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Esteri

Assalto al palazzo dei servizi segreti russi, paura e morti a Mosca

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Caos, paura, morti. E il timore di un insabbiamento da parte delle autorità. E’ questo l’immediato, lacunoso, bilancio della sparatoria avvenuta nel centro di Mosca presso la sede del palazzo dei servizi di sicurezza russi, il celebre FSB. Che a quanto pare sarebbe stato assaltato da un gruppo di uomini armati di kalashnikov nel pieno del periodo prefestivo, in una zona della capitale zeppa di negozi e ristoranti di lusso, infiocchettata dalle luminarie. La conferenza stampa di fine anno del presidente Vladimir Putin era finita da poco quando si e’ diffusa la notizia di spari nell’area di Lubyanka, dove appunto si trova il palazzo giallo-rosso dei servizi eredi del KGB. Sui social hanno iniziato a impazzare video artigianali girati da gente barricata dietro vetrine e finestre di uffici, in cui si poteva vedere (almeno) un uomo nerovestito imbracciare un mitragliatore. Poi grida e colpi di arma da fuoco. Moltissimi. La confusione tipica dell’immediato ha iniziato a trapelare sui media russi, che hanno parlato di tre morti. Ma col passare delle ore, invece che chiarirsi (come di norma accade) il quadro si e’ complicato. Specialmente per quanto riguarda la dinamica dell’attacco. RT, l’emittente finanziata dal Cremlino, ha infatti iniziato a parlare di tre assalitori. Circostanza che poi e’ stata confermata da un dettagliato dispaccio dell’agenzia Moskva (che fa capo al Comune di Mosca). “Tre uomini non identificati hanno fatto irruzione nell’edificio dell’FSB e hanno aperto il fuoco nella sala d’ingresso al pubblico. Nello scambio con la guardia della reception, due aggressori sono stati uccisi mentre uno di loro e’ corso fuori in strada, dove ha continuato a sparare, uccidendo un vigile di guardia”, ha riportato l’agenzia.

L’ultimo uomo sarebbe stato infine neutralizzato alle 19.15 ora locale grazie all’intervento delle forze speciali. L’agenzia ha attribuito le informazioni all’FSB. Poco dopo pero’ lo stesso FSB ha smentito la storia dei tre assalitori, precisando che a sparare e’ stato “un uomo solo” e che “non e’ penetrato” nell’edificio. La notizia dell’agenzia Moskva a quel punto e’ stata cancellata dal sito. Si e’ trattato di un errore? Possibile. Ma in un Paese dove la autorita’ non godono di molta fiducia da parte della popolazione e la versione ufficiale dei ‘grandi incidenti’ viene sempre fuori col contagocce e in modo mai del tutto chiaro, la circostanza rischia di pesare e non poco. Stando all’FSB, l’agente ucciso apparterrebbe ai servizi e non sarebbe il vigile, che rientra invece tra i feriti. Che secondo il ministero della Salute sono in tutto cinque, due dei quali “molto gravi”. In serata il traffico – sulle prime naturalmente bloccato – ha iniziato a circolare normalmente intorno alla piazza della Lubyanka. Le voci rilanciate da alcuni media secondo cui sulla scena e’ stata ritrovata una granata e uno zaino (con il conseguente intervento degli artificieri) non ha trovato conferma ufficiale. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha assicurato che il presidente e’ stato “informato” dei fatti. Non era difficile. In quel momento sedeva nella sala congressi del Cremlino circondato dai vertici dei servizi per assistere alle celebrazioni in loro onore. Il 20 dicembre, infatti, in Russia si festeggia l’anniversario della nascita della Cheka (1917), il precursore dei servizi segreti russi odierni. Altro dettaglio alquanto inquietante.

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Esteri

Naufraga barca di migranti alle Canarie, decine i dispersi

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Naufraga un’imbarcazione con migranti a bordo al largo de El Hierro, una delle isole Canarie, lasciando decine di dispersi in mare. Stando a quanto si apprende da diverse fonti, 9 persone sono state soccorse con un elicottero e portate sull’isola per fornite loro assistenza sanitaria e alcuni di essi, scrive l’agenzia Efe, hanno raccontato ai soccorritori che la barca si è ribaltata due giorni fa, e che in quel momento a bordo c’erano circa “60 persone”. In seguito, alcune di loro sarebbero riuscite a rigirarla e tornarvici sopra.

L’incidente, avvenuto a circa 60 miglia nautiche a sud de La Restinga (El Hierro), è stato notificato dall’equipaggio di una nave mercantile di passaggio, chiamata Beskidy. Secondo questa segnalazione, la barca dei migranti era in situazione di “semi-affondamento”. Il servizio di salvataggio marittimo spagnolo, che per ora non conferma cifre di morti e dispersi in questo naufragio, ha mobilitato per i soccorsi, oltre all’elicottero, anche un’imbarcazione di emergenza.

(la foto in evidenza è di archivio e non ha a che vedere con la vicenda narrata)

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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