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Cardito, l’annuncio del sindaco Giuseppe Cirillo: “Fiaccolata di dolore e vicinanza, troppe bugie sulla vicenda”

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Il sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo annuncia per lunedì prossimo, 4 febbraio, alle 17,30 una fiaccolata silenziosa per ricordare il piccolo Giuseppe, ucciso dal compagno della mamma Tony Essobti Badre domenica scorsa.

Questo il testo del post del primo cittadino di Cardito che respinge ogni accusa sull’eventuale assenza della scuola e dei Servizi sociali del Comune.

“Cardito, la nostra città, in questi giorni è stata travolta da una tragedia immane. Non avrei mai pensato che da primo cittadino mi sarei trovato a gestire una situazione che comprendeva tanta violenza. Violenza, peraltro, sfogata su un corpo esile come quello di Giuseppe, un piccolo bambino di soli sette anni. A scaturire in me più rabbia e indignazione è il motivo per il quale si è deciso di privare della vita al piccolo Giuseppe. Nessun motivo è valido per giustificare la morte di un bambino, men che meno quello di aver rotto un letto.Nella mia immaginazione non è compreso l’assassinio di un bambino di sette anni, e né tanto meno potevo immaginare che sarebbe successo nella mia tranquilla cittadina, come non potevo immaginare quello che poteva succedere a livello mediatico.In merito a questo tragico evento, che ha travolto la comunità carditese, sento il dovere di precisare alcune cose per la salvaguardia e la tutela dell’immagine di tutta la collettività che rappresento.In questi giorni, intorno alla morte del piccolo Giuseppe, si è potuto assistere ad un vero e proprio circo mediatico, un’emorragia di notizie che ad essere definite veritiere ci vuole un gran coraggio.A partire dalla notizia che parte della responsabilità sarebbe da imputare al settore delle Politiche Sociali del Comune di Cardito perché allertati dalle insegnanti del piccolo Giuseppe per le evidenti ecchimosi presentate in volto. Niente di più falso.

Dietro questa notizia, personalmente, mi sono attivato e chiesto una relazione al dirigente scolastico e da quest’ultima si è evinto che il bambino in realtà ha frequentato l’istituto “Galilei – Marco Polo” solo per sei giorni e il suo trasferimento in quel di Crispano è scaturito dal fatto che le insegnanti carditesi si sono rifiutate, all’uscita di scuola, di affidare il minore nelle mani di una parente della mamma, anch’ella minorenne. Davanti a questa difficoltà la Sig.ra Valentina Casa decise di chiedere il nulla osta per il trasferimento a Crispano perchè nei pressi del nuovo istituto vive la mamma di Tony, il compagno della Sig.ra Casa, la quale non aveva difficoltà a prelevare il bambino a scuola.

Dalla relazione inviatami, inoltre, il dirigente scolastico Dr. Crisci, tiene a precisare che nessuna delle sue insegnanti ha visto lividi sul corpo del bambino e né si è accorta di atteggiamenti sospetti che potevano lasciare indurre a dei maltrattamenti ricevuti e di conseguenza, nessuna insegnante ha mai allertato il settore delle Politiche Sociali del Comune di Cardito. Per quanto riguarda i personaggi che in questi giorni stanno tenendo banco nelle trasmissioni televisive nazionali, in cerca di un po’ di notorietà, non vorrei soffermarmi a lungo, giusto per non dare ulteriore risonanza mediatica all’immagine di costoro.
Per essere chiaro, limpido e trasparente, sento il dovere di informare i cittadini che alcune persone tra gli intervistati, tutt’ora sono seguiti dai Servizi Sociali del Comune di Cardito. Mentre altri elementi, sempre tra gli intervistati, in passato gli è stato negato una misura assistenziale perché privo di requisiti. Forse per queste persone i servizi sociali appaiono più come una minaccia che una misura per il benessere dei propri cari. Logicamente il mio sfogo non è quello di minimizzare assolutamente il lavoro giornalistico fatto in questi giorni, voglio semplicemente precisare che un’intera comunità fatta da gente perbene che ogni mattina si alza per andare a lavorare e portare avanti la famiglia, istituzione cardine della vita sociale di tutti i carditesi, possa essere macchiata davanti a tutto il Paese per colpa di dichiarazioni usate ad hoc per fare odiens, fatte da persone che magari nutrono un sentimento di rancore verso le istituzioni locali solo perché il proprio status non è migliorato secondo le proprie visioni. Ho sentito forte il bisogno di produrre questo scritto perché non posso credere che nella mia città, tra le persone che conosco e che ho imparato a conoscere anche durante questi anni, si annidano dei veri e propri sciacalli che non perdono tempo a tirare fango su una comunità rispettabile come la nostra.

Questi dovevano essere giorni in cui tutta Cardito si doveva stringere in un assoluto silenzio, intorno al cordoglio della famiglia del piccolo Giuseppe e fare ammenda di quanto, in un solo secondo, si possa scatenare a causa della barbarie umana. Invece no, si è preferito dare in pasto ai media la figura di una Cardito abitata da mostri. A questo circo mediatico non ci sto e con me non ci sta l’intera comunità ed è per questo che insieme alle scuole, associazioni e parrocchie si è deciso di organizzare una fiaccolata silenziosa in onore del piccolo Giuseppe. La fiaccolata avrà la funzione, da un lato di rappresentare il dolore di una intera comunità per la perdita di un suo piccolo concittadino e dall’altro comunicare ai fratellini del piccolo che tutta la comunità carditese è vicino a loro e che non saranno lasciati soli”.

