Confindustria auspica “profondamente riforme che leghino governabilità e capacità di dare voce e rappresentanza alle tante istanze” della società civile. Il presidente, Carlo Bonomi, dall’assemblea annuale avverte le “forze politiche”: “Guardatevi dal compiere lo stesso errore di sempre. Evitate di progettare interventi sulla forma di Stato e sulla forma di governo maturati e ispirati da una dialettica divisiva, aliena per definizione dalla serietà con cui proporre e giudicare impianti istituzionali così rilevanti per la democrazia e la libertà del nostro Paese. Questo appello non credo affatto che venga dalle sole imprese”.
Confindustria “resta convinta che la mera introduzione di un salario minimo legale, non accompagnata da un insieme di misure volte a valorizzare la rappresentanza, non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero, né la piaga del dumping contrattuale, né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva”. Lo dice il presidente Carlo Bonomi, all’asemblea, sottolineando che “la Costituzione ci obbliga a riconoscere al lavoratore un salario giusto” e questa funzione “è affidata alla contrattazione”. L’industria, rimarca, “negli ultimi vent’anni ha avuto dinamiche retributive di gran lunga superiori al resto dell’economia”.
Nella manovra bisogna “lavorare su tre cose: la prima è i redditi delle famiglie”, con un taglio del cuneo fiscale che “va reso strutturale” , chiede il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Poi sostegno agli “investimenti che sono crollati”: “Stimolare gli investimenti sulle transizioni”, il Pnrr va “scaricato a terra bene e subito”. “Terzo tema le riforme”. Le risorse per il taglio del cuneo? “Le tax expenditures per il solo comparto delle imprese sono 14 miliardi. Sono disposto a rinunciarci se vanno totalmente al taglio del cuneo fiscale. Credo che sia una assunzione di responsabilità del sistema imprenditoriale”.
Con la manovra bisogna “lavorare su tre cose: la prima è i redditi delle famiglie”, dice Carlo Bonomi, indicando dopo “il taglio congiunturale fatto dal Governo in corso d’anno”, sul cuneo fiscale-contributivo, è una “strada” da portare avanti: “Auspichiamo che lo renda strutturale in questa legge di bilancio. Credo che le risorse si possano trovare”, dice in leader degli industriali ribadendo la sua ricetta: “riconfigurare il 4/5% della spesa pubblica”. “Ma voglio andare oltre”, aggiunge, indicando la disponibilità ad una “assunzione di responsabilità” degli imprenditori, con la riniuncia a 14 miliardi di tax expenditures.
Sulla sicurezza del lavoro bisogna “lavorare ex ante”. Si alle sanzioni: “Chi sbaglia deve pagare e su questo non si discute, ma la vera svolta deve essere ex ante, è inutile intervenire ex post. Prima intervenire per evitare gli incidenti, poi sanzioniamo”, la priorità deve essere “prevenzione, far sì che non accada”, dice il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, rispondendo sul tema in conferenza stampa dopo l’assemblea degli industriali. “Ho fatto una proposta tre anni fa”, di creare commissioni paritetiche nelle aziende, e tutelare i dipendenti che denunciano situazioni di rischio: “Avremmo potuto già avere degli accordi, e magari evitare che qualcuno venga ucciso” sul lavoro”. Ma la proposta, sottolinea, è ancora in attesa di una risposta.
“Dobbiamo migliorare l’inclusività del mercato del lavoro, soprattutto nei confronti dei giovani e delle donne e garantire la piena realizzazione dei diritti che enunciamo. Non è sufficiente introdurre obblighi per legge, servono interventi e politiche coerenti”. Lo dice il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, richiamando la Costituzione e sostenendo che “ora serve una correzione di rotta” capace di “promuovere tutte le condizioni affinché il diritto al lavoro sia effettivo”. Servono politiche industriali e politiche per il lavoro per “creare un mercato in cui concorrenza leale e competitività siano valori imprescindibili”.
Tra gli interventi da mettere in campo, Bonomi sostiene che “dobbiamo investire sulla qualità della scuola, sulle materie Stem, sulla formazione professionale, superando divisioni campanilistiche che rinchiudono la formazione in schemi regionali fra loro, spesso, inconciliabili. Dobbiamo costruire le condizioni per la conciliazione del lavoro con la cura parentale. Dobbiamo ribaltare gli equilibri delle politiche per il lavoro introducendo strumenti agili e politiche attive, che garantiscano, attraverso la formazione, la ricollocazione al lavoro”. Il presidente di Confindustria si sofferma sulla necessità di affrontare “con serietà e determinazione il tema della diseguaglianza: fra generazioni, fra generi, fra territori e di competenze. Questo – sottolinea – significa affermare con maggiore determinazione il più ampio concetto di democrazia economica, che costituisca il presupposto per una crescita equilibrata e duratura, che non lasci indietro nessuno”.