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Bici elettriche modificate per correre nelle Ztl, a Ischia carabinieri e vigili fermano anche un centauro 13enne

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Bici elettriche modificate. In sostanza, il motore delle due ruote o il dispositivo di accelerazione sono potenziati o addirittura sostituiti trasformando cosi una bici in una sorta di scooter maneggevole capace di arrivare a velocità sostenute. Insomma sembrano bici o vengono spacciate per tali ma sono pericolose per i cittadini, i turisti e per gli stessi “centauri”. Ecco perchè i Carabinieri della Compagnia di Ischia e la Polizia Municipale  hanno eseguito un ampio servizio nelle aree ZTL del centro ischitano.

I Carabinieri e i Vigili, a piedi nei vicoletti del centro urbano di Ischia, hanno predisposto diversi controlli presso tutti i varchi delle Zone a traffico limitato. Grazie a questa attività sono state  sequestrare 8 bici elettriche. Una di queste – in grado di raggiungere la velocità di oltre 40 chilometri orari –  era guidata da un 13enne. Le due ruote sequestrate saranno sottoposte ad accertamenti tecnici per appurare la sospetta alterazione. Sanzionati anche 25 cittadini a bordo di altrettante bici per divieto di circolazione in area ztl per un importo complessivo di quasi 2mila euro. Elevate, infine, 2 sanzioni ad altrettanti ciclisti indisciplinati: stavano percorrendo una strada nel senso vietato di marcia. Ai Carabinieri ma anche a tutti gli altri uomini in divisa che lavorano a ritmi infernali in questi giorni di grande afflusso di turisti sull’isola, va il ringraziamento del primo cittadino di Ischia, Enzo Ferrandino. “Ringrazio di cuore il comandante dell’Arma isolana, il capitano dei Carabinieri Angelo Pio Mitrione, per l’impegno straordinario profuso dai suoi uomini in queste settimane di duro lavoro visto l’afflusso di tanti graditi ospiti. I sequestri di motorini – dice Ferrandino -, i controlli nei luoghi della movida, la circolazione stradale, le norme anti assembramento, sono solo alcuni dei tanti impegni che Carabinieri, ma anche Polizia di Stato, Finanza e i nostri Vigili urbani quotidianamente assolvono e consentono a tutti noi di trascorrere giorni di relax in sicurezza”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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