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Colpo del Genoa, Roma ko 4-1 e contestata dai tifosi

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Impresa del Genoa che conquista la prima vittoria casalinga che con una prova praticamente perfetta abbatte la Roma di Mourinho, al quale non basta chiudere la gara con quattro attaccanti per intaccare il successo dei rossoblù. L’illusorio pareggio di Cristante al gol iniziale di Gudmundsson non ha reso meno amara la sconfitta ai giallorossi che hanno subito il secondo a fine primo tempo, Retegui, per poi crollare nella ripresa sotto i colpi di Thorsby e di Messias. E triplice fischio non manca la contestazione dei duemila tifosi giallorossi arrivati fino a Genova che chiedono più ‘attributi’ alla squadra andata a fare ammenda sotto il loro settore. Gilardino schiera il Genoa con il 3-5-2 inserendo a sorpresa il giovanissimo, classe 2004, Matturro, all’esordio in serie A. Mentre Mourinho si affida a Pellegrini e Dybala alle spalle di Lukaku.

Rossoblù che trascinati dal pubblico di casa partono subito forti. Al 4′ Llorente anticipa di un soffio Retegui ma un minuto dopo padroni di casa in vantaggio. Strootman recupera palla sulla trequarti e serve in area Gudmundsson che con un preciso sinistro rasoterra batte Rui Patricio. Forte del vantaggio il Genoa spinge e al 9′ Frendrup sfiora in area piccola un cross di Strootman. Con il passare dei minuti però la Roma alza il baricentro anche perché il Genoa perde Badelj per problemi muscolari già al decimo. E al 22′ ecco il pareggio degli ospiti. Spinazzola a sinistra si libera di Sabelli e pennella un cross perfetto per l’inserimento di Cristante che di testa sorprende tutti. Poco dopo fuori anche Llorente, infortunio muscolare, per Bove con Cristante che arretra mentre il Genoa perde anche Strootman, problema al flessore, sostituito da Kutlu.

La Roma ormai comanda il gioco ma senza concretizzare e nel finale il Genoa ritrova il vantaggio. Merito di Gudmundsson che parte da metà campo, si libera di tre avversari in dribbling e serve Thorsby, il norvegese serve di prima intenzione Retegui che controlla e batte Rui Patricio. Ancora cambi nell’intervallo con De Winter per Sabelli e Belotti per Mancini e Roma aggressiva alla ricerca del pari. Ma sono i padroni di casa dopo aver controllato la furia giallorossa a passare ancora al 29′ con Thorsby che sul secondo palo insacca il pallone prolungato da Dragusin su angolo di Gudmundsson e al 36′ Messias sigla il poker bagnando l’esordio in rossoblù su assist di Frendrup e regalando il poker ai suoi. Mourinho chiude la gara con quattro attaccanti ma non raccoglie praticamente nulla se non la contestazione e il pensiero di trovarsi con cinque punti, tre sconfitte e undici reti subite in sei gare.

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Trappola Napoli per Inter in fuga, rischia il Milan

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Il Napoli vuole evitare di passare il testimone già a dicembre a un’Inter sempre più autorevole, lanciata in una fuga scudetto che appare compatibile col potenziale della sua rosa. Simone Inzaghi, dopo la prova di forza data a Lisbona col recupero di tre gol in una gara che contava poco e con otto sostituti in campo, ha la forza dei nervi distesi. Una sconfitta potrebbe essere tutto sommato rimediabile, una vittoria significherebbe rafforzare la fuga e infliggere un colpo tremendo a un Napoli che tenta di riguadagnare l’autostima col sergente di ferro Mazzarri che, proprio con la squadra con cui ha ottenuto i risultati migliori dieci anni fa, cerca di tornare in auge dopo un’eclissi che l’ha fatto scomparire dai radar del calcio che conta. Tutto lascia presagire un incontro spettacolare e dal risultato in bilico, nel match clou della 14/a di A, domenica sera al ‘Maradona’.

Il recuperato Osimhen e il rinfrancato Kvara sfidano, orgogliosi dello scudetto sul petto, gli affiatati e irresistibili Lautaro e Thuram. Anche a centrocampo i confronti sono equilibrati, mentre sulle fasce prevale l’Inter. Anche se hanno la migliore difesa, in quel reparto gli ospiti potrebbero rendere qualcosa per le assenze di Pavard e Bastoni, ma il Napoli non ha ancora elaborato il ‘lutto’ della partenza di Kim visto che il sostituto Natan convince a metà. Però, dopo l’esonero di Garcia, i partenopei hanno ritrovato lo spirito giusto, come hanno dimostrato a Bergamo e a Madrid. Rischia molto di più, in realtà, il Milan di Pioli colpito e (quasi) affondato in Champions in un girone comunque complicato. I tumultuosi movimenti di mercato sembrano avere alla distanza disunito il gruppo falcidiato da una sequela di infortuni che non possono essere ascrivibili solo alla sfortuna.

