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Cronache

Caso Garlasco, esame antropometrico per Andrea Sempio: “Massima collaborazione, nulla da nascondere”

L’antropologa Cristina Cattaneo ha eseguito a Milano un esame antropometrico su Andrea Sempio, indagato nel nuovo filone del caso Garlasco. L’uomo ha collaborato pienamente e si dice tranquillo. Intanto a Brescia il Riesame annulla le perquisizioni a due ex carabinieri.

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Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, è stato sottoposto oggi a un esame antropometrico presso l’Istituto di medicina legale di Milano. L’attività, durata circa tre ore, è stata disposta dalla Procura di Pavia ed eseguita dall’antropologa forense Cristina Cattaneo.

Secondo quanto trapelato, sono state misurate caviglie, piedi, arti superiori, statura e peso di Sempio. I dati saranno confrontati con la rivalutazione delle lesioni sul corpo di Chiara Poggi e con l’analisi delle macchie di sangue del Ris.

“MI SONO PRESTATO VOLONTARIAMENTE, SONO TRANQUILLO”

Sempio, 37 anni, è arrivato a Milano insieme ai suoi legali Liborio Cataliotti e Angela Taccia, e al consulente tecnico Armando Palmegiani. All’uscita dall’Istituto, in via Mangiagalli, si è mostrato sereno: “È andato tutto bene, sono tranquillo”, ha dichiarato.

I legali hanno sottolineato che l’indagato ha acconsentito spontaneamente all’esame, pur potendo rifiutare: “Ha dimostrato piena collaborazione”, ha spiegato l’avvocata Taccia. Cataliotti ha precisato che “sono stati raccolti dati oggettivi, non si tratta di una perizia ma di rilievi antropometrici”.

Anche il perito della difesa, Palmegiani, ha confermato la linearità dell’operazione: “È stata un’attività lunga ma chiara. Andrea si è prestato totalmente, senza nulla da nascondere”.

IL FILONE BRESCIANO E L’ANNULLAMENTO DELLE PERQUISIZIONI

Mentre a Milano si svolgeva l’esame antropometrico, a Brescia il Tribunale del Riesame ha annullato per motivi tecnico-procedurali il decreto di perquisizione e sequestro dei dispositivi elettronici eseguito lo scorso 26 settembre ai danni dei due ex carabinieri Giuseppe Spoto e Silvio Sapone.

I due non risultano indagati ma erano coinvolti nel filone bresciano del caso Garlasco, legato all’inchiesta per corruzione in atti giudiziari che vede imputato l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, accusato di aver ricevuto denaro per scagionare Sempio nel 2017. Tutti i dispositivi sequestrati sono stati restituiti, come già accaduto per Venditti lo scorso 17 ottobre.

UN CASO ANCORA APERTO DOPO 18 ANNI

Il delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, continua a riservare colpi di scena a distanza di oltre diciotto anni. La scorsa settimana è emersa la testimonianza di un “supertestimone” che avrebbe messo in dubbio l’alibi di Sempio, legato a un biglietto del parcheggio di Vigevano che lo collocherebbe lontano dalla scena del crimine.

Secondo il testimone, quel ticket non sarebbe stato preso da Sempio, ma fornito per costruirgli un alibi, circostanza che l’indagato ha però negato con decisione.

La Procura di Pavia intende ora verificare se le nuove analisi scientifiche e i rilievi antropometrici possano aggiungere elementi utili per fare luce su uno dei casi di cronaca nera più controversi e longevi della storia giudiziaria italiana.

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Cronache

Omicidio Mattarella, arrestato un ex poliziotto: “Fece sparire il guanto dei killer”. La Procura di Palermo parla di depistaggio istituzionale durato 40 anni

La Procura di Palermo accerta un depistaggio durato oltre 40 anni sull’omicidio di Piersanti Mattarella. Arrestato l’ex poliziotto Filippo Piritore, accusato di aver fatto sparire una prova chiave: il guanto dei killer. Coinvolto anche Bruno Contrada.

