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Politica

Conte rivendica: su Alzano decisi io ma seppi del Cts il 5/3

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E’ stato il governo ad “assumersi sempre la responsabilita’ politica delle proprie decisioni”. Ma del verbale del 3 marzo del Comitato tecnico scientifico che chiedeva misure restrittive per Alzano e Nembro “sono venuto a conoscenza il 5 marzo” e, dopo un supplemento di valutazione, fu il Cts tra il 6 e il 7 marzo a “convincersi” che servisse chiudere l’intera Lombardia. Giuseppe Conte ripercorre le ore delle decisioni piu’ controverse nella gestione del lockdown. Ripete quanto detto ai magistrati di Bergamo che indagano sulla mancata zona rossa nei due Comuni del bergamasco. E prova a stoppare la polemica nata dalla pubblicazione del verbale del Cts del 3 marzo, che chiedeva di isolare i due Comuni vista la crescita dei contagi. Lo fa al termine di una giornata di polemiche, con la Lega all’attacco, a chiedere al premier di dimettersi e ai giudici di mandarlo a processo anche per la decisione del lockdown in tutta Italia. Il premier annuncia in conferenza stampa il nuovo dpcm che sara’ in vigore dal 10 agosto al 7 settembre e proroghera’ le “misure restrittive minime” per bloccare il contagio: l’obbligo di mascherine, il divieto di assembramenti, la distanza di un metro tra le persone, l’invito a lavare spesso le mani, ma anche la chiusura delle discoteche. Ripartono le crociere e riaprono le fiere. “La curva dei contagi e’ stabile, con lievi segnali di ripresa”, osserva il premier: “L’Italia sta facendo bene rispetto ad altri Paesi e non vogliamo nuove restrizioni ma ai giovani dico che capisco la voglia di movida ma bisogna muoversi in modo responsabile”, e’ l’appello di Conte. Che invita a “rispettare i protocolli di sicurezza sui trasporti” e annuncia nel nuovo dpcm un apposito protocollo per il trasporto scolastico, ma conferma che resta la possibilita’ per le regioni di indicare misure meno restrittive sugli autobus locali. Conte  si prepara, con i ministri, a una “breve” pausa ferragostana, in vista del lavoro da fare alla ripresa, con il piano per accedere al Recovery fund. E in conferenza stampa, con al fianco ben sei ministri (inclusa la “passionale” Teresa Bellanova che era in clinica per accertamenti e in Cdm si presenta col polso fasciato) respinge le tentazioni di parte della maggioranza assicurando di non avvertire “nessuna esigenza di rimpasto, che e’ anche una formula logora”. Ad agitare l’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa e’ pero’ la pubblicazione dei verbali del Cts, sui giorni del lockdown. Matteo Salvini per tutto il giorno attacca, parlando di un governo “criminale”. Fa discutere il verbale in cui gia’ il 3 marzo, cinque giorni prima del lockdown lombardo, i tecnici suggerivano al governo di chiudere Alzano e Nembro. Conte cerca di sottrarsi al “giochino” del confronto tra atti tecnici e decisioni del governo e rivendica di non aver “mai delegato la responsabilita’ politica delle decisioni”. Poi pero’ ripercorre puntigliosamente l’iter delle sue scelte. A partire da un dato assai singolare: del verbale del 3 marzo, dichiara, “sono venuto a conoscenza il giorno 5”. “Quel giorno – racconta – a margine del Cdm facciamo una valutazione con i ministri competenti sulla proposta di adottare una cintura rossa per Alzano e Nembro. A quel punto maturiamo la convinzione che sia opportuna una interlocuzione col Cts perche’ non eravamo piu’ nella situazione originaria dei comuni di Vo e Codogno, quando pensavamo che i focolai fossero solo li’. A margine di quel Cdm abbiamo convenuto di chiedere un approfondimento al Cts: lo chiede il ministro della Salute (Roberto Speranza, ndr) a Brusaferro che la sera del 5 elabora un parere che a notte inoltrata lo manda anche a me. Ci confrontiamo io e il ministro della Salute. Lui il giorno dopo era a Bruxelles e gli anticipo che sarei andato io al Cts. Avevamo predisposto la zona rossa ma avevamo un dubbio: in una situazione compromessa che senso ha introdurre la zona rossa solo per Alzano e Nembro? Con me – va nel dettaglio Conte – alla protezione civile c’era anche il segretario generale della presidenza del Consiglio. Da quel dialogo parte un supplemento di riflessione del Cts, che la mattina del 6 dispone dei dati aggiornati del 5. A quel punto li lascio liberi di valutare: loro si convincono che sia necessario adottare misure piu’ restrittive. Il parere del Cts e’ del 7 e in poche ore ci confrontiamo con i ministri e gli enti locali e io tra le due e le tre di notte firmo il nuovo dpcm per tutta la Lombardia”. Il premier ribadisce ogni passaggio, ma lascia sul tavolo un dubbio: come mai ricevette soltanto il 5 il rapporto datato 3 marzo?

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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