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Cronache

Abusi sui minori a Brescia, sacerdote ai domiciliari

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Maschi, adolescenti e frequentatori dell’oratorio. Questi gli elementi comuni alle presunte vittime di don Ciro Panigara, sacerdote bresciano di 48 anni che oggi è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata dalla minore età dei ragazzini che avrebbe molestato. L’ultimo episodio a fine dicembre scorso a San Paolo, paese nella Bassa bresciana dove don Ciro era parroco. Presunta vittima, un ragazzino che si era confidato con tre educatori dopo una serata passata in oratorio e che prevedeva che i giovani – maschi e femmine – passassero la notte tutti insieme e il sacerdote, con la scusa del freddo, lo aveva anche ospitato nel letto.

“Il giovane era visibilmente scosso”, hanno raccontato i tre educatori che si erano poi rivolti allo stesso parroco per chiedere spiegazioni. La risposta fu nelle dimissioni depositate dal sacerdote il 3 gennaio su invito diretto del vescovo di Brescia Pier Antonio Tremolada. Per la comunità di San Paolo non fu proprio un fulmine a ciel sereno perché erano circolate le voci sul fatto che il prete fosse andato via dal paese all’improvviso e che dietro ci fosse una vicenda delicata che coinvolgeva un ragazzino. La stessa Diocesi non aveva poi usato perifrasi per annunciare l’allontanamento. In chiesa il giorno dell’Epifania fu infatti letto il messaggio del Vescovo.

“Sono purtroppo emerse situazioni e criticità, che consigliano di interrompere immediatamente la sua esperienza nelle vostre comunità parrocchiali. Don Ciro ha rimesso il mandato nelle mani del Vescovo per poter, con più libertà, proseguire il suo cammino personale. Il Vescovo Pierantonio è consapevole che il bene delle persone va sempre rigorosamente salvaguardato. Lo smarrimento che questa decisione provoca in tutti voi è comprensibile” le parole usate dalla diocesi bresciana. La stessa Curia che oggi, con il parroco di 48 anni finito ai domiciliari, commenta: “Il dramma dei minori, vittime di abusi, non può essere in alcun modo sottovalutato e, tanto meno, eluso a maggior ragione se coinvolge sacerdoti, ma la delicatezza della situazione di chi si trova accusato di una colpa tanto grave, in ogni caso, esige rispetto e cautela. Il provvedimento emesso è forte e doloroso. Confidiamo che si giunga il più rapidamente possibile a chiarire i fatti e le responsabilità. Manifestiamo la nostra vicinanza a tutte le persone coinvolte in questa dolorosa vicenda, assicurando la nostra piena collaborazione alla magistratura”.

Su questa vicenda il primo provvedimento era stato proprio del vescovo di Brescia Tremolada che il 10 gennaio, quindi una settimana dopo aver costretto il sacerdote a dimettersi da parroco di San Paolo, lo aveva anche sospeso. Durante le indagini nate da un articolo giornalistico di inizio gennaio e coordinate dal pm Ines Bellesi, i carabinieri non solo hanno trovato conferme nelle parole del 15enne che aveva raccontato gli abusi, ma hanno pure scoperto dei precedenti. Una decina complessivamente gli episodi contestati, con 5-6 ragazzini tra i 10 e 12 anni. Secondo le indagini don Ciro Panigara già in una precedente esperienza ad Adro, in Franciacorta dove era curato, aveva molestato dei ragazzini. Tutte le presunte vittime in entrambi i paesi non hanno mai denunciato alle forze dell’ordine e dopo i fatti di Adro, rimasti sotto silenzio e relativi al periodo 2011-2013, venne allontanato e la Diocesi per lui decise un percorso psicologico. Al termine del quale venne ritenuto in grado di tornare a lavorare in una parrocchia e a contatto con adolescenti. La sua nuova esperienza, iniziata a San Paolo il 20 ottobre 2024, è però durata poco.

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Cronache

La rivoluzione di Eugenia Carfora, la preside che ha trasformato Caivano

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Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.

La sfida iniziata dai banchi

All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.

Una serie tv per raccontare la sua storia

La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.

Una vocazione totale

Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.

“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”

«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».

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Traghettopoli, tra i beneficiari dei biglietti omaggio Tirrenia anche Beppe Grillo e il figlio

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Il comico non è indagato, ma il suo nome compare nelle carte dell’inchiesta genovese. Tra i beneficiari dei biglietti gratuiti concessi dalla compagnia di navigazione Tirrenia, emergono anche Beppe Grillo, suo figlio Ciro e i coetanei coinvolti con lui nella vicenda giudiziaria per il presunto stupro di una studentessa italo-norvegese nella villa sarda del fondatore del Movimento 5 Stelle. Il loro nome compare nelle carte di “Traghettopoli”, la maxi inchiesta della Procura di Genova coordinata dal pm Walter Cotugno, che indaga su un presunto sistema di favori e biglietti omaggio nel mondo dei trasporti marittimi.

Nessun indagato, ma l’ombra del privilegio

Grillo e gli altri non sono indagati, ma la loro presenza nella lista dei beneficiari rappresenta un elemento significativo dal punto di vista politico e simbolico. A far rumore è il coinvolgimento di chi, come Grillo, si è sempre presentato come il paladino della legalità e della lotta ai privilegi della casta. Il momento è delicato per l’ex comico, già ai margini del suo stesso movimento dopo la rivoluzione voluta da Giuseppe Conte, che ha preso le redini del partito.

34mila biglietti omaggio in sei anni

Secondo gli investigatori, in sei anni le compagnie del gruppo Onorato avrebbero distribuito quasi 34mila biglietti gratuiti. Un dato che, secondo la Procura, dimostrerebbe l’esistenza di un “meccanismo corruttivo impressionante”, con coinvolgimenti in diversi settori delle forze dell’ordine, delle capitanerie di porto, di almeno due magistrati e funzionari pubblici. I beneficiari ricevevano i biglietti in cambio di presunti trattamenti di favore.

Achille Onorato si avvale della facoltà di non rispondere

Nell’inchiesta è indagato anche Achille Onorato, figlio dell’armatore Vincenzo Onorato. Il giovane imprenditore si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, senza che sia stata richiesta alcuna misura cautelare nei suoi confronti. Il suo nome compare accanto a quelli di dirigenti e referenti del gruppo Onorato che avrebbero avuto ruoli centrali nella gestione del sistema dei biglietti.

Il precedente: il caso archiviato a Milano

Nei mesi scorsi il tribunale di Milano ha archiviato un’altra indagine che vedeva coinvolti Beppe Grillo e Vincenzo Onorato per presunto traffico di influenze illecite. L’accusa sosteneva che Grillo, tra il 2018 e il 2019, avesse girato a tre parlamentari del Movimento richieste di aiuto da parte di Onorato, in cambio di contratti pubblicitari per promuovere la compagnia Moby sul suo blog. La Procura ha infine stabilito che non c’erano elementi sufficienti per procedere.

 

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Trovata morta la 23enne scomparsa a Bologna

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E’ stata trovata morta in serata la ragazza di 23 anni di cui era stata denunciata ieri la scomparsa a Bologna. La polizia aveva avviato indagini e ricerche. Non si esclude che si tratti di un gesto volontario, ma saranno fatti accertamenti.

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