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Dopo oltre quattro decenni di sospetti, la Procura di Palermo parla oggi con certezza di un depistaggio istituzionaleattorno all’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione siciliana ucciso il 6 gennaio 1980 da un commando mafioso mentre andava a messa con la famiglia.

Secondo i magistrati, pezzi delle istituzioni avrebbero deliberatamente inquinato le indagini e fatto sparire una delle prove più importanti per identificare gli esecutori materiali: un guanto di pelle marrone lasciato da uno dei killer sulla Fiat 127 rubata usata per la fuga.

L’ARRESTO DELL’EX POLIZIOTTO FILIPPO PIRITORE

A finire in manette è Filippo Piritore, ex agente della Squadra Mobile di Palermo, poi promosso a ruoli di vertice in diverse questure e prefetture italiane. Per la Procura, sarebbe stato lui a far sparire il guanto, costruendo un “castello di bugie” per giustificare l’irreperibilità del reperto.

Piritore fu tra i primi a giungere in via degli Orti, dove fu ritrovata l’auto dei killer. Il guanto, fotografato dalla Scientifica, scomparve misteriosamente poche ore dopo. Davanti ai pm, ascoltato come testimone nel settembre 2024, l’ex funzionario aveva raccontato una versione dei fatti che oggi la Procura definisce “inverosimile e illogica”.

IL RACCONTO FALSO E LA RICOSTRUZIONE DEI MAGISTRATI

Secondo Piritore, il guanto sarebbe stato consegnato a un agente della Scientifica, Di Natale, che a sua volta l’avrebbe passato al sostituto procuratore Pietro Grasso, titolare dell’inchiesta. Quest’ultimo, secondo la versione dell’ex poliziotto, avrebbe poi disposto di restituire il reperto al Gabinetto regionale di Polizia scientifica per ulteriori analisi.

Un racconto, tuttavia, smentito dai protagonisti stessi, incluso Grasso, e incompatibile con le procedure di repertazione dell’epoca. Inoltre, sottolineano i magistrati, non esisteva alcun agente “Lauricella”, al quale Piritore sostiene di aver infine consegnato il reperto.

Per l’accusa, l’ex funzionario “indusse la Polizia scientifica a consegnargli il guanto sottraendolo al regolare repertamento”, determinandone la sparizione. Anche l’allora ministro dell’Interno Virginio Rognoni era stato informato della presenza del guanto, segno della sua importanza per le indagini.

L’OMBRA DI BRUNO CONTRADA

Nell’inchiesta compare anche un altro nome eccellente: Bruno Contrada, all’epoca capo della Mobile di Palermo e poi numero due del Sisde, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Contrada, che all’epoca conduceva indagini sul delitto, aveva rapporti con i boss corleonesi e un legame personale con Piritore, definito dai magistrati “più che professionale”.

“Non eravamo affatto amici – ha replicato Piritore – non sono mai stato a casa sua e non conoscevo la moglie. Non ho mai saputo del ritrovamento di un guanto nell’automobile dei sicari di Piersanti Mattarella”.

UNA PROVA CHIAVE CANCELLATA

Per gli inquirenti, la scomparsa del guanto fu un atto decisivo per impedire l’identificazione dei killer e proteggere mandanti e complici. La prova, definita “decisiva” negli atti, è stata fatta sparire all’interno di un sistema istituzionale che ha coperto la verità per oltre 40 anni.

Il nuovo capitolo dell’inchiesta riporta così alla luce le connivenze tra mafia e apparati dello Stato che Piersanti Mattarella aveva cercato di spezzare. Ed è proprio in quella frattura, tra legalità e compromesso, che ancora oggi si riflette la lunga ombra del suo assassinio.

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Cronache

Napoli, blitz della Polizia Locale contro il trasporto abusivo: sequestrati quattro veicoli tra la Stazione e l’Aeroporto

Operazione della Polizia Locale di Napoli contro il trasporto pubblico abusivo tra la stazione centrale e l’aeroporto di Capodichino. Sequestrati quattro veicoli e sospese altrettante patenti.

