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Cultura

La comunicazione pubblica al tempo del coronavirus: asimmetrica, prismatica e cross-mediale

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Streets of…Philadelphia, San Francisco? No: strade delle nostre città, che nessuna canzone celebra. A Cagliari il sindaco dissemina sensi di colpa tra la popolazione con cartelloni al modo cinematografico di “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”. Io capisco il sindaco, intendiamoci. Non vuol vedere la sua città, per ora fortunatamente risparmiata dall’epidemia, affrontare l’inferno lombardo. Si chiede, per non essere sopraffatto dalla sensazione di impotenza, che cosa può fare. Certo ce ne sarebbero di cose da fare: sul piano medico, sul piano epidemiologico. Materiale sanitario, personale, logistica. Ma forte è la tentazione delle scorciatoie mediatiche, che possono tradursi in dividendi elettorali, quando sarà il momento. Ed ecco i cartelli che fanno marmellata della differenza tra responsabilità e colpa: tanto matura e consapevole l’una, ad impatto personale e collettivo durevole; tanto angosciante  e speditiva l’altra. La colpa appartiene alla pedagogia sociale del rimprovero e dell’auto svilimento propria di un pater familias punitivo, autoritario, impotente; la responsabilità, viceversa, appartiene alla pedagogia della communitas, che esalta il comportamento individuale come risorsa partecipativa e, perciò, autentico bene comune. 

Eh sì, la comunicazione pubblica al tempo del coronavirus, è anche questo. A Roma, il writer Hogre non resiste alle sue pulsioni artistiche, rivisitando “Il Bacio” di Hayez, con le maschere antigas. Solo che, ecco, il dipinto è posto sul muro di rinforzo (un “tampone”!) di un’antica cisterna romana del II secolo, alla Villa delle Vignacce, nel Parco dell’Appia Antica. Anche qui, capisco la pulsione artistica: amo la street art e faccio viaggi per andare a vedere JR a Istanbul o Jorit a Napoli.

Ma qui mi chiedo: può l’arte distruggere l’arte? Può un’opera artistica affermarsi a scapito di un monumento? Né si può tacere la violenza alle trame affettive dei tantissimi di noi che frequentano a Roma i Parchi così ostinatamente costruiti attorno alle opere antiche e così ostinatamente tutelati dalla mano pubblica che tuttavia poco potrebbe senza il magnifico impegno civico delle associazioni di volontari. 

La comunicazione pubblica della pandemia ha una natura assolutamente prismatica. Ne dovremo pur scrivere la storia, quanto prima. Nel frattempo, prendiamo nota: chi ha detto che l’economia è una “triste scienza”? Il “balletto dei miliardi” è proprio divertente, diciamo così, come topos enunciativo. L’impressione è che si tratti di una specie di gioco a chi la spara più grossa. E quando si tratta di vedere chi colpisce il muro con lo schizzo più lungo, non fate partecipare Trump altrimenti la partita è persa in partenza. Dopo i 750 miliardi di euro di Lagarde, convertita non si sa bene su quale via di Damasco, ecco The Donald. Negli Stati Uniti, calcolando l’insieme degli interventi annunciati, la somma ammonterebbe ormai a 3,2 trilioni di dollari. Cioè, all’ingrosso, una volta e mezzo il PIL dell’Italia. Sfido chiunque in Europa, e perfino in Cina, a far meglio. In contemporanea, il Presidente dichiara che gli USA “riapriranno” subito dopo Pasqua. E sembra voler raccontare agli americani -attoniti, e, specie a New York, terrorizzati- la storiella che coi soldi puoi fare tutto: vedete, dobbiamo far fuori questo bastardo di coronavirus, e lo faremo fuori, sparandogli contro una mitragliata di verdoni….. 

Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM.

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Cultura

Il caffè simbolo di Napoli, una due giorni per celebrarlo

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Non c’è giornata dei napoletani che non inizi con un caffè: che sia tradizionale, macchiato, schiumato, freddo o caldo, in tazza o in vetro, ma il buongiorno è sempre accompagnato da un caffè. E per celebrare questo legame imprescindibile tra la città e la sua bevanda, il Comune di Napoli propone una due giorni, il 7 e 8 maggio, dedicata interamente al caffè con la manifestazione ‘Nu bbellu ccafè’ in programma al Maschio Angioino. “Parlare del caffè a Napoli è parlare di noi – ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi – il senso del caffè è socialità, cultura, storia, è stare insieme. Il grande valore di Napoli oggi è essere una grande capitale in cui le persone stanno insieme ed è importante soprattutto in un momento fatto di grandi divisioni, sofferenze e guerre e il caffè è anche momento di pace”.

Un legame che è celebrato e raccontato da sempre anche dalla musica, dal teatro, dalla letteratura. “Il caffè, insieme alla pizza, è uno degli emblemi della nostra città – ha detto l’assessora al Turismo, Teresa Armato – vogliamo fare in modo che le nostre tradizioni enogastronomiche diventino sempre più attrattori turistici perché a Napoli vengono per tante ragioni e una di queste sono sicuramente il mangiare e il bere le nostre prelibatezze”. L’idea della manifestazione è nata da un ordine del giorno proposto dalla vicepresidente del Consiglio comunale, Flavia Sorrentino, e approvato all’unanimità, con cui si chiedeva di istituire la Giornata del caffè in città.

