte sono Lazio (443 ettari), Sardegna (293) e Sicilia (272).

Verde in città sempre più ridotto

Nelle aree urbane si registra una perdita ulteriore di 3.750 ettari di verde, mentre cresce anche il consumo di suolo nelle aree protette, con 81 ettari in più rispetto all’anno scorso. Solo poche regioni, come Liguria, Molise e Valle d’Aosta, riescono a mantenere il consumo sotto i 50 ettari annui.

I casi virtuosi: l’esempio dell’Emilia-Romagna

Non mancano tuttavia segnali positivi: l’Emilia-Romagna è anche la regione che ha recuperato 143 ettari di suolo grazie a interventi di rinaturalizzazione di cave dismesse e alla chiusura di cantieri legati a infrastrutture energetiche.
Un modello di rigenerazione che, secondo l’Ispra, può diventare un esempio per il futuro, per invertire la tendenza di una perdita che appare sempre più irreversibile.

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