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Cronache

Caos rifiuti a Roma, da Virginia Raggi un dossier ai pm su incendi e altre stranezze

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Un dossier indirizzato alla Procura che fornisca elementi utili a far luce sul caos rifiuti a Roma. A prepararlo e’ la stessa sindaca Virginia Raggi che, proprio in questi giorni, sta chiudendo il plico che riguarda tanto l’azienda romana di raccolta della spazzatura, quanto l’impianto di trattamento andato in fiamme lo scorso 11 dicembre, ma anche l’intero ciclo regionale dei rifiuti e i tanti cassonetti incendiati nel 2018. Roghi che in Campidoglio quantificano in oltre 300 lo scorso anno, di cui 70 solo a dicembre. “Daremo il massimo supporto alla Regione Lazio e alla citta’ di Roma perche’ l’incendio di uno degli impianti fondamentali ha messo la citta’ in ginocchio. Pero’ so che Regione, Comune e ministero dell’Ambiente stanno collaborando per trovare una soluzione temporanea”, assicura il vicepremier Luigi Di Maio. Eppure, nonostante gli sforzi congiunti delle istituzioni, le istantanee dei cassonetti stracolmi e dei sacchetti per strada continuano a riempire il web e a destare allarmi diffusi. L’ultimo e’ quello dei presidi romani che, per voce dell’associazione di categoria Anp, lanciano un vero e proprio ultimatum: se non verranno rimossi i rifiuti che si sono accumulati specie davanti alle scuole primarie e dell’infanzia, si rischia che gli istituti non riaprano lunedi’. Secondo il presidente regionale dell’Anp Mario Rusconi e’ un “grave problema” che “investe il tema sanitario” e “che potrebbe comportare in alcuni casi anche la chiusura delle scuole qualora non fosse tempestivamente risolto”. Da Ama garantiscono che “l’attenzione delle squadre e di tutto il personale operativo Ama per la raccolta dei rifiuti e la pulizia, anche di fronte ai plessi scolastici, e’ massima”.

Secondo Palazzo Senatorio “la maggior parte delle circa 3.000 scuole di Roma e’ stata monitorata gia’ questa mattina. Tutte le eventuali criticita’ sono oggetto di intervento urgente in modo da ripristinare il decoro gia’ entro la giornata di oggi”. L’sos lanciato dai presidi ha innescato attacchi da centrodestra e Pd: da chi chiede le dimissioni della raggi, nel caso in cui le scuole rimarranno chiuse a chi rinnova la richiesta di un commissario per i rifiuti. La Procura da tempo si e’ mossa con l’apertura di vari procedimenti su tema dei rifiuti di Roma che confluiranno in una sola maxindagine. Questa procedera’ in parallelo con quella aperta, per disastro colposo, in relazione all’incendio del Tmb Salario. Dopo aver posto sotto sequestro l’impianto di telecamere a circuito chiuso che risultava non funzionante da alcuni giorni prima del rogo, gli inquirenti hanno delegato i vigili del fuoco a svolgere una serie di sopralluoghi per individuare eventuali inneschi. Quanto alla raccolta dell’immondizia, ben prima di Natale, sono stati avviati accertamenti alla luce di una serie di esposti presentati da cittadini. Accertamenti anche sui roghi di cassonetti per verificare, tra l’altro, se dietro ai ripetuti incendi vi sia un’unica regia. E poi c’e’ il capitolo del presunto assenteismo in Ama sul quale i pm di piazzale Clodio non hanno aperto nuove indagini, ma su cui da tempo sono stati avviate verifiche. E su questo punto specifico anche alcuni consiglieri comunali del M5S vogliono vederci chiaro: sarebbero stati proprio loro a chiedere all’Ama di controllare i numeri del personale in servizio durante le festivita’.

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Milano, diciottenne ucciso a colpi di pistola nella notte

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Nella notte scorsa assurdo delitto alla periferia di Milano. Un giovane diciottenne, di origine slava, è stato brutalmente ucciso con tre colpi d’arma da fuoco al torace in via Varsavia, vicino all’ortomercato. Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, il ragazzo si trovava a bordo di un furgone quando è stato avvicinato da un gruppo di individui che hanno aperto il fuoco.

I dettagli dell’aggressione dipingono un quadro di violenza e paura. La vittima, evidentemente ignara del pericolo, stava riposando all’interno del mezzo insieme a una donna, forse la sua compagna. Gli assassini hanno infranto i vetri del furgone per accertarsi della presenza di persone all’interno, prima di aprire il fuoco. Il giovane è stato soccorso tempestivamente dagli operatori del 118, ma purtroppo i loro sforzi sono stati vani: è spirato poco dopo il suo arrivo all’ospedale Policlinico.

La compagna del ragazzo, fortunatamente, è sopravvissuta all’attacco, ma è stata portata in ospedale in stato di choc, testimone impotente della tragedia che si è consumata sotto i loro occhi.

Le indagini sono ora nelle mani degli agenti della Polizia di Stato, impegnati a cercare di gettare luce su questo terribile crimine. La zona intorno all’ortomercato, come riportato dalle autorità, è nota per essere frequentata da roulotte e furgoni abitati, soprattutto da comunità nomadi. Tuttavia, quanto accaduto stanotte ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi su quanto sicure siano realmente queste aree.

