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CalcioMercato, Dybala-Juve è un rebus, l’Arsenal su Vlahovic

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 C’e’ sempre la Juventus al centro del calciomercato. Stretta fra l’esigenza di dover prendere un attaccante (crescono le quotazioni di AZMOUN, viste le difficolta’ per arrivare a ICARDI) e quella di dover fare anche qualche cessione che la liberi da ingaggi pesanti (leggi RAMSEY), la Vecchia Signora deve anche programmare il futuro e quindi anche capire cosa fare con DYBALA. La dirigenza bianconera puntera’ ancora su questo giocatore, le cui richieste economiche rischiano pero’ di essere troppo onerose per le casse juventine, o accettera’ il rischio di perderlo a zero e magari vederlo andare all’Inter o al Tottenham? Intanto all’argentino la societa’ ha ribadito la proposta di un contratto rivisto rispetto a quella che era la base di accordo da 8 milioni piu’ 2 di bonus: la nuova offerta sarebbe di 7,3 milioni, ovvero la cifra attuale, con prolungamento di 3 anni, quindi fino al 2025. Per il futuro, leggi prossima estate, la Juve ripensa a ZANIOLO, che potrebbe lasciare la Roma. Intanto l’Arsenal, che ha ceduto il difensore PABLO MARI’ all’Udinese, si e’ rifatto avanti per ARTHUR. I londinesi, forti di un accordo di massima gia’ raggiunto con il giocatore, hanno chiesto il brasiliano con la formula del prestito secco fino a fine stagione, piu’ il diritto di riscatto, ma e’ una formula che non piace alla Juve. Oltretutto Allegri avrebbe fatto presente che il giocatore gli serve. Sempre l’Arsenal, insiste con la Fiorentina per VLAHOVIC, disposto a prenderlo subito pagando al club viola 70 milioni di euro. Ma ci sono due ostacoli: il primo e’ che il bomber serbo non e’ convinto di questa destinazione, mentre il club londinese, da parte sua, non intende in alcun modo pagare la commissione di 18 milioni chiesta dagli agenti del calciatore per far andare in porto la trattativa. Potrebbe non essere finito il mercato della Roma, che pensa sempre a KAMARA del Marsiglia, dove potrebbe andare DIAWARA, mentre in casa Lazio MURIQI non e’ piu’ certo di andare al Cska Mosca: ci sono dubbi sia da parte della societa’ russa che del giocatore. Se alla fine il kosovaro partira’, come attaccante di scorta la Lazio pensa a LAPADULA, che andra’ via da Benevento (i campani stanno anche per cedere GLIK al Parma). Sarri insiste anche per avere CASALE dal Verona, mentre l’Atalanta ha fatto sapere che LAZZARI non interessa. Qualcuno ha parlato di un ritorno a Formello di CANDREVA, ma la voce non ha trovato conferme. VAVRO potrebbe finire al Rayo Vallecano. Il Milan e’ sempre alla ricerca di un difensore, che non sara’ BOTMAN, mentre PELLEGRI potrebbe andare a rinforzare l’attacco del Torino, dov’e’ in partenza ZAZA. I granata stanno anche trattando con il Cagliari per NANDEZ. Doppia offerta del Newcastle all’Atalanta per GOSENS e ZAPATA, ma i 50 milioni proposti dalle ‘Magpies’ alla Dea sono troppo poco per convincere Percassi. A Salerno il nuovo ds Walter Sabatini si e’ presentato dicendo di avere “un entusiasmo devastante” e promettendo “due-tre giocatori che arriveranno a breve, poi ci muoveremo ancora sul mercato. Servono calciatori che arrivino per fare la guerra sportiva e provare a salvare la Salernitana”. I nomi che circolano in queste ore sono quelli di DIAWARA, FAZIO, IZZO, SEPE, YURI ALBERTO, YTALO e MAKSIMOVIC. BONAZZOLI potrebbe restare, mentre per SIMY c’e’ sempre la richiesta del Monza. Accantonata la ‘pazza idea’ DIEGO COSTA, a causa delle elevate richieste economiche dell’ispano-brasiliano, che ha appena rescisso l’accordo che aveva con l’Atletico Mineiro. Sabatini ha anche smentito la voce dell’arrivo di Daniele DE ROSSI sulla panchina dei campani: “per me Daniele e’ come un figlio, ma non potra’ arrivare anche per una questione tecnica: non e’ abilitato a farlo. Ma ora c’e’ un allenatore (Colantuono ndr) che sta allenando, martedi’ sara’ nello spogliatoio insieme a me e merita rispetto. Ci sono tante valutazioni che sto facendo, vedremo quale energia ci mettera’ e insieme valuteremo i risultati”.

