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Calcio & Mercato, le pagelle: Napoli al top, sul podio anche Roma e Juventus

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Napoli mattatore del mercato, sul podio salgono anche Roma e Juventus che precedono i campioni del Milan. Largamente sufficienti anche Inter, Lazio e Fiorentina. Pollice verso per poche squadre, fra le principali il Sassuolo e soprattutto il Verona. Il mercato chiude i battenti con pochi sussulti, tutto era gia’ stato fatto, in particolare gli arrivi di Di Maria, Pogba, Wijnaldum, Lukaku, Jovic, De Katelaere, Ndombele’, i trasferimenti di Dybala, Pinamonti, Ederson, Bremer, Raspadori. I colpi degli ultimi giorni sono stati quelli di Umtiti, Milik, Paredes. Ora la parola passa al campo. ATALANTA 6.5: Gasp cambia e tenta di ricreare la sua squadra gioiello. Via Freuler, Miranchuk e Pessina, arriva il gioiello Ederson, si scommette su Lookman e Holjund. L’organico largo sopperisce ad alcune lacune, servono i gol di Zapata e Muriel. Ilicic ha rescisso. BOLOGNA 5.5: Il tesoretto messo da parte (47 mln) con le cessioni di Hickey , Svanberg e Theate e’ stato solo parzialmente reinvestito. Sono arrivati i difensori Lucumi, Posch e Moro, l’esterno Cambiaso, la punta Zirkzee. E’ restato Arnautovic, il centrocampo da’ garanzie ma niente salto di qualita’. CREMONESE 6: Neopromossa dal gioco promettente, rivoluzionata per i troppi prestiti tornati alla base. Buon inserimento di Vasquez, Chiriches e Okereke. Radu ogni tanto crea disastri per cui e’ tornato Carnesecchi. Ultimocolpo e’ stato Afena Gyan. EMPOLI 5.5: Abile il club a cedere bene Viti e Asllani, ma per De Winter e Marin o Akpa Akpro non sara’ facile sostituirli. Piu’ difficile ancora il compito di Destro, che dovra’ colmare il vuoto lasciaro da Pinamonti. Gli dara’ una mano Pjaca. E’ arrivato Cambiaghi e non sono partiti Bajrami e Parisi ma il compito di Zanetti resta arduo. FIORENTINA 7: Il colpo Jovic (gratis e 50% della rivendita al Real) e’ il fiore all’occhiello di un mercato di razza con l’innesto di Gollini, Dodo’, Mandragora e la ciliegina Barak. Il passaggio alla Conference da’ fiducia a Italiano ma i gol arrivano ancora col contagocce. INTER 7: Lukaku in prestito, e gia’ in sintonia con Lautaro, e’ stato il primo squillo nerazzurro, poi sono arrivati Asllani, Onana e Bellanova per una panchina impreziosita da Mkhtaryan (al posto di Perisic). Poi c’e’ stato lo scippo subito di Bremer e la conferma di Skriniar. Inzaghi al fotofinish ha ottenuto Acerbi. Con buonuscita si e’ liberata del macigno degli stipendi di Vidal e Sanchez. JUVENTUS 8: infortuni a parte, un mercato di grande livello. Di Maria e Pogba sono arrivati a parametro zero, De Ligt al Bayern ha portato Bremer, poi sugli esterni il colpo Kostic con la ciliegine finali Milik e Paredes. Sono andati via Chiellini, Morata, Dybala e Bernardeschi.Il bilancio respira col prestito di Arthur al Liverpool. Il futuro si chiama Gatti, Miretti e Mancini. E’ un cocktail superbo che Allegri deve miscelare con abilita’. LAZIO 7: Finanziata da Muriqi e dalle rate di Correa, ha costruito una squadra a immagine e somiglianza di Sarri a fianco dei big Milinkovic, Immobile e del ‘riacquistato’ Luis Alberto. Rifondata la difesa con Romagnoli (leader al posto di Luiz Felipe), Casale e Provedel (Maximiano ha steccato l’inizio), sono arrivati anche Marcos Antonio, Vecino e Cancellieri. Non colpi eclatanti, ma punta legittimamente alla Champions. LECCE 6: un anno per rilanciarsi, a spese del Barca. L’esperto Corvino festeggia l’arrivo della star francese Umtiti. Mancheranno i gol di Coda, ci proveranno Ceesay e Di Francesco. Buone referenze hanno i vari Falcone, Bistrovic, Pezzella i giovani Colombo (protagonista a Napoli) e Samek. MILAN 7.5: il mantra e’ sempre, investire sui giovani. De Ketelaere studia da nuovo Kaka’ e puo’ formare un duo micidiale con Leao. Valgono in prospettiva gli inserimenti di Adli, Pobega, Thiaw, Vranckx e Dest, dell’esperto Origi e il recupero di Kjaer. Tra qualche mese potrebbe tornare a dare una mano anche Ibra. MONZA 6: lo tsunami di Berlusconi e Galliani ha portato una rosa nuova di zecca, con Caprari, Petagna, Sensi, Pessina Rovella, Ranocchia, Cragno, Izzo. Ingenti investimenti e zero punti, per cui presto Stroppa, che ha portato in A un’altra squadra, potrebbe fare le valigie. NAPOLI 8.5: La regina del mercato. Via Insigne, Mertens e Koulibaly, si e’ liberata di Fabian Ruiz in scadenza. Ha preso Olivera sulla fascia, il gioiello Kvara (11 milioni, un affare), il centrale Kim, poi con un crescendo magistrale Simeone, Ndombele’ e Raspadori. De Laurentiis non ha ceduto alla lusinga Ronaldo tenendosi stretto Osimhen. Anche senza il portiere Navas vale lo scudetto. Spalletti guida una fuoriserie. ROMA 8: L’esperienza da Premier di Matic e Wijnaldum, la classe di Dybala, la sostanza di Celik, la fame di Belotti, il recupero di Spinazzola, la conferma di Zaniolo. Mourinho ha reclutato una squadra di big che, con la personalita’ di Smalling, Abraham e Pellegrini, puo’ andare lontano. Ottimo il lavoro di Thiago Pinto che si e’ liberato anche di tanti esuberi. SALERNITANA 6.5: Nicola ha una squadra che puo’ salvarsi in anticipo. Sacrificato Ederson, e partito Djuric, e’ tornato Bonazzoli, che fa reparto d’attacco con Dia, il nuovo arrivato Piatek e spezzoni di Ribery. A centrocampo c’e’ la qualita’ di Vilhena e la tempra di Candreva. In difesa, accanto a Fazio, i nuovi Brown e Pirola. SAMPDORIA 5: la lunga transizione alla vendita complica il lavoro di Giampaolo che ha visto partire Candreva, Ekdal, Thorsby e Damsgaard. Sono arrivati Djuricic, Villar e Pussetto, sono rimasti Rincon, Colley, i vecchietti Caputo e Quagliarella, il talentuoso Sabiri. Per il tecnico ci sara’ da soffrire. SASSUOLO 5.5: Dionisi maneggia una buona squadra rinforzata a centrocampo da Thornvedt e dalla conferma di Frattesi e Maxi Lopez. Ma in attacco i conti non tornano. Pinamonti (costato la meta’) ha le carte in regola per rimpiazzare Scamacca, ma il vuoto di Raspadori viene ingigantito dagli infortuni di Berardi e Traore. Oltre ad Antiste si punta su Lauriente’. Il bilancio sorride, Dionisi un po’ meno. SPEZIA 5: Per Gotti sara’ una bella scommessa centrare la salvezza. Partito Maggiore, sono arrivati gli esperti Caldara ed Ekdal,il difensore gallese Ampadu, in porta Dragowski ha sostituito Provedel. In attacco, alle spalle di Nzola e Verdi, spazio a Daniel Maldini. Le altre pericolanti sembrano essersi rinforzate di piu’. TORINO 6: dopo la sfuriata col ds Vagnati Juric ha metabolizzato le partenze di Belotti, Pobega, Ansaldi, Brekalo e soprattutto Bremer. In difesa e’ arrivato Schuur, sull’esterno Lazaro, in fase d’attacco Radonjic, Miranchuk, Vlasic e oggi anche Karamoh. Il resto lo mette la qualita’ del tecnico, comunque insoddisfatto. UDINESE 6: Molina e Soppy sono partiti, Udogie resta un altro anno ma la famiglia Pozzo continua a fare affari senza indebolire la squadra. Resta infatti un super attacco con Deulofeu e Beto, la squadra si avvale di due sicurezze come Becao e Pereyra e dei nuovi Perez, Bijol e Ebosele. VERONA 5: smobilitato l’attacco da 40 gol (Simeone, Barak e Caprari), Cioffi ha visto partire anche Cancellieri e Casale. Sono arrivati Piccoli, Djuric, Henrik, Hrustic e Simone Verdi, si attende il riscatto di Lasagna ma Cioffi sembra poco in sintonia con la societa’ e i risultati scarseggiano.

