A nemmeno 48 ore dal decreto agosto per il premier Giuseppe Conte si staglia gia’ all’orizzonte il settembre “rovente” da tanti evocato dentro e fuori al Parlamento. In effetti, l’incrocio tra Regionali, Recovery Plan, manovra economica, e il rischio tensione sociale si presenta tra i piu’ difficili per il governo Conte II. Con il rebus di una vittoria del centrodestra in alcune Regioni chiave come la Puglia, che potrebbe essere un colpo durissimo per la stabilita’. Proprio in Puglia Conte decide di venire per quella che potrebbe essere l’ultima sua uscita pubblica prima della pausa estiva. A Ceglie Messapica, nella terra dei trulli e degli ulivi, il premier si presenta con la compagna Olivia Paladini, il cui numero di presenze al fianco del capo del governo aumenta con il passare delle settimane. Qui, in serata. Conte sara’ ospite per la terza volta consecutivo dell’evento La Piazza, organizzato dal direttore di Affariitaliani.it Angelo Maria Perrino. Puglia che, alle Regionali di settembre, si presenta un po’ come l’Ohio della tornata elettorale d’autunno. Anche perche’, a sostenere Michele Emiliano ci sono solo il Pd e Leu. La mancata alleanza con il M5S preclude, di fatto, al premier di fare una sia pur “velata” campagna elettorale nella sua Regione. Anzi, a Conte tocchera’ muoversi con estrema prudenza (non e’ neanche scontato che “consigli” il voto disgiunto, come accadde per l’Emilia-Romagna) perche’ il M5S esce gia’ “provato” dalla questione alleanza. Ipotesi a cui i vertici hanno detto “no” e che, nei giorni scorsi, ha portato Paolo Lattanzio a dire addio al Movimento. Ma agosto, per il premier, sara’ soprattutto il mese in cui preparare il Recovery Plan da presentare a Bruxelles per i 209 miliardi del piano Next Generation Ue.
Solo il 10% delle risorse arrivera’ nel 2020 ma, per ora, Conte sull’attivazione del Mes prende tempo. Sono tanti i fattori che frenano il premier. Innanzitutto il rischio, altissimo, di una spaccatura del M5S. Ma anche il fatto che Conte vorrebbe evitare che, tra i grandi Paesi Ue, l’Italia sia la sola a chiedere i 36 miliardi del fondo-Salva Stati. Una possibile soluzione di mediazione potrebbe essere la richiesta dell’attivazione solo di una parte della quota assegnata all’Italia. Ad incidere su una simile azione potrebbe essere decisivo, il rischio, mai come in questi giorni concreti, dell’arrivo di una seconda ondata di Covid-19. Per ora, pero’, il governo si “accontenta” del fondo Sure e si butta “a testa bassa” sulla preparazione del Recovery Plan: digitalizzazione, investimenti infrastrutture, transizione ecologica, sburocratizzazione, reindustrializzazione del Sud sono alcuni dei pilastri da cui Conte vuole partire. Il Comitato tecnico di valutazione, team di funzionari ministeriali che affianca il Ciae, di fatto non andra’ mai in vacanza. L’obiettivo del premier e’ arrivare con una bozza di piano gia’ ai primi di settembre, cercando di evitare il “possibile assalto alla diligenza” di cui anche il presidente Sergio Mattarella ha parlato incontrando le Regioni al Quirinale. Il pericolo di un corto circuito tra enti locali, partiti di maggioranza e opposizione e’ altissimo. E chissa’ che, per evitare il baratro e puntare ad una sorta di auto-rafforzamento, alla fine la maggioranza dia vita ad un rimpasto gia’ prima delle Regionali. Per ora tutti i leader in campo negano. Ma non e’ un mistero che, nel mirino di una parte della coalizione, ci siano almeno il dicastero del Lavoro e quello dell’Istruzione. Con due rebus tutti da definire: l’ingresso di Nicola Zingaretti nell’esecutivo (finora da lui sempre smentito) e le mosse di Luigi Di Maio.