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Antonio Gaudioso, Cittadinanzattiva: l’epidemia ha evidenziato tragici errori nelle Rsa e necessità di una sanità centralizzata

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Cittadinanzattiva, organizzazione no-profit fondata nel 1978, promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei propri diritti e il sostegno alle persone in situazioni di debolezza in ambito socio-sanitario. Con Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, abbiamo commentato le ultime battaglie per la salute portate avanti dall’organizzazione e le inefficienze del sistema sanitario nazionale, messe a nudo dalla virulenta esplosione del Covid-19. 

Che cos’è Cittadinanzattiva?

Cittadinanzattiva è un’organizzazione che da oltre quarant’anni si occupa di tutelare i diritti dei cittadini e sostenere le persone in condizioni di debolezza. Abbiamo circa 100mila aderenti, 35mila attivisti e 300 sedi dislocate in ogni angolo del Paese. Ci occupiamo soprattutto dei temi legati alla salute. In particolare in questi anni abbiamo evidenziato le difformità di servizi e standard nell’accesso al servizio sanitario, differenze emerse con forza in questa fase di emergenza legata al Coronavirus. 

Di recente avete proposto un emendamento al decreto “Cura Italia”. Di che cosa si tratta?

Il nostro emendamento partiva da un presupposto molto semplice: restare a casa dovrebbe significare anche avere la possibilità di essere curati a domicilio in modo adeguato, ma nel nostro Paese l’assistenza domiciliare è disastrosa, in molte aree praticamente inesistente. Abbiamo proposto un piano triennale straordinario di promozione dell’assistenza domiciliare, che con un fondo vincolato consentisse alle Regioni di investire in tecnologie e personale per assistere le persone a casa. Non parliamo solo dei positivi al Covid-19 non ospedalizzati, ma anche di malati oncologici, persone con disabilità, malati cronici. Avevamo anche trovato la copertura finanziaria, 300 milioni di euro attraverso la riduzione dei benefici fiscali per le sigarette a tabacco riscaldato. Una proposta condivisa da oltre settanta associazioni e presentata al Senato dall’onorevole Nannicini con il sostegno di senatori di Forza Italia, PD, Movimento 5 Stelle, Leu, Gruppo Misto e Italia Viva. L’emendamento però non è passato; evidentemente sono stati ritenuti più meritevoli altri interessi. Siamo rimasti molto delusi, ma torneremo alla carica con il decreto aprile.

Intanto state anche sollecitando le istituzioni sul tema della prossima campagna vaccinale…

Insieme a Fimmg, il più importante sindacato dei medici di famiglia, abbiamo chiesto al Ministro della Salute e ai presidenti delle Regioni di adottare provvedimenti urgenti in merito alla prossima campagna di prevenzione vaccinale antinfluenzale e anti-pneumococcica. Se il prossimo inverno avremo ancora il problema Coronavirus, seppur con un’intensità diversa, sarà fondamentale proteggere le persone più a rischio e quindi è probabile che dovremo aumentare di molto la copertura vaccinale. Se non comunichiamo tempestivamente alle aziende produttrici il nostro fabbisogno, queste rischiano di non riuscire a rifornirci per tempo in modo adeguato. Ci vuole maggiore programmazione, non ci si può occupare solo del qui ed ora.

La crisi ha messo a nudo inefficienze e difformità dei sistemi sanitari delle diverse Regioni. Pensa si debba ripensare ad un sistema sanitario gestito in modo uniforme e più equo a livello nazionale? 

Assolutamente sì. Quando parlavamo di un sistema sanitario centralizzato sembravamo quasi dei marziani. Molto spesso tendiamo ad affrontare queste tematiche in modo poco informato ed ideologico. Il tema qui non è se sia meglio il regionalismo o il centralismo; il problema è che la riforma del Titolo V è incompleta. Le Regioni hanno piena autonomia senza che ci siano contrappesi, per cui se le cose non funzionano non si può intervenire per garantire i livelli essenziali di assistenza in quel determinato contesto territoriale. C’è bisogno di un sistema di regole trasparenti che faccia funzionare il principio di sussidiarietà. Non può vigere il modello lombardo: se le cose vanno bene è merito della Regione, se vanno male è colpa del Governo. La riforma va rivista partendo dai bisogni delle persone. E ci vuole un funzionamento uniforme, non è normale che ognuno faccia come gli pare; questa emergenza lo sta dimostrando.