La difesa manca di cinque elementi e domani, contro il volitivo Frosinone, il reduce Tomori sarà affiancato dal baby Simic. Senza Leao e lo squalificato Giroud Pioli sarà costretto a ricorrere all’inconsistente Jovic. Di Francesco si sta togliendo molti sassolini dalle scarpe: dopo i molteplici esoneri sta facendo volare il Frosinone come aveva fatto col Sassuolo a inizio carriera. I ciociari divertono, sfruttano i prestiti di Soule’, Barrenechea, Reinier, Cheddira per creare un gruppo sfacciato e ambizioso, per ora ancorato al nono posto. Un ulteriore passo falso potrebbe far traballare la panchina di Pioli, che è comunque al terzo posto. Osservate speciali, nel turno successivo alla quinta tappa delle coppe, sono le attardate Roma, Atalanta, Fiorentina e Lazio, oltre alla sorpresa Bologna. La Roma, criticata aspramente da Mourinho dopo la frenata a Ginevra, gioca in casa del Sassuolo di Berardi e degli ex Vina e Defrel. Rientrerà Mancini, le chance dei tre punti sono affidate a Lukaku e Dybala, insolitamente opaco col Servette.

L’Atalanta ha ritrovato il miglior Scamacca e renderà visita a un Torino sempre più inconcludente, con l’ex Zapata smanioso di farsi rimpiangere. La Fiorentina deve cambiare marcia dopo le quattro sconfitte in cinque gare che hanno frenato la sua ascesa: sembra favorita contro la Salernitana che è ultima ma che ha mostrato orgoglio e qualità vincendo con la Lazio grazie all’ex Candreva. I biancazzurri hanno frenato le difficoltà recenti con la qualificazione agli ottavi di Champions e le prodezze del ritrovato Immobile, ma il bilancio in campionato e’ deprimente: sono 11/i, a -7 dal quarto posto.

Servono tre punti contro il Cagliari che sembra in progresso e ha una batteria di attaccanti superiore ai suoi avversari per la salvezza. Se buona parte delle squadre arrancano, ce n’è una che vola. E’ il Bologna di Thiago Motta, trascinato da Ferguson, Aebischer e Zirkzee, che ha il miglior rendimento degli ultimi 20 anni. Gli emiliani sono quinti con la Roma e hanno la possibilità di ottenere la quarta vittoria in sei gare in casa di un deludente Lecce che Baroni non riesce a riassestare dopo un buon inizio. Le altre due gare riguardano la volata salvezza. Il Genoa, che Gilardino sta pilotando verso il centroclassifica, recupera Retegui, dà fiducia a Malinovskyi e ospita l’alterno Empoli, che però ha tratto giovamento dal ritorno di Andreazzoli. Molto piu’ delicato è il derby del nord-est: l’Udinese con Cioffi sembra più competitivo, ma la classifica è deficitaria e rimane l’enigma del recupero di Deulofeu, fermo ai box da un anno. I friulani ospitano il Verona di Baroni in caduta libera: dopo le due vittorie iniziali ha collezionato tre punti in 11 partite. Un ulteriore stop potrebbe decapitare anche la panchina dei veneti.

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Lazio e Napoli si rituffano in campionato all’inseguimento delle prime della classe

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La vittoria col Celtic di martedì scorso ha rivitalizzato l’ambiente della Lazio: con gli ottavi di Champions League in cassaforte, gli uomini di Sarri potranno concentrarsi solo sul campionato. Il quarto posto, occupato dal Napoli, dista 7 punti, per cui l’impegno di domani contro il Cagliari è già un banco di prova importante per valutare la continuità della Lazio, che in stagione ha spesso compiuto passi falsi dopo vittorie convincenti. Come col Celtic, il mister non potrà contare su tre titolari: Casale e Romagnoli in difesa, Zaccagni in attacco. In compenso tornerà disponibile Matia Vecino, che si è messo alle spalle l’infortunio al gluteo. La Lazio ha ospitato i sardi all’Olimpico 39 volte: 26 successi dei padroni di casa, 5 pareggi e 8 vittorie del Cagliari (l’ultima nel 2009). Secondo Manuel Lazzari, oggi protagonista in conferenza stampa, il successo in Champions deve lasciare “tanta energia, tanta adrenalina per ributtarci in campionato dove siamo in ritardo”. Il terzino non si capacita della differenza di rendimento della squadra tra Serie A e Champions: “Domani ci aspetta una partita da dentro o fuori, dovremo approcciarla come martedì sera”, aggiunge.

