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“Qui Londra, vi parla Sandro Paternostro”, vita e opere di un signore giornalista fiore all’occhiello di Mamma Rai nel Regno Unito

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Negli anni 80, quando dall’Italia si fantasticava su Londra, a raccontarcela questa grande metropoli era Sandro Paternostro, corrispondente RAI dal Regno Unito. Erano i tempi della corazzata dell’informazione, il TG1, ma anche di DiscoRing di Gianni Boncompagni. Erano i tempi in cui il fascino mediatico del giornalista si incominciava ad intravvedere, a vivere, anche attraverso il carisma di questo giornalista Rai che raccontava il Regno della Regina Elisabetta e ci parlava anche di musica. “Qui Londra, vi parla Sandro Paternostro” e tutti eravamo lì ad ascoltare i suoi racconti d’oltremanica.
Non avrei mai immaginato che un giorno non solo avessi lavorato con lui ma addirittura di vivere nella sua casa a Nord di Londra.

Dopo 32 anni mi ritorna in mente spesso il ricordo di quegli anni intensi, di una Inghilterra non ancora integrata nell’Unione europea. Infatti all’aeroporto di Londra-Heathrow, appena misi piede a terra, mi chiesero: “Che cosa ci fai nel Regno Unito e quanto tempo rimani?”.
La prima cosa che mi colpì di questo Paese, a parte le casette, era la realizzazione che tutto quello che avevo imparato in Italia qui non serviva a nulla sia dal punto di vista professionale che culturale. L’Inghilterra all’epoca era molto diversa dai paesi europei, soprattutto culturalmente.  Trovai subito lavoro. Alla Visnews. C’era anche Sandro Paternostro. All’epoca la Visnews era la più grossa agenzia di news al mondo. Era di proprietà di BBC, Reuters and NBC.


Sandro Paternostro era un giornalista brillante che univa alla grossa personalità nel mondo delle news un senso ironico della vita. Fu per me un corso accelerato su tutto. Un giorno mi disse che la sua vita avrebbe voluta passarla a scrivere poesie.
Invece la vita ti costringe a fare spesso altro. Il lavoro di un giornalista smette solo quando si dorme e certo lui dormiva solo due ore a notte.  Aiutati entrambi dalla Lecitina, che non è una droga, ci incamminammo verso il futuro. Alla Visnews Sandro Paternostro ci entró con il suo borsone. Era pieno di giornali vecchi, alcuni del 1965. Partì il primo di programma di News Internazionali. Skynews non esisteva ancora,  ma noi eravamo da Londra già sul satellite. Londra era ancora inglese all’epoca e di italiani al centro della città non ne incontravi tanti.


Vivevo cosi con vergogna un sentimento strano camminando per Park Lane. Pensavo: speriamo che nessuno più arrivi qui. Non volevo che quella magia diversa venisse intaccata. Avevo solo 20 anni e la mia mente assorbiva quella diversità rapidamente e ne faceva tesoro. Il giornalismo inglese non commenta, riporta solo i fatti. Poi ognuno le news se le commenta da solo. Il tutto mi piaceva e presto diventai amico dei figli di Sandro Paternostro. Mi piaceva e mi piace andare al parco e vestire a modo mio, me ne sono sempre fregrato di chi mi guarda o giudica.
Giulio Andreotti era il personaggio principale che intervistavamo nelle sue visite a Londra. Ma nulla mi fa dimenticare le  domande di Sandro ai politici. Domande del tipo: “Ma lei, signor ministro, quanto ha rubato?”
Oppure le sue risposte a conversazioni del tipo: sì, lei si sposa, ma contro chi?


