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Angelo Di Bernardo, genio e normalità: il giovane matematico di Frattamaggiore vince il premio Sofja Kovalevskaja

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Angelo Di Bernardo, 32 anni, nato a Frattamaggiore, è uno dei sei vincitori del prestigioso riconoscimento, dedicato alla matematica Sofja Kovalevskaja. Il 20 novembre prossimo si recherà a Berlino per ritirare il premio, del valore di 1.65 milioni di euro, assegnato dalla Humboldt Foundation con il patrocinio del Ministero tedesco: solo 5 ricercatori a livello internazionale, purché leader nel proprio campo di ricerca lo riceveranno. Ad ognuno di loro andrà la stessa cifra destinata a continuare gli studi nella stessa Germania, dove il riconoscimento è considerato secondo solo al Nobel. Angelo, che studia la “spintronica superconduttiva” già si è trasferito nella cittadella universitaria tedesca di Costanza. Angelo ha vissuto fino alla laurea nella sua Frattamaggiore, suo padre Gaetano è un impiegato, la mamma Laura Schioppi insegna alla scuola Enrico Fermi. Ha un solo fratello, di due anni più grande, Vittorio, che è capitano della Guardia di Finanza ad Empoli. Che fosse un genio lo si è compreso sin dai primi anni. “Mia madre racconta che a due anni sapevo già identificare le marche di tutte le auto sulla strada che dalla nostra casa di villeggiatura a Scauri, conduceva al lido dove andavamo ogni mattina”. Sapeva programmare il telecomando e la sua curiosità era diventata proverbiale. Chiedeva il “perché” per ogni cosa. Vulcani, dinosauri e Sapientino i giochi dell’infanzia, ma anche la lettura di Topolino. Frequenta l’elementare Fermi, ed è sempre il primo della classe, con una marcia in più rispetto ai suoi coetanei.

Ricordo che la mia insegnante dell’epoca dettava i problemi da risolvere in classe e, prima che avesse finito, io avevo già la soluzione, che invece avrebbe dovuto richiedere almeno mezz’oretta. Un giorno, esasperata per questa cosa, mi chiese di andare in bagno, per consentire ai miei compagni di classe di leggere almeno il testo del problema” ricorda sorridendo. Studia sotto la guida della mamma. Si iscrive allo scientifico Miranda “ricordo di aver avuto un eccellente docente di matematica Gregorio Vitale” che gli fa amare ancora di più la matematica. Pronto ad aiutare sempre gli altri. “Più di una volta sono stato severamente ripreso per essere stato scoperto ad aiutare i miei vicini di banco durante i compiti in classe”. Partecipa alle olimpiadi della matematica vince le fasi provinciali, regionali ed è uno dei 100 finalisti nazionali. “Nonostante il mio liceo fosse svantaggiato, rispetto ovviamente a quelli del nord ma anche ad altri privati,  sovvenzionati, di Napoli, che offrivano corsi regolari di preparazione per le Olimpiadi. Riuscii comunque nel mio intento di qualificarmi per la fase nazionale, perché all’epoca leggevo libri di matematica già di livello universitario e li studiavo da autodidatta a casa”. Ecclettico, partecipa anche a gare di traduzione di latino. Recita a memoria interi canti della Divina Commedia. Si diploma con 100/1000. “Al momento della scelta universitaria, fui combattuto nello scegliere ingegneria o matematica. Alla fine, forse anche perché influenzato dai suggerimenti di diverse persone a cui chiedevo consiglio, mi indirizzavano verso la professione di ingegnere vista più stabile e sicura rispetto a quella del matematico. Alla fine scelsi ingegneria, e forse questa è stata l’unico rammarico che ho sempre avuto” dice.

“Nel primo anno di ingegneria, grazie alla mia inclinazione per la matematica, fui subito notato dal professore di analisi (un matematico di fama mondiale). In particolare, c’è un episodio che difficilmente potrò dimenticare. Un giorno questo docente entrò in classe e al termine della lezione ci disse di provare a calcolare il numero di possibili Sudoku che si possono formare, dando il risultato finale del calcolo. Il problema era simile a quelli che avevo affrontato per le Olimpiadi della Matematica, quindi di ritorno a casa (all’epoca ero ancora tormentato per il fatto di non aver scelto matematica ma ingegneria) decisi di cimentarmi nel calcolo ma la mia soluzione era completamente diversa da quella del professore e dava un numero di svariati ordini di grandezza più grande del suo. Il giorno successivo, con umiltà, approcciai il professore all’uscita di una lezione e discussi con lui la mia soluzione facendogli notare come fossi diversa dalla sua. Il professore, all’inizio della lezione successiva, mi avvicinò ed ammise che avevo ragione. Da quel momento, fece anche diversi tentativi per convincermi a passare a matematica, ma alla fine ancora una volta, probabilmente per un’ossessione che ho sempre avuto di portare a termine tutte le cose che comincio, decisi di rinunciare e rimanere ad ingegneria” continua Angelo. 

Si iscrive al corso di Ingegneria Biomedica e si laurea (specialistica) con 110/110 e lode, e viene premiato come migliore studente di Ingegneria della Federico II. La tesi è sulle nanoparticelle magnetiche per la cura del cancro. “L’idea di sviluppare nuove e più efficienti terapie tumorali mi affascinò parecchio e decisi pertanto di continuare a lavorare in questo ambito per gli anni successivi. A tal fine, feci domanda per la borsa di studio Fulbright per frequentare un master negli Stati Uniti d’America”. La Fulbright,  è  una borsa di studio di 38,000 dollari per anno, sovvenzionata dal governo Italiano e quello americano, ed è in assoluto la borsa di studio più prestigiosa a cui un neo-laureato in Italia può ancora oggi ambire. “Dico sempre che vincerla è stato il vero punto di svolta nella mia carriera accademica”. In particolare, per il tipo di Fulbright per cui fa domanda (Fulbright Self-Placed) ne esistevano ben tre messe a bando in tutta Italia per tutte le discipline (non solo quindi per ingegneria o materie scientifiche). Una sfida con studenti “super” delle altre università italiane. “Alla fine comunque, il mio progetto di ricerca di andare negli Stati Uniti per studiare nuove terapie tumorali facenti utilizzo di nanoparticelle magnetiche, piacque alla commissione esaminatrice e venni selezionato come uno dei tre vincitori, a fronte di altre centinaia di domande”. 

In America segue il primo master in nanoscienza e fisica quantistica presso l’Arizona State University. “Il Master rappresentò un cambio netto di settore rispetto ad Ingegneria e nel corso degli anni, dopo l’esperienza negli Stati Uniti, sono poi diventato sempre di più un fisico sperimentale”. 

Angelo ha solo 23 anni, e vivere per un anno lontano dalla famiglia non è semplice. L’obiettivo resta quello della ricerca. Fa domanda per alcuni programmi di dottorato in Inghilterra. “Ebbi diverse offerte, inclusa una nel gruppo del premio Nobel per la scoperta del grafene (Andre Geim) a Manchester, ma poi arrivò quella che avevo sempre sognato dall’Università di Cambridge: accettai”. A Cambridge risulta vincitore dell’unica borsa di studio della fondazione Schiff and Lilian messa a disposizione per tutti gli studenti di dottorato in fisica, ingegneria e matematica, e viene ammesso al programma di dottorato in Nanoscienza, che prevedeva un anno di master seguito da 3 anni di ricerca di dottorato. A Cambridge esiste un sistema molto particolare di 31 College che sono enti indipendenti e distinti dall’Università. Quando si è ammessi all’Università, si riceve ammissione anche in uno dei 31 College, che diventano un po’ come una nuova casa, condivisa con altri studenti che studiano una qualsiasi altra materia all’interno dell’Università. “Pertanto, in aggiunta al proprio gruppo di amici (divisi tra i diversi College) con i quali si frequentano gli stessi corsi all’Università, si ha anche una seconda “piccolo famiglia” o gruppo di amici che vivono nello stesso college ma studiano materie diverse all’Università. Ed è in particolare la seconda la vera ricchezza di Cambridge, perché quando si partecipa ad eventi con le altre persone del College o si va in giro con loro, si apprendono nuove cose semplicemente per osmosi”. In altri termini, grazie al sistema un po’ “medievale” dei College, ancora in uso a Cambridge, si ha la possibilità di interagire con uno svariato numero di persone che appartengono ad ambiti disciplinari completamente diversi dal proprio, e che pertanto possono insegnarti tanto, semplicemente parlandoti di quello che studiano e dei propri interessi.

Per esempio solo ai Fellows è permesso di calpestare l’erba ma non agli studenti. Quando non si è inglesi nel Regno Unito scalare fino alle posizioni più ambite a livello lavorativo, che in generale rimangono riservate per cittadini di nazionalità britannica, è difficile. Forse è anche per questo che ho deciso di ottenere la cittadinanza britannica, in aggiunta a quella italiana, dopo sette anni di vita trascorsi in Inghilterra”. A Cambridge risulta uno dei cinque vincitori della Fellowship, posizione messa a bando per ricercatori di tutte le discipline, ed è considerata la più importante posizione che si può ricoprire dopo il dottorato a Cambridge perché solo cinque persone sono selezionate ogni anno a fronte di oltre 700 domande, tutte fatte da persone di Cambridge, Oxford e di altre top università americane. Angelo insegna fisica e scienza dei materiali all’Università di Cambridge. Adesso arriva il premio Sofja Kovalevskaja, ed Angelo si è trasferito a Costanza in Germania (al confine con la Svizzera), dove sta lavorando per costruire il suo nuovo gruppo di ricerca e ricoprire una cattedra di professore universitario. Lo studio investe le nanoparticelle magnetiche, in particolare di dispositivi elettronici, come quelli che si trovano nei computer o in un telefonino, i superconduttori che hanno la proprietà di non “sprecare” corrente. “I superconduttori richiedono temperature molto basse (più di 200 gradi sotto zero) per poter funzionare e, ahimè, i nostri computer o telefoni non possono lavorare a temperature così basse ma devono lavorare a temperatura ambiente. Il tipo di applicazione a cui sto mirando per ora sono i grossi supercomputer come quelli che aziende come Google o Facebook al momento costruiscono per la gestione dei dati dei loro utenti e i cui consumi stanno aumentano in maniera esponenziale (attualmente consumano il 3% dell’intera energia prodotta a livello mondiale, ma si stima questo numero possa arrivare presto a superare il 10%, probabilmente già nei prossimi 10 anni). Per queste grosse aziende, mettere questi grossi computer all’interno di una stanza che è ad una temperatura sotto lo zero non è assolutamente un problema, e sono intenzionate a farlo perché hanno stimato che la quantità di energia che potrebbero guadagnare dalla tecnologia che io e il mio gruppo stiamo sviluppando è di gran lunga superiore a quella che comunque dovrebbe essere consumata per tenere la temperatura bassa (alla fine la stanza del supercomputer è come un grosso frigorifero e quindi bisogna comunque spendere energia per farlo funzionare e mantenerlo freddo).” Angelo ha avuto riconoscimenti tra cui il premio internazionale IEEE Council on Superconductivity Graduate Fellowship (nel 2015) per il migliore dottorato di ricerca nel campo della superconduttività, il premio della società di europea di superconduttività applicata ESAS (nel 2017) e il premio Brian Pippard (nel 2018) consegnato ogni anno al migliore ricercatore dell’intero Regno Unito nel campo della superconduttività. Pubblica in riviste specializzate, partecipa a conferenze internazionali. Non dimentica però Frattamaggiore dove ha tantissimi amici “il vero napoletano è una persona dal cuore enorme e di una generosità che non è possibile trovare in nessuna altra parte del mondo. 

La mentalità forse di alcuni napoletani dovrebbe cambiare, ed in particolare l’idea che “tutto sia dovuto”, senza però pensare che per vedere i proprio diritti rispettati, è innanzitutto necessario che tutti facciano i propri doveri. A volte dico sempre che mi piacerebbe fare un esperimento e mandare i tedeschi a Napoli per un anno e i napoletani a Berlino per dare il tempo alle cose di cambiare e poi farli tornare a casa”.. “Tifo Napoli, ma vorrei che la stessa passione, lo stesso e spesso sentimento di coesione e di unità che il calcio è in grado di creare possa essere messo in altri settori, per affrontare i problemi che continuano a martoriare il nostro territorio come la criminalità e il sversamento illecito di rifiuti. C’è troppa indifferenza. Perché il napoletano forse ha la mentalità di pensare al presente e non preoccuparsi del futuro”. Quando può fa footing, tennis e “durante i miei anni a Cambridge, sono stato nella squadra di canottaggio del St John’s College”. Il futuro? Scherza: “Ho promesso a diversi amici che un giorno avrei vinto il premio Nobel. Quel sogno per ora non l’ho ancora abbandonato. Sono stato molto fortunato nella vita, soprattutto per la famiglia che ho avuto, che mi ha sempre supportato e reso felice in tutto, nei limiti delle possibilità. So che ci sono al mondo tante altre persone valenti che però non hanno avuto la mia stessa fortuna di emergere. Ai giovani napoletani voglio dire di lavorare duro e di non smettere mai di sognare: un giorno le cose potranno cambiare. E a quelli all’estero come me, voglio ricordare che dobbiamo sempre essere di stimolo e di ispirazione alle generazioni che sono attualmente “a casa” e di cercare di supportarle, anche da lontano, non appena saremo in condizione di farlo, perché problemi economici o realtà difficili, molto comuni dalle nostre parti, non tarpino le ali di chi invece può volare davvero in alto”.

Giuseppe Maiello

Giuseppe Maiello, giornalista, da 42 anni collabora con Il Mattino. È stato responsabile della Comunicazione per 20 anni per l'area Sud di Poste Italiane. Per la sua attività è stato insignito dal Presidente della Repubblica dell'onorificenza di "Maestro del lavoro". Ha diretto alcune testate locali e un mensile sportivo nazionale. Ha ottenuto diversi riconoscimenti tra cui il Vesuvio d'oro e il premio giornalistico città di Afragola.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due persone, lo scorso novembre, si sarebbero avvicinate nel corso della notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sono stati fermati da un agente che era di sorveglianza all’esterno della abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano ‘Domani’ secondo il quale i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche al Procura della Capitale. Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

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