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Caos Pd in Campania: il caso Salvati, le inchieste e lo scontro con De Luca

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Il Partito Democratico campano si trova nuovamente al centro di una tempesta politica e giudiziaria. L’ultimo terremoto riguarda l’arresto di Nicola Salvati, tesoriere del partito, finito ai domiciliari per un’indagine della Procura di Salerno sul presunto traffico di permessi di lavoro per migranti, che sarebbero stati venduti anche a 7.000 euro l’uno.

La vicenda ha acceso lo scontro con gli alleati potenziali, come il Movimento 5 Stelle, il cui capogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi ha lanciato un messaggio chiaro:

“Ci auguriamo che chi vuole sottoscrivere un accordo con i 5 Stelle faccia una pulizia totale in casa propria”.

Ma Salvati non è l’unico problema per il Pd campano, che da anni vive in una perenne crisi interna tra commissariamenti, guerre di potere e scandali giudiziari.

Il Nazareno commissaria i conti: arriva il tesoriere nazionale

Per cercare di limitare i danni, la segretaria Elly Schlein ha deciso di commissariare anche la gestione economica del partito in Campania, affiancando al commissario Antonio Misiani il tesoriere nazionale Michele Fina, che da oggi prenderà il posto di Salvati.

Il Pd sembra però intrappolato in un eterno giorno della marmotta, con guerre intestine, lo scontro aperto con Vincenzo De Luca e una sfilza di esponenti coinvolti in inchieste.

Uno scandalo dietro l’altro: i nomi che imbarazzano il partito

L’arresto di Salvati si aggiunge a una lunga lista di esponenti del Pd campano, attuali o ex, finiti sotto inchiesta o agli arresti:

  • Antonio Poziello, ex sindaco di Giugliano, arrestato per scambio elettorale politico-mafioso.
  • Franco Alfieri, storico fedelissimo di De Luca, ai domiciliari ma ancora presidente della Provincia di Salerno.
  • Nicola Oddati, Luca Cascone e Giovanni Zannini, tutti legati al governatore e finiti nelle cronache giudiziarie.

Un quadro che ha spinto Sandro Ruotolo, eurodeputato Pd e responsabile Informazione e Cultura, a lanciare un allarme interno:

“C’è una questione morale e va affrontata subito. Non dobbiamo aspettare sempre la magistratura”.

Ruotolo è tra i promotori di una due giorni a Napoli che, a metà febbraio, metterà al centro il tema della questione sociale e morale nel partito.

La frattura con De Luca: il governatore all’attacco

Nel caos generale, Vincenzo De Luca non perde occasione per attaccare il Pd nazionale e il commissario Antonio Misiani, inviato da Schlein per “fare pulizia”.

“Il Pd in Campania non esiste, è sotto sequestro. Salvati? Chiedete ai sequestratori”, ha dichiarato ironicamente De Luca, che continua a puntare al terzo mandato, nonostante lo stop della Corte Costituzionale.

Il governatore ha poi attaccato duramente il commissariamento e il metodo con cui il partito sta gestendo la situazione:

“Il livello di vita democratica è paragonabile al Pcus di Breznev, anzi al Partito popolare di Kim Jong-un”.

Intanto, il mandato di Misiani scade il 28 febbraio, e se dovesse essere riconfermato, si ipotizza l’affiancamento di un vice per gestire una situazione sempre più ingestibile.

Pd campano: quale futuro tra inchieste e lotte interne?

Il Pd in Campania continua a navigare in acque agitate, tra inchieste, faide interne e un commissariamento che non ha ancora portato a una svolta.

Mentre a Roma si discute del dopo-De Luca, in Campania il partito sembra paralizzato, senza una strategia chiara per ricostruire credibilità e alleanze.

La domanda che molti si pongono è: quanto ancora potrà reggere questa situazione prima di un definitivo crollo politico?

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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