Collegati con noi

Salute

Caserta, l’incontro fra mozzarella, pecorino e finocchiona: tesori del made in Italy agroalimentare. Prove di sinergia fra eccellenze del territorio

Pubblicato

del

Che succede se Mozzarella, Pecorino e Finocchiona si incontrano? È accaduto a Caserta, nelle sale della Reggia: si sono piaciuti e sono piaciuti.
Perché si tratta di prodotti del territorio. E dalla Reggia di Caserta i tesori del made in Italy agroalimentare tracciano la strada per lo sviluppo: più sinergia e un nuovo racconto dei territori di origine. Così si possono portare benefici in chiave turistica, sfruttando l’amore per il cibo di qualità che spinge tante persone a spostarsi.

Lo hanno sottolineato i vertici dei consorzi di tutela della mozzarella di bufala campana dop, della finocchiona Igp, del prosciutto toscano e del pecorino toscano dop durante l’evento “Toscana-Campania, alla scoperta dei tesori Dop e Igp”, promosso dal Consorzio di Tutela Mozzarella di bufala campana. Una masterclass per descrivere le caratteristiche dei prodotti, il legame con la terra di origine e gli utilizzi in cucina. Poi lo show cooking con i piatti dello chef Giuseppe Daddio e i panini di Ornella Buzzone che hanno “contaminato” le 4 eccellenze.

Sono intervenuti Pier Maria Saccani (direttore del Consorzio Mozzarella Dop), Andrea Righini (direttore del Consorzio Pecorino Toscano) e Francesco Seghi (direttore Consorzio Finocchiona). I numeri di queste realtà sono in crescita e il 2018 si concluderà con un incremento di produzione per tutti i prodotti. L’appuntamento di Caserta potrà diventare un format nel nuovo anno: la prossima tappa sarà però in Toscana, ma sempre tutti insieme.

Advertisement

In Evidenza

Nanomateriali per attivare cellule del sistema immunitario, la ricerca del Cnr di Firenze e Pozzuoli

Pubblicato

del

Nanomateriali da fonti rinnovabili per regolare l’attivazione delle cellule sentinella del sistema immunitario. E’ il frutto di uno studio congiunto di Università di Firenze e Cnr. La ricerca ha permesso di studiare, tramite tecnologie di microscopia crioelettronica, la capacità di un nanomateriale di nuova generazione a base di cellulosa nanocristallina di interagire con le proteine coinvolte nei processi di attivazione delle cellule sentinella del sistema immunitario. La ricerca, che apre un’ulteriore prospettiva sull’utilizzo di nanomateriali in ambito biomedico, è stata pubblicata su Nanoscale Horizons. I ricercatori hanno usato fonti rinnovabili e di scarto per preparare un nanomateriale innovativo, il cui componente principale è la cellulosa nanocristallina, idoneo ad essere un vettore capace di trasportare molecole bioattive in grado di attivare il sistema immunitario.

L’idea viene da un gruppo di ricercatori italiani ed europei guidati da Barbara Richichi del Dipartimento di chimica “Ugo Schiff” dell’Università di Firenze e da Fabrizio Chiodo, ricercatore presso l’Istituto di chimica biomolecolare (Cnr-Icb) del Cnr di Pozzuoli (Napoli). Il materiale oggetto dello studio è stato ottenuto secondo un innovativo processo che ha permesso di combinare la cellulosa nanocristallina con piccole nanoparticelle di oro: il risultato è un nanomateriale ibrido che può essere modificato in modo puntuale con molecole bioattive di diversa struttura e composizione. I ricercatori hanno osservato l’interazione tra le molecole bioattive caricate sul nanomateriale e alcuni recettori chiamati lectine che hanno un ruolo chiave nell’attivazione delle cellule sentinella del sistema immunitario. A questo scopo è stata utilizzata, per la prima volta per lo studio di queste specifiche lectine, la microscopia crioelettronica. “I dati ottenuti sono molto promettenti: questo nanomateriale, infatti, si propone come piattaforma nanostrutturata innovativa per lo sviluppo di una nuova generazione di candidati vaccinali”, commenta Barbara Richichi dell’Università di Firenze.