Lazzari garantisce che nel gruppo non è “mai mancata” umiltà: “A volte, come a Salerno, può sembrare che ci siamo mancata cattiveria e personalità. Dobbiamo solo cercare di iniziare le partite come abbiamo fatto in Champions. Adesso ci dobbiamo dare una svegliata in Serie A”. L’ex Spal, dopo tanti anni da esterno in un centrocampo a cinque, ha saputo reinventarsi terzino destro grazie a Sarri: “Con il mister mi sono dovuto adattare.

Quest’anno mi sento molto meglio, penso molto più a difendere che ad attaccare, è quello che chiede Sarri. Curo molto di più la fase difensiva e a rimanere concentrato 90 minuti. Se sbagli è un disastro”. Questa crescita costante potrebbe garantirgli continuità con la maglia azzurra: “Arrivare in Nazionale, giocare gli Europei e i Mondiali, è il sogno di chiunque, anche mio. C’è tanta competizione. Io mi devo concentrare sulla Lazio, solo così potrò avere qualche chance. Ma non mi ci focalizzo più di tanto”. In chiusura, il numero 29 biancoceleste dedica qualche parola anche Ciro Immobile, l’uomo del momento: “Lo vedo sempre molto sereno, felice, soprattutto dopo i due gol contro il Celtic. L’umore è ottimo, sta bene, è in fiducia. Ha fatto la differenza anche partendo dalla panchina. Ha subito tante critiche, ma lui è fortissimo ed è stato bravo a guardare oltre, l’ha dimostrato a tutti.”.

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Fiorentina avanti in Conference, battuto il Genk

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Battendo per 2-1 il Genk la Fiorentina consolida il primo posto nel girone, fa un passo importante verso la qualificazione agli ottavi ma per riuscirci le manca ancora un punto, quello che dovrà andare a conquistarsi fra due settimane in Ungheria, in casa del Ferncvaros capace di vincere in extremis sul Cukaricki. Intanto però Vincenzo Italiano ha ottenuto quello che aveva chiesto, vincere per ripartire dopo il ko con il Milan di sabato scorso.

La squadra belga è passata per prima con Kayembe, cui ha risposto subito dopo Martinez Quarta. Il raddoppio è arrivato nella ripresa grazie al rigore battuto con la consueta precisione da Nico Gonzalez, al 9° gol stagionale, mettendo il timbro su una gara contrassegnata da 12 ammoniti (compresi i due allenatori), nervi tesi e accenni di rissa. Vincenzo Italiano è partito escludendo sia Nzola che Beltran, i due centravanti finiti nel mirino, la cui perdurante sterilità ha pesato finora sul rendimento della squadra specialmente in campionato: al loro posto il tecnico viola ha schierato Kouamé (non è la prima volta) sostenuto da Nico Gonzalez e Ikoné. Cambiamenti anche in difesa con Mina per la prima volta titolare.

In un Franchi con molti spalti vuoti è stato il Genk ad andare subito vicinissimo al gol: un errore di Parisi ha spianato la strada a Fadera che a tu per tu con il portiere viola ha però calciato sul palo. Il pericolo corso ha suggerito alla Fiorentina di accelerare la manovra ma la squadra belga era pericolosa con Paintisil I viola ci provavano con Gonzalez e Barak, senza trovare il bersaglio. L’arbitro intanto graziava sia Quarta, per un’entrata pericolosa e soprattutto Fadera (già ammonito) per gioco pericoloso su Parisi: non a caso Vrancken lo ha sostituito di lì a poco.

La squadra belga si difendeva bene (salvataggio sulla linea di Hrosovsky sul tiro di Ikoné) e continuava sfruttare gli spazi in ripartenza riuscendo prima dell’intervallo a passare con Kayembe bravo a saltare Quarta. Il centrale argentino si riscattava poco dopo, nel recupero, raccogliendo e calciando in porta una respinta del portiere sul colpo di testa di Mina. Il risultato restava in bilico anche nella ripresa fra squadre che si affrontavano senza tatticismi. Italiano inseriva Milenkovic, Kayode e poco più tardi Arthur e Beltran (per Barak) in una Fiorentina col doppio regista e il centravanti argentino posizionato dietro Kouamé: proprio l’ex River e il giovane terzino si rivelavano determinanti nell’azione sfociata nel raddoppio, il primo lanciando il secondo sul quale l’intervento di Sadick veniva sanzionato (anche dal Var) con il rigore battuto dallo specialista Gonzalez.

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