Tutti gli alberghi di Garmisch-Partenkirchen, stazione sciistica sulle Alpi bavaresi, sono chiusi. Tutti tranne uno, il Grand Hotel Sonnenbichl, quattro stelle di charme. Questo bellissimo albergo fu usato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale come ospedale militare. Oggi è aperto solo per il re di Thailandia, Maha Vajiralongkorn, alias Rama X. Il sovrano di Thailandia sta trascorrendo le sue vacanze invernali nel villaggio, insieme a 20 concubine più cortigiani e servitori. A giudicare da quello che scrive la Bild Zeitung, il monarca avrebbe preso in affitto per alloggiare la sua corte dei miracoli.
Il re Rama e le sue 20 amanti, soggiornerebbero invece in una villa sulle rive del lago Starnberg, a circa 30 chilometri dall’hotel, di cui il sovrano sarebbe proprietario.
Per occupare l’albergo, il sovrano ha ottenuto un “permesso speciale” dalle autorità del distretto, che hanno motivato l’eccezione spiegando che “gli ospiti costituiscono un gruppo singolo e omogeneo» e non entrano in contatto con la popolazione locale.
Nessun accenno all’inaspettata pioggia di denaro, che serve a lenire i danni dell’epidemia alla stagione sciistica. Nel frattempo, però, 119 persone del seguito sarebbero state rispedite a Bangkok, perché c’era il sospetto che avessero contratto il coronavirus. La vacanza di Sua Altezza e del suo harem non è piaciuta ai sudditi thailandesi che per una volta esprimono disappunto e protestano, cosa per nulla scontata. Quando la notizia che Rama X si trovava in vacanza in Baviera è stata resa nota da un attivista dissidente, lo slogan “Perché abbiamo bisogno di un re?” è stato rilanciato 1 milione e mezzo di volte su Twitter nell’arco di 24 ore. Un atto inaudito in Thailandia, dove chi offende il monarca rischia fino a 15 anni di carcere. Tant’ è: nonostante il contagio si stia diffondendo nel Paese con oltre 1.500 infetti e 10 morti, i thailandesi non vedono Rama X da due mesi.
Di Maha Vajiralongkorn, 67 anni, quattro mogli ufficiali, si ricordano l’educazione inglese e soprattutto il servizio militare nell’esercito Thai, quando fra le altre cose, come hanno rivelato i cablogrammi riservati della diplomazia americana, nominò ufficiale il suo adorato cagnolino Fufu.
Naufraga un’imbarcazione con migranti a bordo al largo de El Hierro, una delle isole Canarie, lasciando decine di dispersi in mare. Stando a quanto si apprende da diverse fonti, 9 persone sono state soccorse con un elicottero e portate sull’isola per fornite loro assistenza sanitaria e alcuni di essi, scrive l’agenzia Efe, hanno raccontato ai soccorritori che la barca si è ribaltata due giorni fa, e che in quel momento a bordo c’erano circa “60 persone”. In seguito, alcune di loro sarebbero riuscite a rigirarla e tornarvici sopra.
L’incidente, avvenuto a circa 60 miglia nautiche a sud de La Restinga (El Hierro), è stato notificato dall’equipaggio di una nave mercantile di passaggio, chiamata Beskidy. Secondo questa segnalazione, la barca dei migranti era in situazione di “semi-affondamento”. Il servizio di salvataggio marittimo spagnolo, che per ora non conferma cifre di morti e dispersi in questo naufragio, ha mobilitato per i soccorsi, oltre all’elicottero, anche un’imbarcazione di emergenza.
(la foto in evidenza è di archivio e non ha a che vedere con la vicenda narrata)
Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.
Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.
“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.
Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.