Una risata, una riflessione, un monologo graffiante e un momento di puro spettacolo, ma tutto rigorosamente in 60 minuti. E’ questa l’ultima sfida di Enrico Brignano che a partire da martedi’ 22 settembre sara’ in onda su Rai2 in prima serata con “Un’ora sola vi vorrei”, il suo nuovo one man show in cui assicura “ce la metteremo tutta, nonostante il covid”. Cinque puntate per uno spettacolo pensato “come un varieta’ compatto un po’ all’antica: e’ una sfida rivoluzionaria stare nei ranghi di un’ora, se si pensa che oggi i varieta’ spesso vanno oltre la mezzanotte”, afferma, sottolineando che sara’ un excursus “concentrato” sul “tema principale, il tempo, ma anche su temi classici come l’amore e il sesso, per giocare un po’. Faremo satira di costume e non politica”.
Sempre col sorriso sulle labbra, la grande attenzione sara’ “sull’attualita’: il coronavirus non e’ solo un fatto di sanita’, ma di economia e di equilibri mondiali”, spiega, sebbene il programma, che riprende il titolo del suo spettacoloteatrale (“ma non sara’ la stessa cosa, e chi ha comprato il biglietto puo’ stare tranquillo”, garantisce), verra’ registrato, evitando la diretta “solo per una questione di qualita’, anche se questo ci fara’ riarrangiare i monologhi fino alla fine, per seguire le ultime notizie. Ovviamente ci sara’ anche il referendum ma stiamo a cavallo, perche’ abbiamo un monologo sia se vince il si’ sia se vince il no”. Se i 60 minuti non sono vissuti come una gabbia, ma come un’opportunita’, di certo resta la difficolta’ “di mettere tutto dentro in un’ora: l’orchestra, le canzoni, i balletti, gli ospiti come Malika Ayane che verra’ nella prima puntata. Penseremo all’attualita’ e staremo attenti al linguaggio che non deve essere educativo ma senza dubbio non trash”. Quello che conta sara’ far sorridere le persone, per prima cosa le 70 che saranno in studio, “scelte tra i miei fan di Instagram e debitamente distanziate. Saranno disposte su due livelli, abbiamo bisogno del pubblico”: una importante novita’ di questi tempi, in seguito alla decisione presa dalla ITV Movie che produce il programma per conto della Rai (mentre altri programmi Rai restano ancora senza pubblico). E poi si spera di portare un sorriso a chi guardera’ da casa:”Forse il momento e’ delicato ma non credo sia una missione impossibile”, dice, “del resto non e’ il lockdown, ma il politicamente corretto o scorretto, ad aver reso difficile fare ridere. Ci sono sempre polemiche e rivendicazioni magari per una parola sbagliata. Tutti abbiamo negli occhi le scene piu’ drammatiche di Bergamo, ma poi ci sono anche i negazionisti e chi dice che ‘non ce n’e’ coviddi’. E’ una giungla di proclami, tuttavia esiste sempre una via per far ridere. Stiamo attenti, pero’ quando c’e’ da dire qualcosa dobbiamo dirla. E se deve essere polemica, che sia”.
“Queste cinque puntate saranno un assaggio: come i banchi di scuola, che dovevano essere un milione e sono cento mila”, afferma con una battuta tra il serio e il faceto, “non sara’ facile, perche’ io a teatro faccio sempre tre ore e cerco di dare il massimo come se fosse l’ultimo spettacolo da fare. Perche’ per le famiglie il teatro e’ una spesa non indifferente”. E proprio sul teatro sottolinea come da tanto tempo si faccia “poco, non e’ solo per colpa del covid. Per carita’, gli accorgimenti sanitari servono ma le istituzioni dovrebbero avere piu’ cura per il teatro, che non si puo’ fare in smart working ma solo, appunto, a teatro. E purtroppo tanti non riapriranno. Ora che 1000 persone potranno tornare allo stadio, speriamo che questo presto valga anche per il teatro”. Il programma e’ una scommessa anche per Rai2 e, come afferma il suo direttore Ludovico Di Meo, “sara’ un esperimento che dovra’ informare, intrattenere e soprattutto far ridere perche’ ce ne e’ un gran bisogno. Tocca a Enrico aprire le danze di questa stagione. Il pubblico e’ sempre imprevedibile ma sono sicuro che sara’ un successo. La durata ci riporta indietro a Studio Uno e in un’ora di certo non ci si annoia”. E tornando sulla crisi dei teatri, il direttore annuncia di avere “l’intenzione di inventarci qualcosa per il teatro, magari come abbiamo fatto per il cinema con il programma Primo set”, sottolineando che “si parla poco della crisi del cinema ma su quella dei teatri c’e’ silenzio. Di certo, il teatro soffriva anche prima del covid”.
