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Politica

Asse Italia-Francia, scontro con Merkel sugli Eurobond

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Tutti d’accordo a lanciare un piano Marshall europeo, ma non sugli aiuti da metterci dentro. Alla vigilia dell’Eurogruppo chiamato a contrastare la crisi piu’ profonda dalla Seconda guerra mondiale, l’Eurozona resta divisa tra chi, come Italia e Francia, vede nel debito possibilmente comune una risposta e chi invece, come Germania e Olanda, dietro i debiti vede solo nuovi rischi e preferisce aiuti individuali. I ministri si troveranno quindi sul tavolo diverse opzioni, ma un accordo sembra lontano: Roma e Parigi sono disposte a far saltare il tavolo, come due settimane fa, se il partito del Mes non accogliera’ le richieste di quello degli Eurobond. Se le distanze non si accorceranno entro 24 ore, e l’Europa avra’ bisogno dei tempi supplementari, e’ probabile che anche il nuovo vertice Ue slitti a dopo Pasqua. Tanto per il momento l’Eurozona ha le spalle coperte dalla Bce: il programma di acquisti e’ partito anticipando la sua potenza, con sei miliardi al giorno, che significa 133 miliardi al mese contro gli 83 miliardi medi previsti. Roma e’ pronta alla battaglia. “Il Mes e’ assolutamente inadeguato, gli Eurobond invece sono la soluzione, una risposta seria, efficace, adeguata all’emergenza”, dice il premier Giuseppe Conte assicurando un perfetto allineamento con Roberto Gualtieri: “Io sono convinto che la storia e’ con noi e vedremo alla fine la storia quale piega prendera’”.

Le due settimane che i leader avevano dato all’Eurogruppo per mettere a punto un “solido” piano economico sono servite insomma a fare progressi su diversi fronti, ma non a superare lo scoglio piu’ grande. Il pacchetto che i ministri discuteranno domani prevede al momento tre punti: l’utilizzo di un Mes alleggerito delle sue condizionalita’ piu’ rigide e in grado di dare crediti per 240 miliardi di euro, un meccanismo da 100 miliardi per aiutare la cassa integrazione dei 27 Paesi Ue e un piano della Bei per far arrivare 200 miliardi alle imprese. In tutto sono 500 miliardi, appena un terzo dello stimolo necessario a far ripartire l’economia europea. I conti li fanno i commissari Gentiloni e Breton: la Germania ha messo in campo un piano da 356 miliardi (di nuove emissioni), cioe’ il 10% dei suo Pil. Se l’Ue dovesse fare altrettanto, servirebbero 1.500-1.600 miliardi. Per arrivare a cifre simili serve qualcosa di piu’ del pacchetto sul tavolo dell’Eurogruppo. Lo ha chiesto la Spagna nel weekend, l’Italia qualche giorno prima, la Francia insiste. Gentiloni e’ tornato a chiederlo oggi: un forte stimolo di bilancio “dovrebbe avere contributi nazionali ma anche europei”, e “questo strumento comune deve essere messo in campo presto, non fra due anni”. Per questo Parigi alza il tiro e, dopo aver tentato una mediazione con Berlino appoggiando il Mes light, di fronte ad una Germania inamovibile sugli Eurobond minaccia di ritirare il suo sostegno. Ora anche la Francia vuole che una forma di debito comune sia da subito inserita nella risposta europea alla crisi. E non rimandata ad un secondo momento. Ma la Merkel tiene il punto: il Mes e’ lo strumento da usare, e le condizionalita’ non saranno un ostacolo perche’ ormai sono quasi tutti d’accordo a ridurle. Ma non ad azzerarle: il Nord e’ convinto che una forma di controllo su come verranno spesi gli aiuti sia necessaria, cosi’ come assicurare che il Paese gestisca i suoi conti in modo oculato. Anche se, assicura il ministro dell’Economia tedesco Olaf Scholz, “non ci sara’ nessuna troika”.

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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