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Calzona: ritiro produttivo, Napoli tiri fuori l’orgoglio

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Il Napoli è da oggi in ritiro in un albergo di Caserta in vista della partita con la Roma di domenica pomeriggio. Un provvedimento, quello della società di Aurelio De Laurentiis, che stando ai sussurri provenienti dall’interno della squadra i giocatori avrebbero accettato a denti stretti. Però Francesco Calzona, che è tornato a parlare alla vigilia di un match dopo mesi di silenzio imposti dalla società prima delle gare, chiarisce i termini della questione dal suo punto di vista e sottoscrive in pieno la decisione del presidente. “Il ritiro – spiega – non è punitivo ma deve essere produttivo. Abbiamo bisogno di stare insieme più tempo possibile. E’ stata una scelta concordata con la società e io sono stato d’accordo. Spero e mi auguro che con la Roma venga fuori l’orgoglio perché giochiamo contro una squadra che è in un’ottima condizione. Mi aspetto una grande partita sotto l’aspetto delle motivazioni e dell’orgoglio”.

“Finora – spiega il tecnico – abbiamo creato tantissimo ma anche difeso male. A Empoli abbiamo mostrato anche qualche problema offensivo e questo mi ha preoccupato. I ragazzi erano molto abbattuti e a inizio settimana, c’era scoramento. Ma abbiamo il dovere di lavorare e di migliorare questi aspetti per finire il campionato nel modo migliore. Lo dobbiamo a un’intera città”. Ma il Napoli quando mancano soltanto cinque partite che cosa può realisticamente chiedere ancora a questo campionato? “Abbiamo buttato via tante occasioni per riagganciarci alla classifica importante – dice l’allenatore -. Ora non siamo in grado di fare progetti e dobbiamo solo pensare partita per partita, il nostro futuro non dipende solo da no ma anche dagli avversari. Per questo ho chiesto ai ragazzi di pensare solo alla Roma e poi vediamo quello che viene fuori. Mi aspettavo di incontrare meno problemi, ma dopo due o tre giorni che ero qua mi sono reso conto che erano più grandi di quello che avevo previsto. C’è qualcosa nella fase di costruzione che non è andata per il verso giusto. Chi è arrivato a sostituire giocatori importanti come Lozano, Kim e anche Elmas non ha inciso tantissimo. Ma non è tutta colpa loro perché sono arrivati in una stagione molto particolare”.

“Tutti i giocatori – aggiunge il tecnico del Napoli – non si possono non sentire responsabili di questa situazione. Le scelte le faccio in base a quello che vedo in settimana. A parte Mazzocchi, Dendoncker e Natan, il resto ha avuto spazio. Non ci sono uomini sacrificati, le occasioni le hanno avute. Nello spogliatoio bisogna sentirsi responsabili tutti e quando si perde è sconfitto anche chi non ha giocato” “Della Roma – dice Calzona – mi preoccupano tante cose. A parte i punti conquistati nella gestione De Rossi, segnano tantissimo, hanno una grande fisicità e fanno tanti gol su palle da fermo. Ma se facciamo una partita da Napoli anche noi abbiamo tante armi. E’ una squadra in salute che ha davanti a sé importanti obiettivi da raggiungere”. “E’ una partita difficile – conclude il tecnico del Napoli – ma indipendentemente dall’avversario dobbiamo ritrovarci noi, fare una grande gara e uscire da questa situazione che non piace a nessuno, neanche ai giocatori”.

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Donne-arbitro in rimonta, in A prima terna al femminile

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La storia delle prime volte per le donne non è mai l’ultima. E arriva infatti l’inedita terna di arbitri al femminile anche in Serie A: dopo le prove generali in Coppa Italia e Serie B, domenica per la gara-passerella dell’Inter a San Siro con il Torino in campo a dirigere ci sarà Maria Sole Ferrieri-Caputi e le due assistenti Francesca Di Monte (la stessa del mancato saluto da parte dell’arbitro Sacchi in Lecce-Sassuolo dello scorso ottobre, con bufera sui social e scuse arrivate ‘nessun intento sessista’) e Tiziana Trasciatti. Una prima volta, appunto, nel massimo campionato che segna comunque la rimonta dell’altra metà con il fischietto anche in termini di numeri. Perché se la vocazione al maschile scende, tra le donne se non è boom comunque sale. “E’ una designazione che ci riempie d’orgoglio – dice Katia Senesi, arbitro benemerito e prima donna a far parte del Comitato Nazionale Aia, di cui è membro dal 2021 -. Lavoriamo da tre anni al progetto sulle ragazze per dare a tutte le opportunità che meritano e per giocarsela alla pari con i colleghi maschi. La strada è tanta, è ancora lunga ma possiamo dire che l’aria è cambiata. Anche in termini di nuovi ingressi le donne hanno superato gli uomini”.