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Calcio: si ritira Sara Gama, esempio anche nel sociale

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Campionessa in campo e fuori al punto da meritarsi l’appellativo di “leggenda”, come l’ha definita la Juventus. Sara Gama ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo, la calciatrice ha detto basta a 36 anni. Triestina come la mamma, ma con il sangue congolese di papà, ha annunciato il ritiro attraverso un lungo videomessaggio: “Oggi quel pallone lo calcio e lo lascio andare. Con orgoglio, con gratitudine, con il cuore pieno: è il mio addio al calcio giocato. L’amore per questo sport e per le sue persone resta con me per sempre” la frase per salutare tutti dopo due minuti di ricordi e di emozioni. Ha provato a racchiuderli in una clip da 120 secondi, ma la sua carriera meriterebbe ben più spazio: è iniziato tutto da Trieste alla Polisportiva San Marco, poi è stata una parabola crescente tra Tavagnacco, Chiasiellis, Pali Blues fino ad arrivare a Brescia e Paris Saint Germain. Nel 2017 ecco la chiamata della Juve. “Un club che ha fatto diventare realtà anche i sogni che non sapevamo di avere” l’ha descritta Gama, ma nel frattempo aveva già vinto uno scudetto, due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia, oltre a un Europeo Under 19 con l’Italia.

Già, perché tra azzurro e bianconero, Gama sale davvero alla ribalta del calcio femminile e non solo. Oltre agli indiscutibili valori tecnici, la calciatrice ne ha anche umani, tanto da spendersi in prima persona per alcune grandi battaglie: ha mandato messaggi forti contro il razzismo, si è battuta per le tutele sociali e previdenziali del calcio femminile, è stata eletta vicepresidente dell’Aic nel 2020 e nel 2021 è entrata nella Commissione Nazionale Atleti del Coni. Così, il colosso di giocattoli Mattel l’ha addirittura inserita tra le 17 personalità femminili in occasione della “Giornata internazionale della donna” nel 2018, creando pure una bambola Barbie a lei dedicata. Sui social Gama ha ricevuto applausi e complimenti nel giorno del ritiro, poi c’è una lunga lettera della Juve: “Grazie per quello che ci hai insegnato e per tutto quello che hai fatto indossando la nostra maglia, la tua maglia. Sarebbe stato impossibile desiderare di meglio” l’omaggio dei bianconeri dopo 153 presenze e 12 trofei in otto anni insieme.

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Le quattro giornate di Napoli, McTominay jolly di Conte

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Una fuga che può portare allo scudetto, in una Napoli che esulta ma sta attenta alla superstizione, che celebra il successo e il primato solitario ma aspetta l’aritmetica prima di festeggiare. E’ trascorso così il lunedì successivo al 2-0 sul Torino che per gli azzurri ha significato la terza vittoria consecutiva, nella giornata segnata dallo stop dell’Inter che ha rimediato di contro la terza sconfitta di fila tra campionato e coppe. Risultati che segnano il sorpasso, con il Napoli che ora ha il pallino in mano a quattro giornate dalla fine del campionato con tre punti di vantaggio in classifica sui nerazzurri secondi. L’entusiasmo però può essere pericoloso come sottolinea su Instagram il capitano azzurro Di Lorenzo, che da napoletano adottivo scrive: “A meglio parola è chella ca nun se dice”.