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La Polizia Locale di Napoli ha condotto una vasta operazione di controllo contro il trasporto pubblico abusivo, concentrandosi sulle aree di maggiore afflusso turistico, come la stazione ferroviaria di Napoli Centrale e l’aeroporto di Capodichino.
L’intervento, avviato anche a seguito di numerose segnalazioni di cittadini e turisti, aveva l’obiettivo di garantire legalità e sicurezza nel settore del trasporto urbano.

Servizi illegali organizzati tramite piattaforme online

Dai controlli è emersa un’offerta diffusa e organizzata di passaggi a pagamento non autorizzati, spesso promossi attraverso piattaforme telematiche e social network.
Gli agenti motociclisti del Gruppo Intervento Territoriale hanno individuato diversi conducenti che operavano senza le necessarie licenze o autorizzazioni previste per il trasporto pubblico non di linea.

Quattro veicoli sequestrati e patenti sospese

L’operazione ha portato all’accertamento di cinque violazioni amministrative, di cui quattro per esercizio abusivo dell’attività di trasporto e una per mancato uso delle cinture di sicurezza.
In totale, sono stati sequestrati quattro veicoli ai fini della confisca, ritirate quattro carte di circolazione e sospese quattro patenti di guida, con una decurtazione complessiva di cinque punti.

Un piano di controlli per la sicurezza di cittadini e turisti

L’intervento rientra nel piano di controlli permanenti predisposto dal Comando della Polizia Locale di Napoli per contrastare le attività abusive nel trasporto urbano, tutelando la sicurezza dei cittadini e dei numerosi turisti che ogni giorno transitano nei principali nodi di accesso alla città.

Con questa operazione, il Comune di Napoli ribadisce la volontà di contrastare ogni forma di illegalità nel settore e di promuovere un servizio di mobilità sicuro, regolare e trasparente.

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Cronache

Scossa di terremoto in Irpinia, magnitudo 3.6: avvertita anche a Napoli e in provincia

Scossa di terremoto di magnitudo 3.6 in provincia di Avellino, con epicentro a Grottolella. Avvertita anche a Napoli e nell’area metropolitana. Nessun danno segnalato.

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Una forte scossa di terremoto è stata avvertita nel primo pomeriggio in Campania, con epicentro in provincia di Avellino. Secondo la stima provvisoria dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), la magnitudo del sisma è stata 3.6.
Il terremoto si è verificato intorno alle 14.40 nella zona di Grottolella, a pochi chilometri dal capoluogo irpino, ed è stato percepito chiaramente anche in provincia di Napoli e in alcune aree del capoluogo partenopeo.

Avvertita anche a Napoli e nell’area vesuviana

Numerose le segnalazioni sui social da diversi quartieri di Napoli — tra cui Vomero, Chiaia, Fuorigrotta e Ponticelli — e dai comuni dell’hinterland, come Nola, Marigliano, Somma Vesuviana e Acerra.
La durata è stata breve, ma l’intensità ha destato preoccupazione tra i cittadini che in molti casi hanno preferito uscire di casa per precauzione.

Nessun danno segnalato

I Vigili del Fuoco, con un post pubblicato su X (ex Twitter), hanno fatto sapere che non sono pervenute richieste di soccorso né segnalazioni di danni a persone o edifici.
La scossa, sebbene di intensità moderata, si è verificata in un’area già nota per la sua attività sismica periodica, ai margini dell’Appennino campano.

Monitoraggio in corso

L’INGV sta proseguendo con il monitoraggio dell’evento per valutare eventuali repliche o micro-scosse successive. Le autorità regionali e locali hanno confermato che non si registrano criticità alla viabilità o alle reti di servizi essenziali.

La paura, tuttavia, è stata tangibile soprattutto tra gli abitanti delle zone interne dell’Irpinia, dove il ricordo del sisma del 1980 resta vivo e ogni scossa riaccende la preoccupazione per la sicurezza dei territori.

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