Il calcio letale per Niccolo’ Ciatti fu assestato con l’intenzione di ucciderlo: lo ha stabilito la giuria popolare del Tribunale provinciale di Girona (Spagna), che ha dichiarato il ceceno Rassoul Bissoultanov colpevole di omicidio volontario per la morte del ragazzo fiorentino avvenuta il 12 agosto 2017 a Lloret de Mar dopo un pestaggio in una discoteca. Un verdetto in linea con quanto sostenuto dalla procura, che per il killer ha chiesto una pena di 24 anni. E che non da’ credito, al contrario, alla versione dell’imputato, che aveva dichiarato di essere “andato nel panico” e di “non aver voluto” uccidere Niccolo’ (la sua difesa chiedeva omicidio colposo, punibile con al massimo 4 anni). E’ stato invece assolto il suo amico Movsar Magomadov, che la famiglia della vittima considera complice di Bissoultanov, mentre il pm un semplice testimone di quanto avvenuto quella notte. Ora la palla passa al giudice, che dovra’ stabilire l’entita’ esatta della pena (possibili da 15 a 25 anni di carcere). Per conoscere la sentenza finale, tuttavia, potrebbero volerci dei giorni. “Ci siamo tolti un peso, ma non siamo ancora soddisfatti””, e’ il commento a caldo di Luigi Ciatti, il padre di quel giovane, che, a soli 22 anni, a Lloret era andato per una semplice vacanza con amici. “Il verdetto e’ un passo che va nella giusta direzione”, aggiunge , “ma finche’ avremo forza continueremo a lottare”. Ciatti ha in particolare una preoccupazione, legata al fatto che Bissoultanov, per il momento, non dovrebbe entrare in carcere preventivo: in Spagna, infatti, questa misura cautelare puo’ essere al massimo di quattro anni, un periodo gia’ trascorso dietro le sbarre tra il paese iberico, la Germania e l’Italia (dove e’ stato poi scarcerato per una decisione della Corte d’Assise di Roma, revocata dalla Cassazione quando pero’ l’uomo era gia’ tornato in Catalogna). Attualmente, l’imputato dichiarato colpevole ha obbligo di firma settimanale ed e’ senza passaporto, ritiratogli dalle autorita’ locali, spiega Ciatti. “Ci spaventa un po’ la possibilita’ che riesca a scappare”, dice. Per la famiglia di Niccolo’ sono state giornate estenuanti a Girona. Il processo e’ iniziato lunedi’, momento in cui c’e’ stato anche il primo incontro di persona con chi ha ucciso Niccolo’. “Gli ho detto in faccia che e’ un assassino”, ha raccontato il papa’ della vittime. Poi, lunghe udienze con le deposizioni di parti e testimoni, diversi dei quali hanno dato sostegno alla tesi del pm e dei legali dei Ciatti, Agnese Usai e Francesc Co, secondo i quali Bissoultanov e’ esperto in tecniche di lotta. Fino alla riunione della giuria in camera di consiglio, iniziata ieri. Una fase “snervante”, come l’ha definita la stessa Usai, che ora spera che la famiglia di Niccolo’ trovi nel verdetto “un motivo di consolazione”, pur sapendo che “nessuno potra’ lenire una perdita cosi’ grande”. L’avvocato di Bissoultanov, Carles Monguilod, ha annunciato ricorso, afferma l’agenzia catalana Acn. “Non possiamo gioire di questa condanna, ma certamente la sentenza spagnola ci ridona un po’ di quella fiducia nella giustizia che avevamo perso”, ha affermato Dario Nardella, sindaco di Firenze e della citta’ metropolitana di cui fa parte Scandicci, dove viveva Niccolo’ Ciatti con la famiglia. “Rimane l’amarezza per l’assoluzione del secondo imputato”, ha detto invece il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani.