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Circolare, a scuola gli studenti da Cina senza sintomi

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Nessuna preclusione a frequentare la scuola per gli studenti che sono arrivati in Italia dalla Cina e che non presentano i sintomi del coronavirus. Lo dispone una circolare predisposta dal Ministero della Salute e diramata dal Ministero dell’Istruzione agli Uffici Scolastici Regionali e, attraverso questi, alle scuole. A chiedere chiarimenti sul da farsi erano stati i presidi, alle prese con questa nuova emergenza. La circolare prevede, in particolare, che per gli studenti universitari rientrati dalla Cina nelle ultime 2 settimane, occorra “monitorare la eventuale insorgenza di sintomi come tosse, febbre, difficolta’ respiratorie; in caso di insorgenza di sintomi chiamare il 1500 o i centri regionali di riferimento; proteggere le vie aeree con mascherina; evitare contatti stretti fino alla definizione della situazione sanitaria”. Indicazioni che valgono anche per i bambini e i ragazzi che frequentano le scuole primarie e secondarie. Per loro, in piu’, la circolare prevede che il personale scolastico, docenti e non, “presti particolare attenzione a favorire l’adozione di comportamenti atti a ridurre la possibilita’ di contaminazione con secrezioni delle vie aeree, anche attraverso oggetti (giocattoli, matite, etc.)”. Infine la circolare sconsiglia i viaggi di studenti verso le aree colpite. A sollecitare “indicazioni precise” al ministero e’ stata l’Associazione nazionale presidi (Anp). Il presidente Antonello Giannelli ha infatti inviato una lettera alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina “chiedendole di fornire indicazioni su come le scuole debbano fronteggiare il rischio di contagio” spiegando “ci sono alcuni casi di alunni/studenti che si sono recati in Cina di recente e questo sta alimentando l’insorgenza di timori diffusi”, anche con riferimento a possibili atti di intolleranza. E’ il caso, ad esempio, di un genitore cinese – spiega il presidente dell’Anp del Lazio Mario Rusconi – la cui moglie e i due figli erano andati in Cina per il Capodanno, poi soppresso, e sono ritornati in questi giorni. Il genitore ha comunicato al preside dell’istituto frequentato dai figli, nel centro storico di Roma, di voler tenere in casa i bambini per una decina di giorni per impedire reazioni da parte di altri genitori. “Ritengo opportuno che gli studenti che tornano dalla Cina, sia cinesi sia italiani, e che non presentano sintomi del virus – sottolinea Rusconi – possano frequentare la scuola senza alcuna limitazione. Dobbiamo pero’ evitare che avvengano episodi, come quello di Benevento, in cui i genitori allontanano i figli in presenza di uno studente cinese”. A giudizio di Rusconi “uno dei compiti principali della scuola consiste anche nell’informare con chiarezza studenti e famiglie circa le misure di prevenzione che vanno adottate ogni qualvolta si determini un focolaio internazionale di infezione. Le scuole hanno cioe’ il compito, non solo di informare correttamente ma anche di impedire qualsiasi forma di ghettizzazione di studenti”. Anche per Manuela Manferlotti, preside della scuola Di Donato all’Esquilino, una delle piu’ frequentate da cinesi nella Capitale “la gestione di questa situazione non deve diventare una caccia alle streghe. I bambini che frequentano il nostro istituto sono di seconda o terza generazione, stanziali. Se vanno in Cina si assentano per almeno 10 giorni e noi lo veniamo a sapere”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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