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Allegri: Napoli forte ma abbiamo preso un gol da polli

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“Dispiace aver perso una gara del genere: sul gol si poteva fare meglio, perché ci siamo fermati dalla parte opposta alla palla. Su questo bisogna ancora crescere”. Massimiliano Allegri ha provato a fare una disamina equilibrata, ai microfoni di Dazn, dopo la sconfitta della sua Juventus in casa contro il Napoli, per 1-0. Nel finale Allegri ha preso dei rischi buttando nella mischia due giocatori come Di Maria e Chiesa: “In quel momento servivano due giocatori tecnici, e uno che magari giocasse uno contro uno come Chiesa. La squadra ha fatto una buona partita, dispiace aver perso. Abbiamo preso un gol da polli”. Parlando del gol, Allegri ha spiegato: “Basta vedere l’azione, siamo al 93′ bisognava difendere in area ma ci siamo fermati. Questo fa parte della crescita dei giocatori, ma diamo per scontate le cose certe volte e rimaniamo fermi”. “Sono cose che capitano, dispiace per una partita giocata contro un Napoli forte. E poi – ha aggiunto – nelle ultime cinque di campionato ne abbiamo perse quattro, ma siamo ancora in vantaggio sulle inseguitrici. Dobbiamo metterci al lavoro con serenità, mercoledì c’è una gara importante. Non possiamo fare altro, dobbiamo accettare le decisioni arbitrali nel bene e nel male, non dobbiamo perdere energie”.

Degli episodi arbitrali come al solito il tecnico non ha voluto parlare: “Non c’è bisogno di spiegare nulla. Fabbri ha arbitrato una bellissima partita, è stato molto bravo e gli faccio i complimenti”. Sulla scelta di mandare Di Maria, Vlahovic e Chiesa in panchina, il tecnico livornese ha spiegato: “Miretti e Soulè hanno fatto una gara importante, questo dimostra la loro crescita. Chiesa è un giocatore che non gioca da 10 mesi, sta riprendendo ora. Finita questa stagione sarà in una condizione migliore. Di Maria aveva bisogno di recuperare per i primi 60 minuti. Vlahovic l’ho tenuto a riposo dopo giovedì. Milik ha fatto una gara importante”. Allegri ha poi fatto i complimenti al Napoli: “Ha meritato lo scudetto. Sapevamo di affrontare una squadra forte e abbiamo fatto bene. Abbiamo avuto difficoltà post 15 punti, ora siamo a 59 e ne abbiamo 3 sul Milan. Dobbiamo essere bravi a tornare in primis a vincere perché ci sono dei punti da fare”.

Allegri a ruota ha difeso l’operato della sua squadra: “Va fatto un plauso ai ragazzi, hanno fatto una stagione importante. Sento tanti parlare, ma la gente non sa nulla e parla per sentito dire della Juve e della sua situazione surreale. I ragazzi sono stati meravigliosi, ma ora serve un ultimo sforzo per il secondo posto”. Il tecnico della Juve ha poi concluso: “Meglio che io sia sereno. Ora riprendo a sorridere. E’ un’annata che ci fa crescere, l’anno prossimo saremo di nuovo a combattere per il campionato”.

 

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Jacobs a caccia del bis ai Giochi: voglio un altro oro

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E’ un Marcell Jacobs diverso quello rientrato a Roma dopo il trasferimento in Florida, più precisamente a Jacksonville. Più tranquillo, rilassato e sicuro delle sue capacità. “Ho stravolto la mia vita per ritrovare quelle sensazioni che mi mancavano. Avevo paura di andare dall’altra parte del mondo, ma era un passaggio necessario, dovevo rimettermi in gioco”, racconta l’oro olimpico di Tokyo dopo due ore di test e con l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI in uno Stadio dei Marmi tirato a lucido in vista degli europei di atletica che ci saranno tra meno di un mese a Roma. Saranno l’antipasto dei Giochi di Parigi dove l’obiettivo, nemmeno a dirlo, sarà quello di bissare il successo di tre anni fa in Giappone.

“Devo dire che è tanta la responsabilità di arrivare da campione in carica, ma darò il massimo di me stesso. Solo due atleti hanno vinto due ori consecutivi nei 100 e lavoro per quello, non mi nascondo”, le parole di un Marcell più consapevole. “Quando vinci un’Olimpiade hai tante aspettative, dopo l’oro avrei dovuto lavorare di più a livello mentale di quanto non facessi già prima – ha proseguito – Un po’ mi sono perso invece. Ma ora voglio riconquistare quel titolo. Mi sento bene, sono pronto”. Avversari avvisati anche se “in questo momento nessuno ha corso veramente forte, non c’è un vero numero uno per dire che a Parigi vincerà sicuramente. Tutti stanno lavorando al massimo per arrivare al top lì”, ha assicurato Jacobs, la cui stagione sta per entrare nel vivo.