La storica casa di riposo milanese Pio Albergo Trivulzio di Milano. Qui hanno perso la vita 143 anziani in un mese

Case di riposo: sono centinaia gli anziani che hanno perso la vita contraendo il virus. Cosa è successo? Quali errori sono stati commessi? 

Le RSA sono un settore a cui per troppo tempo non si è prestata l’attenzione necessaria. Nelle scorse settimane il Governo aveva emanato una circolare molto dettagliata, che raccomandava di non utilizzare impropriamente queste strutture, in molti casi sprovviste del personale sufficiente per questo tipo di emergenze e incapaci di garantire il distanziamento fra le persone. Bisognava portare subito fuori le persone. C’è stata scarsa attenzione. Sono state abbandonate a se stesse con i disastri che stiamo vedendo. Qualcuno dovrà rispondere di tutto ciò; c’è stata una strage che per molti giorni è stata silenziosa. Si è intervenuto tardi e queste strutture si sono trasformate in bombe pronte ad esplodere.

Troppo spesso c’è carenza di mascherine per gli operatori sanitari. Non sarebbe più opportuno garantirle anzitutto a loro e poi al comune cittadino?

Credo che bisognerebbe dire in modo molto chiaro che le mascherine chirurgiche e le specialistiche FFP2 e FFP3 vanno lasciate ai professionisti sanitari, che le necessitano per l’espletamento del loro lavoro. Troppe volte gli operatori sono stati lasciati senza strumenti; penso a medici di famiglia, pediatri, farmacisti che operano quotidianamente sul territorio. Per tutte le persone che non hanno evidenze di infezione, vanno benissimo le mascherine tnt (tessuto non tessuto), che con ogni probabilità serviranno, insieme al distanziamento sociale, a gestire anche i prossimi mesi.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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Napoli bello, Roma fortunata: è pari al Maradona

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– Napoli e Roma si annullano nella sfida valevole per la 34 giornata di Serie A. Al Maradona finisce 2-2 una bella sfida, accesa ed emozionante soprattutto nella ripresa: apre Dybala su rigore, Olivera e Osimhen (altro rigore) la ribaltano, poi nel finale il prezioso ritorno al gol di Abraham permette ai giallorossi di tornare a casa con un punto abbastanza importante per la corsa alla Champions League. La squadra di De Rossi sale a 59 punti restando a -4 dal Bologna, ma vede accorciare l’Atalanta che ora e’ dietro di sole due lunghezze e con una gara da recuperare. Amaro in bocca invece per gli uomini di Calzona, che scivolano a -5 dal settimo posto della Lazio.

La prima nitida occasione del match capita al 6′ in favore dei giallorossi (sara’ l’unica del primo tempo), quando da corner del solito Dybala arriva una sponda area di Mancini che pesca Pellegrini, il cui colpo di testa termina di poco alto sopra la traversa. Dopo una prima parte di gara giocata a ritmi bassi da ambo le squadre, i partenopei provano a crescere dalla mezz’ora: Osimhen tenta da posizione defilata trovando la respinta di Svilar, graziato invece poco piu’ tardi da Anguissa che sbaglia tutto a tu per tu.

Al 40′ si fa vedere Kvaratskhelia con il suo classico destro a giro, deviato in tuffo ancora da un attento Svilar, mentre a pochi istanti dal riposo un colpo di testa di Di Lorenzo sfila di poco a lato. Nella ripresa il Napoli continua nella propria produzione offensiva, ma al 56′ e’ ancora decisivo un intervento di Svilar ad evitare il possibile vantaggio di Lobotka. Passano un paio di minuti e, dall’altra parte, e’ invece la Roma a trovare l’episodio per sbloccare: Azmoun va giu’ in area a contatto con Jesus, l’arbitro fischia il penalty e Dybala lo trasforma alla perfezione nell’1-0 ospite.