Mentre la città si ritrova a piangere la perdita di un giovane vita spezzata troppo presto, ci si interroga anche su quali misure possano essere prese per prevenire simili tragedie in futuro. In un momento in cui la sicurezza pubblica è al centro delle preoccupazioni di tutti, è fondamentale che le autorità agiscano con fermezza per garantire la protezione di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro abitudini di vita.

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Fassino denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino, informativa in Procura

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Arriverà nelle prossime ore in Procura una prima informativa su Piero Fassino, denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino. Gli investigatori della Polaria hanno raccolto tutti gli elementi – comprese le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza – e le trasmetteranno all’autorità giudiziaria competente, quella di Civitavecchia, che valuterà come procedere. Fassino, in quanto parlamentare, non è stato ascoltato ma – spiegano fonti investigative – se vorrà potrà rilasciare dichiarazioni spontanee.

Già ieri il deputato del Pd – parlamentare per 7 legislature, ex ministro della Giustizia dal 2000 al 2001, poi segretario dem fino al 2007 e sindaco di Torino per cinque anni dal 2011 al 2016 – ha fornito la sua versione sostenendo di aver già chiarito con i responsabili del duty free la questione: “volevo comprare il profumo per mia moglie, ma avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”. In quel momento, ha aggiunto, “si è avvicinato un funzionario della vigilanza che mi ha contestato quell’atto segnalandolo ad un agente di polizia.

Certo non intendevo appropriarmi indebitamente di una boccettina di profumo”. Fassino ha anche sostenuto che si era offerto subito di pagarla e di comprarne non una ma due, proprio per dimostrare la sua buona fede, ma i responsabili hanno comunque deciso di sporgere denuncia. Al parlamentare del Pd, dopo quella espressa ieri dal deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, è arrivata la solidarietà del coordinatore di Fratelli d’Italia in Piemonte Fabrizio Comba. “Conosco l’uomo e il politico integerrimo, il tritacarne mediatico in cui è stato infilato è indecoroso per la sua storia personale e, quindi, anche per la storia del nostro paese. E’ un avversario politico – ha concluso Comba – ma non per questo mi permetto di dubitare della sua integrità, convinto delle sue straordinarie qualità morali”.

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Nozze d’argento boss in chiesa con le spoglie di Falcone

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Lui abito scuro, con gilet, pochette e cravatta color madreperla, lei abito bianco scollato lavorato con tessuto di pizzo e bouquet di rose rosse. La coppia d’oro delle famiglie mafiose palermitane, Tommaso Lo Presti, detto “il grosso”, per distinguerlo dall’omonimo detto “il lungo”, e la moglie Teresa Marino, ha festeggiato in grande stile, con amici e familiari l’anniversario dei 25 anni di matrimonio il 15 aprile scorso.

La coppia, lui è stato scarcerato da poco dopo anni di detenzione per mafia ed estorsioni, lei pure condannata per mafia, ha scelto per la cerimonia religiosa in cui rinnovare la promessa d’amore un luogo simbolico, la chiesa di San Domenico, che si trova in una delle piazze più belle di Palermo e che è nel cuore del mandamento mafioso di cui Lo Presti era al vertice. Nel complesso in cui è inserita la chiesa c’è anche il pantheon dei siciliani illustri, da Giuseppe Pitrè a Giacomo Serpotta, in cui sorge anche la tomba monumentale che ha accolto, dal 2015, le spoglie di Giovanni Falcone. I mafiosi quindi sono stati accolti dai frati, che gestiscono il complesso, per celebrare la benedizione delle nozze d’argento.

Padre Sergio Catalano, frate priore della chiesa, afferma di aver saputo chi fosse l’elegante coppia solo leggendo le notizie del sito d’informazione Palermotoday che ha pubblicato la notizia alcuni giorni dopo la cerimonia. “Le verifiche non spettano a noi – aggiunge – ci sono organi istituzionali che devono farlo”. Ma la coppia della cosca di Portanuova, lui è sorvegliato speciale e deve rientrare in casa entro una certa ora, poteva tranquillamente far celebrare la cerimonia in qualsiasi posto. La valutazione dell’opportunità di ospitare due mafiosi di questo calibro nel complesso dove ci sono le spoglie del magistrato ucciso dalla mafia spetterebbe a chi ha la responsabilità di quei luoghi.

Alla chiesa Lo Presti ha lasciato anche un’offerta che padre Catalano dice “servirà a fare del bene a chi ne ha bisogno”. Dopo la cerimonia a san Domenico la coppia ha festeggiato, nei limiti temporali concessi al sorvegliato speciale, in una villetta allietata anche dalle canzoni di due noti neomelodici. Dopo l’arresto di Lo Presti, 48 anni, nell’operazione Iago nel 2014, gli investigatori scoprirono il ruolo della moglie che il giudice che l’ha condannata descrive così: “Teresa Marino durante il periodo della sua detenzione domiciliare (in concomitanza con quella carceraria del marito), riceveva presso la sua abitazione tutti gli esponenti di spicco del mandamento mafioso di Porta Nuova e impartiva loro indicazioni e direttive proprie e del marito, condividendone le strategie criminali. I sodali mafiosi dell’organizzazione, inoltre, si rivolgevano alla donna anche per dirimere questioni e tensioni interne al sodalizio”.

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