‘La migliore parola è quella che non si dice’ è il proverbio partenopeo che accompagna e nasconde la parola scudetto, un sogno che sembrava impossibile e che invece ora diventa una meta a portata di mano. Perché le parole migliori oggi arrivano in campo dai giocatori di una squadra che il tecnico Conte ha saputo far crescere alla perfezione, con una rosa compatta, che sta dimostrando di saper affrontare al meglio anche le assenze e i cui talenti ormai hanno imparato alla perfezione il calcio della serie A.

E’ il caso di Scott McTominay, la nuova star della città, già ribattezzato dai tifosi ‘McFratm’, a indicare che lo scozzese ormai è sentito come un ‘fratello, uno dei loro, e che ieri ha siglato una doppietta arrivando a 11 gol in campionato, numero da capocannoniere tra i centrocampisti visto che ha superato la star del Milan Reijnders, fermo a 10. Lo scozzese ha imparato bene il calcio italiano, dimenticando le galoppate che faceva al Manchester United per specializzarsi nell’interdizione degli attacchi avversari e nell’inserimento nelle aree avversarie. L’ultima dimostrazione ieri contro il Torino quando è stato ancora una volta decisivo. E’ la nuova stella del centrocampo, in una città che per anni ha amato Hamsik, che adora Lobotka ma che ora sogna grazie a McTominay, l’uomo che trova i varchi nelle difese avversarie spesso ipnotizzate dai movimenti di Lukaku e Politano, in grado di aprire gli spazi giusti per gli inserimenti dello scozzese.

Il Napoli ha dimostrato di avere la pelle dura per puntare al titolo. Ora però bisogna continuare per le altre quattro partite, come ha sottolineato ieri Conte. La prossima è in casa di un Lecce che lotta per la salvezza, in uno stadio che ha messo in vendita 1075 posti nel settore ospiti e che sarà invaso dai tifosi azzurri residenti in Puglia e altre regioni vicine. Dopo i giallorossi le sfide contro Genoa, Parma e Cagliari. Nessuna partita di vertice, ma il pericolo resta vivo per una squadra che deve fare anche i conti con una rosa stanca, come dimostrato da Olivera e Lobotka che ieri hanno terminato la gara esausti. E risposte si aspettano anche da Buongiorno, che dopo il dolore alla coscia destra mette di nuovo in pericolo l’equilibrio della difesa di Conte.

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Manna: Conte e i giocatori del Napoli hanno fatto un lavoro incredibile

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”Se pensiamo da dove siamo partiti e guardiamo la nostra classifica a quattro giornate dalla fine del campionato dico che il lavoro della squadra e dell’allenatore è stato incredibile: se arriveremo in fondo sarà tutto merito loro”. A parlare è il direttore sportivo del Napoli capolista Giovanni Manna, premiato oggi a Coverciano come il migliore nel suo ruolo durante la manifestazione ‘Inside the Sport 2025’ promossa da Ussi e Mcl.

”Ringrazio chi mi ha scelto e voluto, per adesso siamo felici di quello che abbiamo fatto – ha aggiunto Manna – L’impegno della famiglia De Laurentiis è stato costante, il prossimo anno giocheremo la Champions e stiamo già programmando, il Napoli ha sempre investito nei calciatori anche se adesso siamo tutti concentrati sul presente”.

Sull’exploit di Mcominay che sta dimostrando di essere decisivo per la squadra e fra i migliori colpi di mercato il dirigente partenopeo ha dichiarato: ”Uno come lui non andava scoperto, sapevamo che era un calciatore importante, serviva solo metterlo al centro di un progetto preciso. Prima che guardi io un giocatore c’è un lavoro dello staff. La Premier è migliore campionato del mondo, con i calciatori migliori. Il livello è alto, c’è tutto, intensità, tecnica, tattica”.

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