Si tratta con ogni probabilità della prima iniziativa di questo genere per una scuola italiana, come ha spiegato il preside Gianluca Dradi: il Liceo Artistico ‘Nervi-Severini’ di Ravenna ha istituito il congedo mestruale per quelle studentesse che, alle prese con un ciclo doloroso, lo richiedano. La delibera con la quale il consiglio di istituto ha dato avvio all’iniziativa, è stata pubblicata nei giorni scorsi sull’albo online della scuola al netto della riunione del 20 dicembre. La proposta è passata a larga maggioranza: dieci i voti favorevoli a fronte dei tre contrari. Determinante si è rivelato quanto esposto dai rappresentanti della componente studentesca nel consiglio i quali hanno pure raccolto 16 testimonianze di loro compagne. E’ emerso come molte ragazze soffrano di crampi mestruali tanto forti da interferire con lo svolgimento delle normali attività scolastiche e non. Questa la ragione per la quale è stato chiesto di applicare nella scuola, in analogia con l’istituto del congedo mestruale oggi disciplinato in Spagna, una forma di agevolazione per le assenze. Il documento riconosce la possibilità di stare a casa per un massimo di due giorni al mese senza che tale assenza sia calcolata tra quelle che devono essere considerate per la validità dell’anno scolastico in corso.
La legge prevede infatti che gli studenti debbano frequentare almeno i tre quarti dell’orario annuale per potere essere ammessi agli scrutini finali: ciò significa che un quarto dell’orario rappresenta la quota massima di assenze possibili per potere ritenere valido l’anno scolastico. La legge consente però alle scuole di potere individuare alcune deroghe a tale limite: ma solo per assenze motivate e documentate. Di norma in tutte le scuole ad esempio è prevista come deroga l’assenza dovuta a malattie certificate. E così il consiglio di istituto del Liceo ravennate ha stabilito esattamente che le “studentesse con dismenorrea certificata – si legge nella delibera – avranno la possibilità di produrre un solo certificato medico all’anno, attestante detta sindrome, al fine di vedersi riconoscere sino a due giorni al mese come deroghe al vincolo di frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato, assenze che pertanto non incidono sul monte ore massimo di quelle consentite ai fini della validità dell’anno scolastico, ferma restando la necessità della presentazione della giustificazione dei genitori (o delle studentesse maggiorenni), mediante libretto web”.
Il preside Dradi si è finora dimostrato molto attento ai temi dell’inclusione sociale tanto che nel Liceo ravennate ha già istituito il regolamento per le ‘carriere alias’, cioè la possibilità di adottare un nome di elezione per gli studenti transgender. Ma soprattutto nel gennaio 2019 fece scalpore per la modalità con la quale reagì a una scritta vergata su un muro esterno della scuola (‘il preside è gay’). “Ciò che offende – aveva risposto su Facebook all’anonimo imbrattatore – non è la falsa attribuzione di una condizione, ma il fatto che uno studente del mio Liceo l’abbia pensata come un’offesa. Non la farò cancellare: resti lì come pietra d’inciampo per l’intelligenza umana”. Ora, sull’iniziativa del congedo mestruale, ha spiegato che “attraverso questi regolamenti, comunichiamo alle studentesse e agli studenti che la scuola riconosce i loro problemi e i loro bisogni e che intende, nei limiti del possibile, affrontarli per creare un ambiente accogliente e inclusivo. Inoltre ritengo che la promozione delle competenze di cittadinanza, che costituisce uno degli obiettivi formativi delle scuole, passi anche attraverso il recepimento delle legittime istanze degli studenti messi nelle condizioni di appurare come i problemi possano essere gestiti attraverso un processo democratico che si realizza all’interno degli organi collegiali”.