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Ciro Dries Mertens, il belga napoletano dentro che vuole restare azzurro a vita

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Sui social qualcuno ha scritto: “Ciro, tu si’ ‘na cosa grande”: sì perché ormai lui per tutti è ‘Ciro’ Mertens, calciatore belga naturalizzato partenopeo. Basta guardarlo: i tratti sono quelli del napoletano con il “pizzo a riso” degli scugnizzielli di queste latitudini, la gestualità tipica napoletana, l’amore per il caffè e per tutto quello che anche vagamente ricorda la città. Soprattutto però ‘Ciro’ Dries Mertens è un campione. Di razza. Ha tecnica, capacità, inventiva, disciplina: 121 gol, il record di Marek Hamsik, la dicono tutta. E si tratta quasi sempre di gol importanti oltre che belli o tecnicamente perfetti. Come quello splendido segnato al Barcellona. Voluto, cercato, eseguito.

È arrivato a Napoli con Benitez allenatore, con Sarri è diventato un vero falso nueve da più di 30 gol, con Ancelotti ha fatto benissimo e con Gattuso, nonostante qualche problema muscolare e la stagione difficile continua ad essere il vero fuoriclasse del Napoli. Difficile pensare che davvero possa andare via eppure per il momento è praticamente libero di andare dove vuole, svincolato ma nonostante questo non ha preso impegni con nessuno anzi, lui  a Napoli vorrebbe rimanerci. Anche se tante squadre gli hanno offerto e gli offrono ponti d’oro per averlo.

Era l’estate del 2013 quando venne acquistato: una passeggiata sul lungomare con l’inseparabile Kat, allora sua fidanzata, e fu amore a prima vista. Trovò casa a Posillipo nello storico Palazzo Donn’Anna e da allora quello è il suo quartiere generale: sul terrazzo di casa affacciato sul mare le cene, le serate a cantare e suonare con gli amici-colleghi non sono mai mancate. Da Jorginho a Milik, e poi parenti e amici del Belgio che all’inizio erano perplessi sulla decisione di Dries di scegliere il Napoli e poi sono diventati i più entusiasti sostenitori, e gli amici napoletani come Claudio Boccalatte o Daniele Bellini o altri.

La vita a Napoli gli piace e non ne ha mai fatto mistero: ha preso lezioni di chitarra per cantare le melodie partenopee, ha imparato a fare la pizza e a cucinare gli spaghetti, frequenta i baretti ma anche i posti della napoletanità più verace. E Ischia e Capri. Dove va in giro con Ivan Ciaramaglia e Michele Mattera, e Nino Verginiello ed altri amici, gioca a calcetto con i ragazzini, fa escursioni che finiscono in meravigliose spaghettate. Senza problemi.

È forse il calciatore meno blindato e che più si immerge nella realtà napoletana. Ed ha un cuore grande così: Juliette, la sua affezionata cagnolina, è un trovatella che Dries e Kat hanno adottato dal canile municipale. E spesso di notte con indosso una felpa col cappuccio il calciatore è andato in giro a portare sollievo e cibo ai senzatutto, agli ultimi, a chi vive per strada e per tetto ha le stelle o un giaciglio di fortuna. Ma voi uno così come lo chiamate?

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Corsa al Coni, domani altro incontro tra i n.1 federali

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Un ‘conclave’, seppur sportivo, la cui fumata bianca sembra ancora lontana. Appuntamento a domani pomeriggio, a Palazzo H, per il secondo incontro tra i presidenti federali e il n.1 del Coni, Giovanni Malagò, dopo quello andato in scena già prima di Pasqua.

Sul tavolo ci sono le elezioni presidenziali del comitato olimpico nazionale italiano con l’obiettivo di convergere all’unanimità, o quasi, verso un nome che possa rappresentare gli organismi sportivi per il prossimo quadriennio. Le elezioni sono fissate per il 26 giugno al CPO Giulio Onesti, le candidature potranno esser presentate fino al 5 di giugno e oggi sono tre i nomi: quello di Luciano Buonfiglio (presidente Federcanoa), Luca Pancalli (n.1 Cip in uscita) ed Ettore Thermes (velista e unico ad aver già oggi depositato la candidatura). E mentre Sport e Salute sembra stare alla finestra perché l’obbiettivo naturale è quello di una collaborazione con il Coni del futuro, nella riunione di domani i presidenti entreranno più nel vivo del dibattito.