Si comincia sabato a Roma con lo Sprint Festival, poi appuntamento al meeting di Ostrava e nella tappa di Diamond League di Oslo, prima di fare ritorno da campione in carica a Roma in occasione degli Europei. Un’estate che culminerà, come detto, con l’Olimpiade dove il portabandiera sarà Gimbo Tamberi. “E chi meglio di lui per quello che rappresenta come capitano e per i risultati ottenuti – ha detto Jacobs -. Io vorrà dire che mi metterò in lizza per le prossime Olimpiadi”. Nel frattempo la testa è tutta a Parigi con la preparazione di questi ultimi 72 giorni che sarà in Europa. Rientrando nella Capitale, infatti, è passato anche da Desenzano a salutare la mamma, mentre ieri e oggi ha svolto test con l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI . Andature e sprint con sovraccarico, poi esercizi di ipervelocità trainata. Tutto finalizzato per eguagliare quel 9’80” che nel 2021 è valso un oro a Tokyo. “Ma non mi accontento di quel personale, non mi sono posto limiti e voglio ancora migliorarmi, lavoro per quello”, ha assicurato Jacobs che agli avversari per ora non pensa.

“In questi mesi mi sono focalizzato solo su me stesso, può esserci chiunque in gara, ma io sono concentrato solo su di me”, ha concluso il centometrista azzurro prima di lasciare lo Stadio dei Marmi che ritroverà tra neanche 72 ore per la sua prima gara italiana della stagione.

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Gasperini carica l’Atalanta: vogliamo battere la Juve e alzare la Coppa

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La Coppa Italia, per l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, rappresenta il primo match point per rendere la stagione indimenticabile. Alla sesta partecipazione, infatti, la Dea ha l’occasione per portare a casa il trofeo nazionale per la seconda volta nella sua storia; dopo la prima, datata 1963, per i nerazzurri sono arrivate quattro sconfitte all’ultimo atto. Una maledizione che il tecnico vuole interrompere: “Ho sempre pensato che la Coppa Italia fosse l’unico trofeo possibile per l’Atalanta in quanto Champions e scudetto erano troppo distanti. E’ la terza finale in cinque anni; le altre non sono andate bene ma noi siamo testardi. Ora abbiamo tutta l’intenzione di riuscire a vincere la finale”, le parole del tecnico.

Una sfida, per l’Atalanta, per dimostrare la propria forza, frutto di un percorso iniziato da lontano e ora maturo per raccogliere i frutti del duro lavoro. Anche se Gasperini rifiuta il ruolo di favorita tanto da sottolineare come questo “ha sempre contato poco. Spero che arriveremo alla Juventus con lo stesso spirito mostrato con la Roma; se sapremo metterlo in campo avremo più chance. Ma la Juventus rimane una squadra indubbiamente forte”, prosegue il tecnico. A pesare, però, sarà l’assenza di Gianluca Scamacca, ammonito nella semifinale di ritorno e squalificato per l’atto finale: “Tatticamente l’assenza di Scamacca ci costringerà a trovare altre situazioni e mi dispiace per lui che è stato privato di una finale. Forse dovremmo pensare di adeguarci a quello che succede in Europa. Le ammonizioni, almeno nelle semifinali si azzerano perché così diventa un peccato in quanto nelle finali ci devono essere sempre i giocatori migliori”.

Gasperini, nonostante le assenze, è convinto della sua squadra perché “le partite in campo internazionale ci ha dato forza, anche la partita con la Roma ci ha aiutato. Aver giocato tanto ci ha tolto qualcosa, ma ce ne ha date altre molto positive. Merito ai giocatori che hanno dato tutto e hanno avuto la forza mentale facendo una stagione incredibile”. Il tecnico, poi, si concentra per un attimo al futuro, lasciandosi andare a una previsione sulla squadra che “è giovane e potrà diventare ancora più forte nei prossimi anni se saprà crescere e migliorarsi”. Proprio per questo mettere in bacheca il trofeo può essere il primo passo per aprire un ciclo in una stagione che ha vissuto la sua svolta con la partita di Liverpool, almeno in “Europa League. Abbiamo sempre avuto percorsi differenziati, abbiamo sempre cercato di giocare al massimo ogni competizione. La svolta di Coppa Italia, ad esempio, è stata quella contro il Milan”, sottolinea ancora.