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Anziana investita e uccisa a Napoli, caccia a pirata strada

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Una donna anziana e’ morta a Napoli, vittima di un pirata della strada. Alle 18.15 circa di ieri, in via Labriola, sulla carreggiata in direzione via E. Ciccotti, R.R., 80 anni, e’ stata investita mentre attraversava la strada. Secondo prime ricostruzioni, un’auto si era fermata per consentire il passaggio alla signora, ma una Citroen di colore blu scuro, nel tentativo di sorpassare questa vettura, ha investito la donna e poi e’ fuggita. La Polizia Locale e’ impegnata nelle indagini per identificare il conducente e il veicolo coinvolto. La vittima era stata trasportata all’ospedale Cardarelli in stato di incoscienza e dopo poche ore e’ deceduta.

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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta premeditò il delitto: rischia ergastolo

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E’ un carico accusatorio molto pesante quello che la procura di Venezia contesta nell’avviso di chiusura delle indagini a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Mentre il ‘rumore’ esploso nelle piazze e nelle coscienze in nome di Giulia non si e’ mai spento, a sei mesi dalla notte dell’11 novembre quando venne ammazzata tra le fabbriche e le strade vuote di Fosso’, pochi chilometri lontano dalla sua casa di Vigonovo, gli inquirenti tirano una linea e sciolgono alcuni nodi giuridici. E decidono che si’, Turetta aveva premeditato di ucciderla come dimostrerebbero, spiega il procuratore Bruno Cherchi, “la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe della ragazza”.

Aggiungono l’aggravante della crudelta’, da intendersi come la giurisprudenza la intende: aver inflitto “sofferenze gratuite e non collegabili al normale processo di causazione della morte”. In questo caso con venti coltellate, le prime nel parcheggio davanti alla villetta dove viveva quando Turetta l’aggredi’ a bordo della sua Fiat Punto nera. Qui per diverse ore sono rimaste sull’asfalto le tracce di sangue della ragazza ed e’ stato trovato un coltello da cucina. Poi, dopo averla immobilizzata con lo scotch, questa e’ la ricostruzione della Procura, l’ha spinta in auto, superando la sua resistenza, ha raggiunto in pochi minuti Fosso’ e l’ha assalita di nuovo, finendola. Da li’ e’ iniziata la fuga che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per una settimana. Dopo il delitto Turetta era scappato verso il Friuli e, abbandonato il corpo in un dirupo vicino al lago di Barcis, era fuggito verso l’Austria e poi in direzione Germania, dov’e’ stato fermato dalla polizia tedesca, vicino a Lipsia, nella mattinata del 19 novembre. “L’ho uccisa io” ha detto subito Filippo a chi l’ha fermato, una confessione non utilizzabile nel processo mentre lo e’ quella messa a verbale nel carcere Montorio di Verona, dov’e’ detenuto.

Il contesto in cui il delitto e’ maturato sarebbe stato quello dello stalking, come suggerito alla Procura da chat e testimonianze che riferiscono delle insistenze morbose del giovane nei confronti dell’ex compagna dopo che la loro storia era finita. Omicidio aggravato da premeditazione, crudelta’, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere, e’ il robusto capo d’imputazione da cui dovra’ difendersi davanti alla Corte d’Assise. Non c’e’ spazio per il rito abbreviato, che avrebbe comportato uno sconto di un terzo della pena, perche’ i reati sono cosi’ gravi da ipotizzare l’ergastolo. Si chiude cosi’ la prima parte ‘giudiziaria’ di quella che nel frattempo e’ diventata la storia di Giulia e non, come spesso accade nella narrazione mediatica, quella del suo presunto omicida, sul quale si sono spente le luci. La storia di Giulia, di suo padre Gino e della sorella Elena che mai come prima hanno portato l’attenzione sul tema dei femminicidi con i loro appelli a un cambiamento culturale profondo.

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Adr lancia ‘Airport in the City’: a Termini check-in di Ita

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All’inaugurazione di “Airport in the City” sono intervenuti, tra gli altri , la ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente di Ita, Antonino Turicchi, il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, il Presidente di Unindustria, Angelo Camilli. “È con grande soddisfazione che oggi ci uniamo ad Aeroporti di Roma per celebrare l’inaugurazione di Airport in the City, un servizio che rende l’esperienza di viaggio sempre più agile e confortevole – ha detto Turicchi – Questo progetto riflette la stretta collaborazione tra ITA Airways e Aeroporti di Roma, evidenziando il comune impegno per l’innovazione e la sostenibilità nel settore dei trasporti”.

“Il progetto di Adr si inscrive appieno nel processo di innovazione e interconnessione del trasporto aereo che l’Enac persegue da tempo” – ha aggiunto il presidente Enac Pierluigi Di Palma. “L’hub di Fiumicino, prima porta d’accesso all’Italia più volte premiato come migliore scalo d’Europa, sviluppa l’integrazione con la stazione Termini, primo snodo ferroviario nazionale, rafforzando l’intermodalità aria-ferro. Con il check-in off-airport Termini Fiumicino, il comparto aereo italiano si riconferma una realtà innovativa, sostenibile e, soprattutto, attenta ai diritti dei passeggeri con l’offerta di servizi di qualità che, oggi, rappresentano l’elemento più importante per le scelte dei consumatori”.

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