La violenza contro il personale medico e infermieristico ha continuato a dilagare anche durante la festività natalizia, portando il numero totale di aggressioni ai danni di medici e infermieri del 118 a trenta nel corso dell’anno 2023, secondo quanto riportato dall’Asl Napoli 2 Nord.
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Nella notte tra il 25 e il 26 dicembre, un’aggressione ha colpito due equipaggi del 118 intervenuti in via Cappella a Bacoli per soccorrere un 80enne in stato di «perdita di coscienza». In soli nove minuti, gli operatori di un’ambulanza proveniente da Bacoli e di un’automedica di Pozzuoli hanno subito una serie di insulti, spintoni e applausi ironici da parte di alcuni residenti, complicando il tragitto per raggiungere l’appartamento del paziente, che purtroppo era già deceduto. I carabinieri sono intervenuti per identificare i responsabili dell’aggressione.
Nella stessa notte, il pronto soccorso dell’ospedale di Giugliano ha vissuto momenti di tensione con decine di persone che affollavano gli spazi del triage. Alcuni utenti hanno ripreso e pubblicato su TikTok scene in cui si vedevano individui urlare e inveire contro il personale sanitario. L’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate” ha sollevato interrogativi sul permesso concesso a un videomaker di riprendere con un telefonino all’interno del pronto soccorso.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, un’altra violenta aggressione è avvenuta all’ospedale San Paolo di Fuorigrotta. Una dottoressa è stata attaccata nel pronto soccorso dai familiari di un anziano deceduto per arresto cardiaco, che hanno anche causato danni agli interni della struttura. L’Associazione nazionale guardie giurate ha riportato l’episodio, evidenziando la crescente insicurezza del personale sanitario.
L’escalation di violenza contro gli operatori sanitari sta sollevando preoccupazioni diffuse, con richieste di interventi urgenti per garantire la sicurezza del personale medico e la continuità dei servizi essenziali. L’Associazione nazionale guardie giurate ha denunciato la situazione, sottolineando l’importanza di adottare misure concrete per prevenire ulteriori atti di violenza in ambito sanitario. La necessità di una risposta immediata per proteggere chi dedica la propria vita a salvare altre vite è diventata un grido d’allarme nel contesto della sanità italiana.