Continua a leggere

Salute

Igienisti, in Italia cresce rischio di infezioni legate al clima

Pubblicato

del

“In Italia è previsto un aumentato rischio e un’aumentata aggressività di malattie infettive correlate al clima e in particolare quelle causate da vettori come le zanzare, quali la malaria, la Dengue, la febbre da Chikungunya, la febbre West Nile”. Lo afferma la Società Italiana d’Igiene che in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, in programma il 5 giugno, lancia un appello affinché i governi nazionali e locali alla luce delle ‘minacce’ ambientali sfruttino le competenze di professionisti altamente qualificati, adottando un approccio multidisciplinare e interprofessionale in un’ottica One Health. “Gli Igienisti – precisano – con le loro competenze possono svolgere un ruolo fondamentale in questa sfida”.

“È essenziale investire nelle infrastrutture, nella pulizia dei corsi d’acqua e nella ristrutturazione della rete idrica, per ridurre i rischi di inondazioni – afferma Roberta Siliquini, presidente della Siti – Questi interventi prevengono l’accumulo di detriti e favoriscono un flusso d’acqua naturale, proteggendo le comunità dalle esondazioni. È importante che i governi locali e nazionali sfruttino l’expertise di professionisti altamente qualificati, adottando un approccio multidisciplinare e interprofessionale in un’ottica One Health. Questo permette di ottenere indicazioni preziose per ridurre il danno causato dalle catastrofi ambientali. Gli igienisti, con le loro competenze specifiche, possono svolgere un ruolo fondamentale in questa sfida, lavorando nella prevenzione dei danni ambientali e nella protezione delle comunità dagli effetti negativi delle catastrofi naturali.”

La Siti è impegnata con un gruppo di lavoro a tema Ambiente e Salute, il cui impegno culminerà con una giornata nazionale dedicata alle tematiche ambientali e sanitarie che saranno affrontate a un convegno il 9 giugno a Reggio Emilia all’Università di Modena e Reggio Emilia.

Continua a leggere

In Evidenza

Da nuovo studio speranza per tumori provocati dall’amianto

Pubblicato

del

Nuova speranza per i tumori provocati dall’amianto. Sono stati presentati a Chicago, all’American Society of Clinical Oncology (Asco), i risultati dello studio IND.227 che vede in prima linea l’Istituto tumori Pascale di Napoli. Lo studio internazionale di fase 3 ha valutato, si legge in una nota del Pascale, come nuovo trattamento di prima linea un farmaco immunoterapico, pembrolizumab, in combinazione con la chemioterapia per i pazienti con mesotelioma pleurico avanzato o metastatico non operabile.

Pazienti che hanno lavorato per anni a stretto contatto con l’amianto. IND.227 è uno studio accademico condotto da 3 gruppi cooperativi, il Canadian Cancer Trials Group, il gruppo cooperativo italiano sui tumori toracici coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori di Napoli e l’Intergruppo cooperativo sui tumori toracici francese. “Nello studio IND.227, l’aggiunta di pembrolizumab alla chemioterapia con platino e pemetrexed ha determinato un miglioramento significativo della sopravvivenza globale, della sopravvivenza libera da progressione e del tasso di risposte obiettive dei pazienti con mesotelioma pleurico avanzato o metastatico non operabile”, spiega Marilina Piccirillo, dirigente medico dell’Unità Sperimentazioni Cliniche e responsabile scientifico del coordinamento dello studio in Italia.

“Il mesotelioma pleurico è un tumore correlato all’esposizione all’amianto, e sebbene l’uso di questo materiale sia stato vietato in Italia ormai 30 anni fa, a causa del lungo periodo di latenza tra l’esposizione e l’insorgenza della malattia, l’incidenza del mesotelioma è ancora oggi in aumento – aggiunge Alessandro Morabito, direttore dell’Oncologia Clinica Sperimentale Toraco-Polmonare e uno degli sperimentatori più attivi nello studio – Peraltro, spesso questo tumore viene diagnosticato in stadio già avanzato e non operabile e la prognosi è molto infausta. Infatti, prima dei recenti risultati ottenuti con gli immunoterapici, la chemioterapia è stata per decenni l’unico trattamento disponibile, con risultati molto scarsi. La partecipazione a questo studio è stata quindi un’ottima opportunità per i pazienti italiani, come dimostrato dal fatto che circa metà dei 440 pazienti in studio sono italiani”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto