Collegati con noi

Corona Virus

Coronavirus, Italia terzo Paese al mondo per numero di contagiati: Austria e Romania chiudono le frontiere

Pubblicato

del

La diffusione del coronavirus nelle regioni del Nord ha fatto balzare l’Italia al terzo posto per numero di contagi in tutto il mondo: a parte la Cina, resta dietro solo alla Corea del Sud (602 casi), superando il Giappone (fermo a 135, secondo i dati della Johns Hopkins University). Il caso Italia allarma ora tutta Europa e in particolare i Paesi vicini, con Francia, Svizzera e Austria che seguono con attenzione gli sviluppi, al momento senza panico ma non escludendo eventuali contromisure se la situazione dovesse peggiorare. E c’è già chi, tra i piu’ oltranzisti, chiede controlli alle frontiere, come la leader dell’ultradestra d’oltralpe Marine Le Pen. In serata e’ stata la Romania ad annunciare le prime misure di contenimento in Europa disponendo la quarantena obbligatoria per tutte le persone in arrivo dalla Lombardia e dal Veneto o che siano state nelle due regioni italiane negli ultimi 14 giorni. Mentre un treno è stato bloccato al Brennero dalle autorita’ austriache per due casi sospetti di coronavirus a bordo. L’Austria ha al momento bloccato i collegamenti ferroviari da e per l’Italia, ma non e’ chiaro quanto durera’ lo stop, ha detto un portavoce delle ferrovie austriache Obb, precisando che i prossimi passi verranno decisi in consultazione con le Ferrovie dello Stato. In Austria non c’e’ al momento “alcuna ragione per farsi prendere dal panico”, aveva detto qualche ora prima il ministero della Salute, chiarendo comunque di essere in grado di “prendere misure immediate” qualora ci fossero minacce per la popolazione, finora risparmiata dal contagio. Dopo gli oltre 150 contagi ed i 3 morti registrati in appena 2 giorni, l’Italia e’ diventata insomma uno dei principali fronti nella lotta al coronavirus fuori dalla Cina. Un picco arrivato improvvisamente perche’, almeno secondo la versione del commissario per l’emergenza Angelo Borelli, “i medici non sono stati in grado di riconoscere immediatamente i sintomi del virus”. Non per “colpa” dei sanitari, ha precisato il capo della Protezione civile, quanto per la “difficolta’” di individuare i sintomi. Per il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri invece i casi sono emersi rapidamente grazie ad uno screening “approfondito e capillare”, cosi’ come aveva sostenuto sabato il premier Conte, che pure oggi si e’ detto “sorpreso” da un’esplosione simile. Fatto sta che l’emergenza italiana trova ampio spazio nei media stranieri, che in molti casi vi dedicano l’apertura di siti e giornali. Oltre confine il livello di attenzione si e’ inevitabilmente alzato. A partire dalla Svizzera, dove circa 68.000 italiani vanno a lavorare ogni giorno. “In base alla situazione attuale non vi sono limitazioni all’ingresso”, ha spiegato l’ufficio federale della Sanita’ Pubblica, che allo stesso tempo dichiara di “monitorare attentamente la situazione in Italia”. Ed anche se finora non si registrano contagi, le autorita’ elvetiche considerano la possibilita’ di una diffusione anche all’interno della confederazione. Tanto che qualche politico locale, come il deputato della destra dell’Udc Tiziano Galeazzi, ha invocato controlli della temperatura per i transfrontalieri. Sulla stessa linea i populisti francesi. “Prima o poi bisognera’ controllare le frontiere”, anche con l’Italia “se l’epidemia diventa fuori controllo”, e’ la richiesta di Marine Le Pen al governo. In Francia i casi accertati sono 12 (e 10 sono guariti), ma il ministro della Sanita’ Oliver Veran ha ammesso che la situazione “e’ seria e se l’epidemia raggiunge l’Europa” bisogna essere “pienamente operativi”. Per questo motivo quello che succede in Italia e’ oggetto di “attenzione”. Tuttavia ha escluso la chiusura dei confini (“non avrebbe senso, i virus non si fermano alle frontiere”), mentre Air France e le ferrovie Sncf continuano normalmente i collegamenti con l’Italia. Una stretta verso l’Italia, invece, e’ gia’ stata adottata da Israele. Le autorita’ hanno disposto che chiunque sia stato nel nostro Paese, in Australia, in Cina e altri asiatici colpiti dal coronavirus nelle ultime due settimane ed ha avuto febbre sopra i 38 gradi, tosse, difficolta’ respiratorie o sintomi analoghi dovra’ sottoporsi a controlli al rientro. Da Bruxelles l’Ue segue l’evolversi della situazione ed ha promesso ogni possibile sostegno. Nel frattempo i commissari per la gestione delle crisi e per la salute, Janez Lenarcic e Stella Kyriakides, lavorano alle misure, anche finanziarie, di contrasto dell’epidemia.

Advertisement

Corona Virus

AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

Pubblicato

del

L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

Continua a leggere

Corona Virus

Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

Pubblicato

del

Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

Continua a leggere

Corona Virus

Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

Pubblicato

del

La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto