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Musica

Addio a Dionysis Savvopoulos, il grande cantautore greco della libertà e della poesia

È morto a 80 anni Dionysis Savvopoulos, il cantautore simbolo della Grecia moderna. Nei suoi testi un intreccio di poesia, politica e identità nazionale. Il cordoglio del premier Mitsotakis.

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La Grecia piange Dionysis Savvopoulos, uno dei più importanti cantautori della sua storia recente. L’artista è morto ieri sera ad 80 anni, come annunciato dalla famiglia.
Con la sua voce ironica e profonda, Savvopoulos ha raccontato per oltre mezzo secolo le contraddizioni e le speranze della Grecia moderna, intrecciando musica, poesia e impegno civile.


Il poeta della nuova Grecia

Nato a Salonicco nel 1944, Dionysis Savvopoulos divenne un simbolo di libertà artistica e resistenza culturale durante la dittatura dei colonnelli.
Negli anni ’60 raggiunse la notorietà grazie a testi allegorici e fortemente politici, che univano le radici popolari della musica greca con influenze del folk e del rock occidentale.
Le sue canzoni, spesso intrise di satira e spiritualità, raccontavano con delicatezza e profondità l’identità di un popolo in cerca di sé stesso.


Il cordoglio della Grecia

Il premier greco Kyriakos Mitsotakis, in un messaggio pubblicato sui social, ha espresso il proprio dolore per la scomparsa dell’artista:

“Non voglio crederci, ma il nostro Dionysis non c’è più. È stato un cantautore meraviglioso, capace di dare voce all’anima della Grecia.”

Il suo contributo alla cultura nazionale è stato riconosciuto come parte integrante del patrimonio artistico del Paese.


L’eredità di un maestro

Dionysis Savvopoulos lascia un’eredità immensa: decine di album, concerti memorabili e un’influenza che ha ispirato intere generazioni di artisti e intellettuali.
Per la Grecia e per il mondo della musica mediterranea, la sua scomparsa segna la fine di un’epoca, ma anche il passaggio di un testimone culturale che continuerà a vibrare nelle sue canzoni.

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Musica

Tiziano Ferro: “La verità è la mia droga”. Esce Sono Un Grande, l’album più sincero e coraggioso della sua carriera

Tiziano Ferro torna con Sono Un Grande, un album sincero e intenso che racconta la sua rinascita dopo il divorzio. “Essere sinceri paga sempre. La verità è la mia droga”.

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La verità è una: essere sinceri paga sempre”.
Con queste parole Tiziano Ferro presenta il suo nuovo album, “Sono Un Grande”, il primo pubblicato con Sugar Music e accompagnato da un nuovo team di produttori e management. Un lavoro intimo, diretto e dolorosamente autentico, che racconta gli ultimi due anni della sua vita, segnati dal divorzio con il marito Victor Allen e da un profondo percorso di rinascita personale.


“Parlo di insicurezze. E di me stesso, senza versioni alternative”

Sono un grande perché parlo delle mie insicurezze”, spiega Ferro, citando il brano che dà il titolo al disco:
Se sono ancora vivo, se non sono ancora morto, sarà per caso, per torto, magari, invece perché sono un grande e non me ne sono mai accorto”.

Un album che nasce dalla consapevolezza di non doversi inventare una “versione B” di sé stesso, ma di accettare ogni fragilità.
Io non ho due versioni di me. Ne esiste una sola. Magari fa schifo, ma è la mia. Ed è una meraviglia vivere così”, dice il cantautore con disarmante onestà.


“Ho cambiato tutto: questo mestiere va fatto senza sicurezza”

Dopo la fine del contratto con Universal, Ferro ha deciso di ricominciare da zero:
Quando il contratto è scaduto, come il latte, ho sentito il bisogno di cambiare tutto. Non ho litigato con nessuno, ma dovevo rimettermi in discussione. Questo mestiere va fatto senza sicurezza, on the road”.


“L’America non l’ho scelta io. L’amore mi ci ha portato”

Nel disco non mancano riflessioni personali sul presente: “Faccio una vita che un po’ subisco”, confessa Tiziano.
L’America non l’ho scelta. L’amore mi ci ha portato, poi sono arrivati i figli. Quando la relazione è finita, uscire da lì è diventato complesso. Ma non voglio portarli via: hanno bisogno di equilibrio. E così vivo in un luogo alienante, ma provo a trasformarlo in una strofa”.

In “Cuore Rotto”, uno dei brani simbolo del disco, Ferro spacca tutto — metaforicamente e nel videoclip — per liberarsi del dolore: “Quando spacchi tutto, fai rumore. E adesso la musica deve essere anche questo”.


Autoanalisi, ansia e verità: “Non c’è finale felice, ma solo sincerità”

Nell’album c’è spazio anche per temi delicati come gli attacchi di panico (“1, 2, 3”) e la salute mentale, che Tiziano affronta con lucidità:
Oggi c’è qualcosa di peggio dello stigma: l’ipocrisia, perché la salute mentale è diventata di moda. Io davanti al foglio bianco sento una responsabilità: non puoi sprecare il privilegio di raccontare la verità”.

Ho sempre scelto la sincerità, anche quando scomoda — aggiunge —. Non ho mai avuto la smania di apparire perfetto: ho mostrato le mie asperità e chiesto alle persone di convivere con le parti di sé che non amano**”.


“La verità è una bellissima droga: non se ne esce più”

La verità è una bellissima droga — ammette Ferro —. Quando ne diventi dipendente, non ne esci più. Ti accorgi che ti avvicini agli altri con meno fatica e che il concetto di giusto o sbagliato smette di esistere. La mia storia è mia, intoccabile. E da quando ho capito che parlare con trasparenza è più facile, non torno più indietro”.


Un ritorno alla musica dal vivo

Prima del tour Stadi26, che ha già venduto oltre 300.000 biglietti, Tiziano Ferro si esibirà domani sera a Milano nel release party ufficiale di “Sono Un Grande”, in programma al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea e trasmesso alle 23 su TimVision nel nuovo format musicale “TIM New Music Night”.

Un ritorno che segna un nuovo capitolo nella carriera di uno degli artisti più sinceri, vulnerabili e veri della musica italiana contemporanea.

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Musica

Nino D’Angelo torna nei palasport con “I miei meravigliosi anni ’80… bis!” e festeggia 50 anni di carriera

Dopo il successo del 2025 e il documentario “Nino. 18 giorni”, Nino D’Angelo annuncia il tour 2026 “I miei meravigliosi anni ’80… bis!” per celebrare 50 anni di carriera con nuove date nei palasport italiani.

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Dopo il successo dei live e i riconoscimenti cinematografici del 2025, Nino D’Angelo (foto Imagoeconomica) annuncia il suo grande ritorno nel 2026 con il tour “I miei meravigliosi anni ’80… bis!”.
Un titolo che è insieme un omaggio ai fan e un seguito naturale del tour precedente, sold out in tutta Italia.

Le prime date del tour

Le prime tappe confermate porteranno il cantante napoletano nei principali palasport italiani:

  • Catania (20 febbraio)

  • Bari (5 marzo)

  • Bologna (7 marzo)

  • Milano (19 marzo)

  • Eboli (11 aprile)

Il tour segna un nuovo capitolo nella lunga carriera dell’artista, che nel 2026 festeggerà cinquant’anni di musica e successi.

“Voglio festeggiare con il mio pubblico”

Nel 2026 festeggerò 50 anni di carriera e voglio farlo insieme al mio pubblico”, racconta D’Angelo, che promette uno spettacolo capace di unire musica, immagini e racconto, attraversando le tappe più significative della sua storia artistica.

In scaletta ci saranno i brani simbolo degli anni ’80 — da Nu jeans e na maglietta a Pop corn e patatine — insieme ai successi più recenti, in un viaggio emotivo che celebra la sua evoluzione da cantautore popolare a icona della musica italiana.

Dal cinema alla musica: un anno memorabile

Il ritorno nei palasport arriva dopo un anno straordinario, segnato anche dal successo del documentario “Nino. 18 giorni”, diretto dal figlio Toni D’Angelo e applaudito alla Mostra del Cinema di Venezia, che ha raccontato il lato più intimo e umano del cantautore partenopeo.

Con “I miei meravigliosi anni ’80… bis!”, Nino D’Angelo si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, portando ancora una volta sul palco la poesia, l’ironia e l’anima di Napoli che da cinquant’anni incantano generazioni di fan.

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È morto Ace Frehley, storico chitarrista e fondatore dei Kiss

È morto a 74 anni Ace Frehley, leggendario chitarrista e fondatore dei Kiss. La famiglia: “Siamo devastati, ma grati di averlo circondato con amore nei suoi ultimi momenti”.

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È morto Ace Frehley, chitarrista e fondatore dei Kiss, una delle band più iconiche della storia del rock. Aveva 74 anni. La notizia è stata confermata dai media americani, che citano una dichiarazione ufficiale della famiglia del musicista.

Siamo completamente devastati. Nei suoi ultimi momenti siamo stati abbastanza fortunati da circondarlo con amore e preghiere. Conserviamo i ricordi più belli di lui”, si legge nel comunicato diffuso dai familiari.

Il genio della chitarra che inventò lo “Space Ace”

Ace Frehley, all’anagrafe Paul Daniel Frehley, era nato nel 1951 nel Bronx, a New York. È stato tra i fondatori dei Kiss nel 1973 insieme a Gene Simmons, Paul Stanley e Peter Criss.
Con il suo look futuristico e il trucco argentato da “Spaceman”, Frehley contribuì a creare l’estetica inconfondibile della band, simbolo del rock americano degli anni Settanta e Ottanta.

Virtuoso della chitarra e autore di alcuni dei riff più celebri del gruppo, Ace firmò brani storici come “Shock Me”, “Cold Gin” e “Rocket Ride”, diventando una vera leggenda per intere generazioni di musicisti.

L’eredità di una leggenda del rock

Dopo aver lasciato i Kiss alla fine degli anni Ottanta, Frehley intraprese una carriera solista di successo, continuando a suonare e a pubblicare album che hanno mantenuto viva la sua impronta nel panorama rock internazionale.

Il suo stile, una combinazione di energia, tecnica e teatralità, ha influenzato decine di chitarristi in tutto il mondo.
Oggi il mondo della musica perde una delle sue figure più carismatiche e riconoscibili, l’uomo che, con il suo suono graffiante e il suo personaggio spaziale, ha contribuito a definire l’immaginario del rock moderno.

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