Con una fetta del 10% sul totale degli iscritti, le giovani però si avvicinano al mondo arbitrale e vedere sui campi maggiori direttori gara come la Ferrieri Caputi rappresenta uno stimolo ulteriore. La livornese, 33 anni, traguardi finora off limits ne ha tagliati tanti: dopo aver diretto la prima gara in serie A il 2 ottobre del 2022 (Sassuolo-Salernitana, promossa a pieni voti), quest’anno ha arbitrato sei gare del massimo campionato. E domenica mette un altro tassello: una ulteriore svolta frutto di un lavoro che parte da lontano e che dietro vede un movimento in rimonta da parte delle donne. “Al momento la presenza femminile sul totale degli iscritti è del 10% circa – spiega Senesi – ma tra i nuovi le donne sono di più degli uomini. Si punta molto su loro, non in quanto donne, ma perché sono preparate. Le aspettative sono alte”. Inter-Toro sarà quella della festa dei campioni d’Italia, non proprio una gara decisiva in termini di classifica.

“Non ci sono partite scontate – ci tiene a dire Senesi, respingendo l’idea che la designazione storica arriva per una partita sulla carta con poco agonismo – anche quando la posta in palio è già decisa si gioca sempre e poi un errore, se capita, è sempre un errore e tutti lo ricordano. E poi l’attenzione è sempre doppia. Il nostro compito è fare bene, sono sicura che le ragazze non la vivano con leggerezza ma con il massimo della preparazione e dell’attenzione. Quello che serve, ma vale naturalmente anche nei confronti degli uomini, è il rispetto nei confronti di chi si allena tutti i giorni per dare il massimo in campo”. Gli inediti al femminile restano sempre tanti: del resto la prima donna in Italia alla guida di una federazione sportiva, Antonella Granata, è arrivata appena tre anni fa allo squash e ora si è dimessa, per motivi personali, lasciando comunque orfano anche quest’altro traguardo.

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Juve: contro il Milan ritenta l’assalto al 2/o posto

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L’euforia per la conquista della finalissima di coppa Italia è già stata messa da parte, alla Continassa si torna a pensare al campionato e a lavorare per l’altro obiettivo stagionale. Manca ancora una manciata di punti per prendersi un posto in Champions League, ma anche arrivare alle spalle dell’Inter rappresenta uno stimolo in più per la Juventus. Ecco perché Massimiliano Allegri chiede attenzione massima in vista del prossimo appuntamento, il big-match di sabato pomeriggio alle 18 all’Allianz Stadium contro il Milan.

Per i bianconeri sarà anche una delle ultime occasioni per tentare l’assalto al secondo posto: i rossoneri sono distanti cinque lunghezze, batterli nello scontro diretto bissando il successo di San Siro darebbe la spinta per un buon finale di stagione. Anche perché bisogna migliorare i numeri terribili dell’ultimo periodo, con Danilo e compagni che dal 27 gennaio ad oggi hanno vinto soltanto tre partite su 14 e ne hanno perse addirittura cinque, considerando anche le due sfide di coppa Italia contro la Lazio. E poi si vuole superare questo tabù Milan allo Stadium, dal momento che i bianconeri sono reduci da due tonfi e da un pareggio interni contro i rossoneri: è dal triennio 1991-1994 che la Juve non arriva a 4 partite casalinghe senza vittorie contro il Diavolo.

Allegri dovrebbe affidarsi ancora una volta a Chiesa, capace di realizzare tre gol e confezionare tre assist nei precedenti personali contro il Milan, anche se adesso è reduce da quattro confronti di fila senza squilli. E se Yildiz e Milik saranno le carte da giocare a gara in corso, oltre a Kean che viaggia verso la convocazione dopo essersi riaggregato al resto dei compagni, l’altro intoccabile della Juve sarà ovviamente Vlahovic, reduce dalla rete di Cagliari che lo ha portato a toccare quota 17 marcature stagionali.

Senza indisponibili e senza squalificati, Allegri può lavorare con tutta la rosa al gran completo e studiare la miglior Juve possibile, con Cambiaso e Kostic sulle corsie, Locatelli in regia insieme a McKennie e Rabiot e il terzetto davanti a Szczesny formato da Gatti, Bremer e Danilo. In più, c’è uno Stadium che ribolle: la casa bianconera è vicinissima a far registrare un altro sold out, un bell’attestato di stima verso la squadra nonostante un lungo periodo di risultati altalenanti. Ma c’è ancora la possibilità di chiudere bene la stagione, la rincorsa al secondo posto occupato dal Milan comincia proprio sabato dallo scontro diretto contro la formazione di Stefano Pioli.

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