Una parte di loro appoggia la candidatura di Buonfiglio anche se nessuno si sbilancia ancora sul n.1 FICK, nemmeno Malagò, che continua a tessere la tela e comunque per il suo ruolo Cio farà parte della prossima Giunta, a prescindere dall’eventualita’ che in caso di successo del suo candidato gli venga riconosciuto un ruolo onorifico, come fu per Nostini. Insomma, si attende domani; non si può escludere che esca anche un altro nome, ancora riservato, ma sempre interno al mondo federale verso il quale confluire i voti. Di contro c’è Pancalli, la cui candidatura, in questo momento, resta, seppur silenziosa, dopo il suo annuncio di voler concorrere alla poltrona Coni.

Dai primi exit poll se le elezioni fossero oggi e i candidati quelli citati, Buonfiglio sarebbe in vantaggio sul n.1 Cip, ma in due mesi possono succedere ancora tante cose e a fare da sfondo c’è sempre l’augurio di Gianni Petrucci, presidente FIP, a prescindere da chi sarà il prossimo presidente Coni. “Mi auguro che il successore di Malagò porti a una rappacificazione in Consiglio Nazionale perché abbiamo bisogno anche di Barelli e Binaghi”, aveva detto in occasione dell’ultima riunione, per un aspetto che potrebbe avere anche un peso nella scelta di quale candidato appoggiare il prossimo 26 giugno.

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Economia

Eurostat, in Italia povero il 9% dei lavoratori full time

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In Italia sale il rischio di povertà tra le persone che lavorano anche se impegnate a tempo pieno: nel 2024 gli occupati con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale al netto dei trasferimenti sociali sono il 9%, in aumento dall’8,7% registrato nel 2023. Una percentuale più che doppia di quella della Germania (3,7%). E’ quanto emerge dalle tabelle Eurostat appena pubblicate secondo le quali, invece, sono il 10,2% i lavoratori di almeno 18 anni occupati per almeno la metà dell’anno (sia full time che part time) a rischio povertà, anche questi in aumento rispetto al 9,9% del 2023 .

In Spagna la percentuale dei lavoratori impegnati full time poveri è del 9,6% mentre in Finlandia è al 2,2%. Per chi lavora part time la percentuale di chi risulta povero in Italia nel 2024 risulta in calo dal 16,9% al 15,7%. La povertà lavorativa sale in Italia soprattutto per i lavoratori indipendenti, tra i quali il 17,2% ha redditi inferiori al 60% di quello mediano nazionale (era il 15,8% nel 2023) mentre per i dipendenti la quota sale all’,8,4% dall’8,3% precedente. In Germania la quota degli occupati over 18 in una situazione di povertà è diminuita dal 6,6% al 6,5% mentre in Spagna è diminuita dall’11,3% all’11,2%. Soffrono in Italia di questa condizione soprattutto i giovani: tra i 16 e i 29 anni è povero l’11,8% degli occupati mentre tra i 55 e i 64 anni è il 9,3%. Nella povertà lavorativa conta il livello di istruzione.

Tra i lavoratori che hanno fatto la sola scuola dell’obbligo in Italia si registra un 18,2% di occupati poveri (era il 17,7% del 2023) mentre la percentuale crolla tra i lavoratori laureati, tra i quali solo il 4,5% risulta con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale. Ma in questo caso si registra un importante aumento, visto che la percentuale era al 3,6% nel 2023. Si registra invece un lieve calo della povertà tra gli occupati che hanno un diploma con il 9,1% in difficoltà nel 2024 a fronte del 9,2% dell’anno precedente.

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Esteri

Zelensky: situazione difficile ma resistiamo nel Kursk

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“Il Comandante in Capo Oleksandr Syrskyi ha fornito un aggiornamento sulla situazione in prima linea. In molte direzioni la situazione rimane difficile”. Lo scrive Volodymyr Zelensky su X. “Solo a mezzogiorno, si sono già verificati quasi 70 attacchi russi. Gli scontri si concentrano nelle direzioni di Pokrovsk, Kramatorsk, Lyman e Kursk”. E “le nostre forze continuano le operazioni difensive in aree specifiche delle regioni di Kursk e Belgorod”, ha assicurato, dopo che ieri Mosca aveva annunciato la completa riconquista del Kursk. Zelensky ha chiesto una rinnovata pressione sulla Russia ad accettare la tregua proposta dagli Usa.

Secondo Zelensky “la situazione in prima linea e l’azione dell’esercito russo dimostrano che l’attuale pressione globale sulla Russia non è sufficiente a porre fine a questa guerra. Presto saranno passati cinquanta giorni da quando la Russia ha iniziato a ignorare la proposta degli Stati Uniti di un cessate il fuoco completo e incondizionato, una proposta che l’Ucraina aveva accettato l’11 marzo”. Per questo motivo, “è necessaria una pressione più tangibile sulla Russia per creare maggiori opportunità per una vera diplomazia”, ha avvertito, ringraziando “tutti coloro che sono al fianco dell’Ucraina”.

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