Al Maschio Angioino, napoletani e turisti potranno partecipare a incontri che spiegheranno il caffè, le sue varianti e come si è arrivati al rito del caffè, potranno partecipare a workshop, a cui si affiancheranno momenti di assaggio, competizioni e contest. Alla manifestazione parteciperanno esperti di caffè, tutte le torrefazioni napoletane, molti bar napoletani fra cui lo storico Gambrinus. Un’iniziativa che si pone anche nel solco del percorso che la città di Napoli, insieme ad altre città italiane, ha messo in campo affinché il caffè sia riconosciuto patrimonio Unesco.

“Con questa manifestazione proviamo a diffondere questa dipendenza – ha sottolineato lo scrittore Maurizio De Giovanni – cerchiamo di fare da ‘pusher’ di una dipendenza fondamentale per i napoletani per cui il caffè è una modalità di incontro sociale”. Il logo della manifestazione è stato realizzato dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

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Cronache

Strasburgo: Getty restituisca la statua dell’Atleta di Lisippo all’Italia

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L’Italia ha tutto il diritto di confiscare e chiedere la restituzione della statua greca in bronzo dell’Atleta vittorioso attribuita a Lisippo che si trova attualmente nel museo della la villa Getty a Malibu, in California. Lo ha stabilito oggi all’unanimità la Corte europea dei diritti umani respingendo il ricorso presentato dalla fondazione Paul Getty per violazione della protezione della proprietà.

Nella sua sentenza, la Corte di Strasburgo ha quindi riconosciuto la legittimità dell’azione intrapresa dalle autorità italiane per recuperare l’opera d’arte che venne rinvenuta nelle acque dell’Adriatico, al largo delle Marche, nel 1964. E che, dopo varie vicissitudini, venne acquistata dalla fondazioni Getty nel 1977 per approdare infine al museo di Malibu. I giudici, in particolare, hanno sottolineato che la protezione del patrimonio culturale e artistico di un Paese rappresenta una priorità anche dal punto di vista giuridico. Inoltre, diverse norme internazionali sanciscono il diritto di contrastare l’acquisto, l’importazione e l’esportazione illecita di beni appartenenti al patrimonio culturale di una nazione.

La fondazione Getty, sottolinea inoltre la Corte, si è comportata “in maniera negligente o non in buona fede nel comprare la statua nonostante fosse a conoscenza delle richieste avanzate dallo Stato italiano e degli sforzi intrapresi per il suo recupero”. Da qui la constatazione che la decisione dei giudici italiani di procedere alla confisca del bene conteso “è stata proporzionata all’obiettivo di garantirne la restituzione”.

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Cultura

“L’avvocato del D10S”: Angelo Pisani e la battaglia giudiziaria per Maradona

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Il libro “L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani non è solo un tributo a Diego Armando Maradona, ma anche una narrazione intensa e appassionata delle battaglie legali che hanno segnato la vita del leggendario calciatore. L’opera, pubblicata da LOG edizioni e lunga 159 pagine, è disponibile al prezzo di 14,90 euro e si rivela un testo cruciale per chi desidera comprendere a fondo le vicende giuridiche e umane del “pibe de oro”.

Angelo Pisani, che ha rappresentato Maradona nelle aule di giustizia, descrive con fervore la sua lotta per dimostrare l’innocenza del calciatore di fronte alle accuse di evasione fiscale e altri gravi addebiti mossi dalla giustizia italiana. Attraverso un lavoro legale che si è esteso per decenni, Pisani è riuscito a infrangere il “muro di titanio” di Equitalia, sancendo giuridicamente l’innocenza di Diego.

Il titolo del libro, “L’avvocato del D10S”, è una chiara dichiarazione di stima e devozione verso Maradona, e il sottotitolo “Un’arringa in difesa di Diego Armando Maradona” stabilisce inequivocabilmente il tono dell’opera. Le prefazioni e le postfazioni scritte da noti esponenti del tifo calcistico partenopeo e figure chiave dell’ambiente sociale latino, come Maurizio de Giovanni, Gianni Minà e Nicola Graziano, arricchiscono ulteriormente il testo, aggiungendo diverse prospettive sulla figura di Maradona.

Il libro offre un ritratto inedito di Maradona, non solo come sportivo eccezionale ma anche come eroe umano e difensore dei più deboli, costantemente in lotta contro figure potenti come i presidenti della FIFA, Joao Havelange e Sepp Blatter. Inoltre, evidenzia il supporto di Maradona ai governi di sinistra in America Latina, una posizione che lo ha reso un bersaglio politico tanto quanto una stella del calcio.

Pisani non manca di ricordare il sostegno di Fidel Castro a Maradona durante i suoi momenti più bui, come la lotta contro la tossicodipendenza, un periodo durante il quale Maradona stesso riconoscerà il suo debito verso il leader cubano tatuandosi l’immagine del Che Guevara.

Il culmine del libro si raggiunge nel racconto del 25 maggio 2014, quando la giustizia italiana, dopo una lunga serie di battaglie legali, ha finalmente scagionato Maradona da ogni accusa di evasione fiscale. Questo evento non solo ha rappresentato una vittoria legale, ma ha anche simboleggiato la riscossa di un uomo contro un sistema che sembrava schiacciarlo.

“L’avvocato del D10S” di Angelo Pisani è quindi molto più di un semplice racconto giuridico; è un’affascinante biografia che intreccia diritto, sport e politica, mostrando come la vita di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi sia stata incessantemente intrecciata con le dinamiche del potere a livello mondiale.

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