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Cesare Battisti internato in una cella per terroristi nel carcere di Rebibbia e tenuto in isolamento diurno

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Cesare Battisti è atterrato in Italia alle 1130 a Ciampino, dove di norma atterrano gli aerei di Stato.In questo caso un Falcon in uso ai nostri servizi segreti. Il detenuto è stato portato nel carcere più vicino: Rebibbia. Non ci sono inchieste o indagini da svolgere sul suo contro, per ora. Eccetto, ovviamente, eventuali complicità e coperture godute in questi 40 anni di latitanza in giro per paesi che ne hanno favorito la presenza senza aver mai concesso all’Italia l’estradizione di un suo cittadino condannato in patria a quattro ergastoli per omicidi commessi o per esserne stato il mandante. Ciò detto, Battisti andrà in cella da solo e farà i primi 6 mesi di isolamento diurno. È il trattamento carcerario che, a quanto si apprende, sarà riservato a lui appena arrivato a Roma. Subito dopo sarà trasferito nel carcere di Rebibbia e collocato nel circuito di alta sicurezza riservato ai terroristi. Ma non potendo in questa fase condividere l’ambiente detentivo con altri soggetti, ci sarà per lui una sistemazione ad hoc. Di questa celerità di rientro in Italia, va dato atto che è frutto della cooperazione internazionale della Farnesina e del ministero della Giustizia che hanno ottenuto il massimo della cortesia istituzionale in primis dal Brasile e quindi dalla Bolivia. Ad attendere Battisti a Ciampino, con una giacca a vento della polizia, c’era il ministro dell’interno Matteo Salvini. L’evento, ripreso dalle telecamere di molte tv in diretta, è stato dato live anche dalla pagina Fb del leader leghista. Sempre a Ciampino c’era il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Espletate le formalità sulla presa in consegna del detenuto da parte della polizia penitenziaria, i due ministri hanno poi rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa in attesa sulla pista dove era atterrato l’aereo che aveva ripotato in Italia il terrorista dalla Bolivia. Sia Salvini che Bonafede hanno parlato di squadra dello Stato, delle istituzioni che hanno centrato un risultato per la compattezza del lavoro fatto. Salvini ha evidenziato il clima politico cambiato in certi paesi che non coccolano più terroristi ma li espellono. Salvini che ha invece voluto ringraziare il presidente brasiliano Bolsonare e le autorità boliviane.

“Nel momento in cui Battisti è stato arrestato in Bolivia, questo Paese ha provveduto all’espulsione immediata: poteva essere o verso il Brasile o addirittura verso l’Italia. Non passando dal Brasile, Battisti sconterà l’ergastolo. E’ la soluzione migliore in termini di giustizia. Si applicherà la pena già decisa dalle corti italiane”.Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede spiega che tutto ciò “lo si deve a un’azione diplomatica, a una personale del presidente del Consiglio e ai rapporti ottimi con Bolivia e Brasile”. Bonafede racconta come ha saputo dell’arresto: “Sono stato svegliato presto da una telefonata. Da giorni eravamo informati che si era a un passo dalla cattura. Mi dispiaceva sentir dire che le autorità non erano state attente. Invece c’è stata grande professionalità da parte dell’Interpol, dell’intelligence e delle forze dell’ordine. Tacevamo perchè consapevoli di essere vicinissimi”. La telefonata, spiega, è arrivata da “Giuseppe Corasaniti, il capo del dipartimento per gli Affari di Giustizia del ministero. E’ la struttura che si occupa da sempre del problema”. Nelle ore successive, “ricevevamo dalle forze dell’ordine le notizie sulle varie procedure che stavano seguendo. Poi c’è stata la telefonata del presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Un momento di svolta fondamentale. Noi fornivamo l’assistenza tecnica”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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