Artista eclettico e cittadino del mondo, Mika (foto Imagoeconomica in evidenza) si prepara a tornare in Italia per quattro concerti estivi (Umbria Jazz, No Borders, Este Music Festival e Anfiteatro del Vittoriale). Ma prima, il cantante sarà protagonista su Rai1: condurrà la serata di premiazione dei David di Donatello mercoledì 7 maggio. In una lunga intervista al Corriere della Sera, Mika racconta il suo amore per l’Italia e per il cinema.
«Sono un grande fan del cinema che sa essere leggero, poetico, politico», racconta, ricordando come non servisse conoscere la lingua italiana per capire i grandi maestri del nostro cinema: «È un dialogo universale». La sua conduzione ai David sarà pensata per celebrare tutto il mondo del cinema, non solo le star ma anche gli artigiani che rendono possibile la magia del grande schermo.
Accanto a lui sul palco ci sarà Elena Sofia Ricci, che definisce «una donna forte, intellettuale, emozionale, favolosamente diva». Mika, con la sua naturalezza, respinge l’etichetta di «divo» per sé stesso: «Nella vita sono normale, ma sul palco mi trasformo: è un rito spirituale».
L’arte come salvezza e la doppia vita degli artisti
Mika si racconta senza filtri, ammettendo quanto la cultura della fama sia tossica e di quanto sia importante per lui rifugiarsi nella parte artigianale e creativa del suo lavoro: «L’artigianato mi salva dagli aspetti superficiali, è una cura». La differenza tra il sé pubblico e il sé privato è marcata: sul palco energia pura, a casa, davanti a un pianoforte, la paura del foglio bianco.
Ripercorrendo la sua infanzia, Mika spiega di aver avuto «l’infanzia più bella del mondo» nonostante le difficoltà scolastiche: «La musica mi ha salvato la vita». E racconta come ogni sua identità culturale abbia lasciato un segno profondo: dalla praticità americana, alla disciplina inglese, al gioco delle parole francese, fino all’anima colorata e malinconica libanese.
Da X Factor ai David: un percorso sorprendente
Indimenticabile il suo primo impatto con X Factor Italia: «Non capivo nulla di quello che dicevano Simona Ventura, Morgan ed Elio… mi chiesi perché avessi accettato», confessa sorridendo. Ma proprio da quel momento è iniziato un rapporto d’amore con il nostro Paese che dura ancora oggi.
E ora, ai David di Donatello, Mika porterà poesia, eleganza e un tributo profondo al cinema italiano, nel rispetto della sua grande tradizione e della sua capacità unica di emozionare il mondo.
Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre
Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.
Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».
Il cinema tra piattaforme e sale
«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.
Il successo e la nuova generazione di registe
Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».
Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini
Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.
CRISTINA COMENCINI REGISTA
Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni
Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».
I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici
Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».
La maternità precoce e l’amore ritrovato
Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.
Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo
Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».
Gwyneth Paltrow ha affermato di essere tornata a mangiare cibi che in precedenza aveva eliminato dalla sua rigidissima dieta, tra cui pane, pasta e formaggio. Lo riporta la Bbc. L’attrice premio Oscar, diventata negli anni una guru del salutismo ha seguito e promosso diversi regimi alimentari negli anni. “Ho seguito per un certo periodo una dieta macrobiotica ferrea e così sono diventata ossessionata da un’alimentazione molto, molto sana”, ha detto nell’ultima puntata del suo podcast spiegando di essersi dedicata al “benessere e al cibo” a causa del cancro alla gola che ha ucciso il padre. Poi lei e il secondo marito, Brad Falchuk, hanno iniziato a seguire la dieta paleo, basata sul principio che ci si debba nutrire “come i nostri antenati”. Di recente però, Paltrow ha ricominciato a mangiare “pane a lievitazione naturale e un po’ di formaggio e un po’ di pasta”.