Prima di chiudere con un pensiero sulla città di Bergamo che vive “un momento di fibrillazione sportiva, un momento fantastico. A volte si vincono coppe o scudetti che quasi non si festeggiano e invece questo rimarrà per sempre legato alla storia di Bergamo e faremo di tutto per portarla a casa”. Proprio per questo, Gasperini, schiererà la formazione migliore. Al netto dell’assenza di Scamacca, squalificato, il tecnico nerazzurro punterà sul blocco dei titolari con De Ketelaere, reduce dalla doppietta contro la Roma, al posto del romano. Servirà la migliore Atalanta per battere la Juventus, ma Gasperini è convinto che, stavolta, possa essere quella buona per alzare la Coppa Italia al cielo di Roma.

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Anche Medvedev out a Roma, Italia si consola col doppio

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Le rinunce inattese e la rapida successione di eliminazioni hanno desertificato la presenza di italiani e italiane agli Internazionali di Roma. Ma ad evitare una debacle completa dell’Italtennis al Foro Italico c’è il doppio, con Simone Bolelli-Andrea Vavassori approdati ai quarti e con Sara Errani-Jasmine Paolini addirittura alla semifinale, con buone speranze di andare a lottare per il titolo. A procedere senza tentennamenti verso il match conclusivo è la n.1 al mondo, Iga Swiatek, che a colpi di 2-0 sulle avversarie prosegue la marcia vittoriosa cominciata al Wta 1000 di Madrid, mentre nel torneo maschile domina l’incertezza, specie dopo l’uscita di scena di Novak Djokovic e, oggi, anche del campione uscente, Daniil Medvedev.

Un torneo sfortunato, quello romano, segnato dai ritiri eccellenti di Jannik Sinner attesissimo dal pubblico della Capitale ma costretto a rinunciare a causa del problema all’anca. E ancora quelli di Carlos Alcaraz e di Matteo Berrettini, l’uscita al secondo turno di un altro beniamino come Rafa Nadal e appunto quella di Djokovic, protagonista anche dell’incidente della borraccia che lo ha colpito in testa. E poi molti mugugni per un Foro Italico, sponda ground, più intasato di un vagone della metropolitana di Roma. Infine, l’aleggiare del mistero legato all’improvviso ritiro dal tennis e alla successiva sparizione di Camila Giorgi, finita all’estero mentre in Italia emergono i guai col fisco. E’ arrivato come un raggio di raggio di sole, quindi, l’exploit dei doppisti.

Errani e Paolini hanno superato al super tie-break (6-3, 7-7, 10-5) l’ucraina Khichenok e la lettone Ostapenko, seste favorite del seeding, e ora tra loro e la finale ci sono le statunitensi Dolehide e Krawczyk (n.8). La bolognese ha vinto il titolo nel 2012 con Roberta Vinci, con la quale è arrivata in finale anche nel 2013 e nel 2014. Riprovarci dopo 10 anni sarebbe un sogno, ma più grande ancora è quello di fare le Olimpiadi, con Paolini: “Penso che siamo messe abbastanza bene per provarci e fare del nostro meglio, sarebbe uno dei miei sogni più grandi andare alle Olimpiadi”.

Grande esultanza anche per Bolelli e Vavassori, che hanno eliminato una delle coppie più forti, Rohan Bopanna-Matthew Ebden. Un successo in due set 6-2, 6-4 in un’ora e 12 minuti di gioco, vendetta sportiva dopo il ko in finale agli Australian Open. “E’ stata una goduria averlo fatto qua sul ‘Pietrangeli'”, le parole degli azzurri, che affronteranno al prossimo turno Wesley Koolhof-Nikola Mektic, coppia n.7 del seeding.

Nel torneo singolare maschile, la grande sorpresa è l’eliminazione di Medvedev, quasi umiliato dallo statunitense Tommy Paul, che si è imposto 6-1, 6-4 per arrivare i quarti dove affronterà il polacco Hubert Hurkacz, vittorioso in rimonta sull’argentino Sebastian Baez. Tra i giocatori della top 10, è proseguita la marcia di Alex Zverev, n.4 al mondo, che ha battuto il portoghese Borges e se la vedrà con lo statunitense Taylor Fritz, vincitore in tre set sul bulgaro Dimitrov. Centra i quarti anche uno Stefanos Tsitsipas in gran forma, che ha eliminato in meno di un’ora un osso duro come l’australiano Alex De Minaur.

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