Tra i più grandi tenori di tutti i tempi, “voce” italiana nel mondo, interprete assoluto del bel canto e della tradizione napoletana, ma anche caricaturista, imprenditore di se stesso e incarnazione di un personale riscatto sociale. Nell’anno delle celebrazioni per i 150 anni della nascita, Enrico Caruso (25 febbraio 1873 – 2 agosto 1921) avrà il suo primo museo nazionale, a Palazzo Reale a Napoli, la città da cui tutto partì e dove tornò ormai divo. Ad annunciarne l’apertura, il prossimo 20 luglio, è il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, forse con un pizzico di orgoglio in più, “napoletano anche io – dice – tra l’altro del centro storico, non lontano da Vico san Giovaniello ad ottocalli dove era residente Caruso”. Poi prosegue.
“Enrico Caruso è un esempio eccelso del genio italico, capace di innovare nel solco della tradizione, comprendendo in pieno come valorizzare il proprio talento nel segno della modernità. La canzone napoletana – aggiunge – oggi è universalmente riconosciuta come eccellenza, ma così non era prima di lui”. Caruso, “fu il primo a capire e utilizzare le immense potenzialità dell’industria discografica. La popolarità globale della canzone napoletana è intimamente legata al suo nome. Il suo vissuto personale e il legame con Napoli hanno informato tutta la sua produzione creativa. Ciò nonostante, Caruso ha avuto un rapporto tormentato con la propria città”, che ora questo museo ha l’occasione di risanare.
Anzi, lancia l’appello Sangiuliano, “potrebbe essere una bella idea intitolare l’aeroporto di Napoli a Caruso, visto che è molto conosciuto e visto che da lì transitano tante persone in arrivo dagli Stati Uniti e lui deve la sua affermazione proprio all’America”. Intanto, prima tappa del lungo anno di celebrazioni per il 150/o, il 25 febbraio al Museo Memus del San Carlo, con la donazione al futuro Museo Caruso degli atti di nascita e morte del tenore, conservati dell’archivio del Comune. Il nuovo museo, alla cui inaugurazione sono invitati anche il sindaco di New York e il direttore del Metropolitan I’Opera House, “sarà vivo e multimediale”, racconta il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna insieme alla curatrice, la musicologa Laura Valente.
Nei 500 metri quadrati della Sala Dorica del Palazzo Reale proporrà un “percorso complessivo su Caruso”, tra registrazioni, cimeli, costumi, grammofoni, spartiti con segni autografi, grazie alla donazione dal Fondo Pituello (del valore stimato di un milione di euro) e alla collaborazione di partner “carusiani” da tutto il mondo, come gli Archivi Ricordi e Puccini, teatri d’opera come il San Carlo, La Scala e il Metropolitan e la Cineteca di Bologna, che ha diretto il lavoro di restauro e sincronizzazione vocale sul film My Cousin e consentito l’uso delle immagini di Caruso attore. In tutto, saranno 2.000 documenti digitalizzati, 60 oggetti rari originali tra locandine, manifesti, dischi, fotografie, arredi; una cronologia omnia in tre volumi e 11 tavoli e mappe digitali.
E ancora, grazie al Comune di Lastra a Signa all’inaugurazione arriverà il costume di Canio (dai Pagliacci di Ruggero Leoncavallo) o gli acquerelli colorati, unicum nella produzione artistica figurativa di Caruso, a cui si aggiunge la preziosa donazione delle sue caricature dei grandi della musica, da Toscanini a Verdi. Tra le iniziative, anche la biografia integrale di tutta la produzione carusiana a cura di Ugo Piovano e Luciano Pituello; la nascita di due premi, uno al migliore grande artista e l’altro per i ragazzi talentuosi che, come il grande tenore, si sono dedicati al canto senza una preparazione musicale; e una nuova pubblicazione dedicata da Il saggiatore.