Gli azzurri non ci stanno e al 64′, grazie ad un pizzico di fortuna, la pareggiano con Olivera: l’esterno calcia di mancino da fuori area, Kristensen devia e di fatto mette fuori causa Svilar che stavolta non puo’ nulla. Il match prende ritmo e i partenopei in particolare ritrovano morale, sfiorando il vantaggio al 73′ con Osimhen, che svernicia Mancini in velocita’ ma trova un miracoloso Svilar davanti a se’. Nel finale succede di tutto: Osimhen porta avanti il Napoli grazie ad un calcio di rigore fischiato dopo un contatto tra Renato Sanches e Kvaratskhelia (decisivo intervento del Var), poi all’88’ la Roma trova il nuovo pari con un colpo di testa di Abraham, che segna dopo una sponda aerea da corner di Ndicka ed esulta dopo un altro intervento del Var (gol inizialmente annullato per offside).

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Guerra Ucraina

I russi avanzano a est. Kiev, ‘la situazione peggiora’

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Il tempo stringe: le truppe di Vladimir Putin continuano ad avanzare sul fronte orientale ucraino e bombardano a tappeto il Paese in quelli che sembrano i preparativi per una nuova offensiva estiva. Kiev avverte che “la situazione è peggiorata” e non può far altro che attendere l’arrivo degli aiuti americani per frenare l’avanzata russa o meglio ancora respingerla.

“Il terrore russo è possibile solo perché abbiamo meno armi e soluzioni per proteggere la vita di quanto la Russia abbia la capacità di distruggere”, ha sintetizzato il presidente Volodymir Zelensky. “Tutti sanno quanto siano efficaci i Petriot e altri moderni sistemi di difesa aerea. Ne abbiamo bisogno qui in Ucraina. Meno il Cremlino ottiene con il terrore, più sarà interessato a trovare la pace. Dobbiamo costringere la Russia a farlo insieme”, ha ribadito. Politico ha rivelato che lo scorso dicembre il leader ucraino, incontrando lo speaker della Camera Usa, Mike Johnson, aveva sottolineato che senza l’aiuto militare Usa gli ucraini sarebbero stati in grado di reggere “fino a marzo o aprile”.

Le lancette corrono, e i russi nel frattempo da settimane strappano vittorie e avanzate, che sebbene si traducano in una manciata di chilometri potrebbero determinare le sorti del conflitto perlomeno nei prossimi mesi. Da ultimo, Mosca ha annunciato di aver preso il controllo dell’insediamento di Novobakhmutovka, nell’autoproclamata repubblica del Donetsk, a una decina di chilometri da Avdiivka. E’ la terza località a cadere in poche settimane, a cui si aggiunge una ulteriore avanzata nella regione settentrionale di Kharkiv, dove prosegue il diluvio di bombardamenti e dove Kiev è corsa ai ripari posizionando tank e pezzi d’artiglieria. Nel complesso “la situazione è peggiorata”, ha ammesso il capo delle Forze armate Oleksandr Syrsky: i russi hanno ottenuto dei “successi tattici”, non rilevanti ma significativi. Nelle ultime 24 ore, riferisce la Difesa ucraina, i russi hanno compiuto “32 attacchi missilistici, 64 aerei e 60 con i razzi Mlrs”.

Più di 110 insediamenti “nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia – dove ogni giorno si contano centinaia di colpi e attacchi con sciami di droni -, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv hanno subito il fuoco dell’artiglieria”. Secondo fonti dell’intelligence occidentale rilanciate dai media internazionali, la strategia di Mosca punta a creare le condizioni per una nuova offensiva prevista in estate ma anche, forse soprattutto, a guadagnare posizioni proprio in vista dell’arrivo dei miliardi di dollari di aiuti militari americani, quindi Patriot, munizioni di artiglieria e sistemi anti-droni. Per questo, si sottolinea, nel breve termine i russi potrebbero strappare altro territorio a est nell’area di Avdiivka, e puntare alla conquista di Chasiv Yar, situata più a nord.

“Fra gli ucraini sta crescendo il panico al fronte”, specialmente su quello del Donbass, ha detto provocatoriamente il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “Occorre mantenere la pressione sul nemico”. In questo quadro Mosca, rivela ancora Politico citando gli 007 Usa, sta dislocando nuovamente sul campo di battaglia migliaia di militari mercenari inquadrati nel Gruppo Wagner di Yevgeny Prigozhin: “Un gruppo legato alla Guardia nazionale è già in Ucraina e sta subendo perdite. Altri due operano al comando dell’intelligence militare, mentre un quarto gruppo si sta riorganizzando in Africa”.

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