Una volta una ragazza romana di nome Mariagrazia riconoscendolo per le strade di Londra gli chiese un lavoro. Allora dalla strada la portammo direttamente a lavorare con noi. La povera Mariagrazia era terrorizzata: “ma dove mi portate? Voi sembrate due matti”. La mettemmo all’acquisizione news che all’epoca era tramite stampante Reuters visto che i computers erano ancora inaccessibili. La sua macchina da scrivere batteva articoli ed una pagina formato A4 erano 5 minuti di speech, di parlato.
Amico della Margaret Thatcher e del presidente francese Mitterrand, Sandro Paternostro aveva notizie direttamente da chi contava, da chi era protagonista delle notizie nel Vecchio Continente. I testi dovevano essere chiari e semplici. Comprensibili per tutti.
“Con le scoperte scientifiche che migliorano la vita e le news sulla salute  ci si apre il telegiornale e con le notizie divertenti lo si chiude” diceva spesso Sandro Paternostro. Il suo motto era “la gente deve andare a dormire con un sorriso”.
In un collegamento satellitare col Giappone ricevemmo delle immagini di una competizione a chi gridava più forte. Sono quelle cose astruse che spesso si inventano nel Paese del Sol Levante. Alla fine del servizio arrivò il commento di Paternostro. Senza avvisarmi urlò un “BUONANOTTE!” col suo vocione nel microfono. L’audio andò in distorsione ed io saltai dalla sedia in regia. Lui se ne uscì dallo studio sorridendo e mi disse: ‘Cavaliere, le è piaciuto??’

Io ancora sotto choc per quell’urlo, gli dissi “sì mi è piaciuto” ma capii che mi aspettavano giorni imprevedibili.
Si lavorava molto ed il venerdì si andava con la sua Alfa Romeo duetto spider, due posti, stile di guida all’italiana, a Leicester Square a mangiare cinese ed a bere del the dal sapore misterioso. Poi il suo scherzoso ‘gudenatiken’ agli inglesi e pronti per alzarci di nuovo alle 5 del mattino con la lecitina che alimenta le cellule cerebrarli.
Non c’era tregua. Anche in macchina ascoltavamo Bbc News su onde medie. Pane e news sono le ricette per un giornalista di successo. Leggere tutti i giornali tutti i giorni, fare moltissime telefonate. Sandro Paternostro era uno dei migliori, forse il migliore. Batteva il concetto del tempo. Con lui si poteva fare un programma di un’ora in mezzora. Non aveva bisogno di prepare nulla. Accendeva la sua enciclopedia mentale ed era in onda.

Aveva scritto parecchi libri, ne stava scrivendo un altro dal titolo: ‘Londra in camicia da notte’. Un lavoro, credo, che non è stato concluso. Le sue cravatte ed il suo abbigliamento rimangono nella storia della televisione italiana. Ma quello che rimane nella mia storia era il fatto che mi volesse bene come si vuole bene ad un figlio e fu questo che rese il mio incontro con Londra più dolce.
Certo, i nostri pranzi la domenica erano storici. Nessuno volevo cucinare. Alla fine diventavo io il volontariato per la pasta dopo aver chiesto a mia madre per telefono come si cucinasse. Madre che avrebbe voluto tenermi a casa con sè. Ma Sandro Paternostro era l’Italia di Londra. Un uomo intelligente con un grosso rispetto per i giovani. Mi dava del lei e mi fece conoscere un mondo fatto di un professionismo impeccabile. E l’idea che si puó essere seri senza stancare. La credibilità è la prima cosa. Da Londra il suo giornalismo non viveva pressioni politiche ed era rigoroso.  Per me la Londra italiana era lui.

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La Pasqua più difficile per Kiev, i russi avanzano

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“Gli ucraini si inginocchiano solo in preghiera. E mai davanti agli invasori”. Zelensky prova con le parole a dare vigore alla resistenza ucraina nella terza Pasqua ortodossa di guerra, la più difficile per il Paese in chiara difficoltà sul terreno. “Noi crediamo che Dio abbia un gallone con la bandiera ucraina sulla spalla. E con un tale alleato, la vita sconfiggerà sicuramente la morte”, scandisce convinto Zelensky in un video che lo ritrae in vyshyvanka, la camicia ricamata tipica dei costumi nazionali ucraini, dalla cattedrale di Santa Sofia.

Ma la risurrezione di Kiev tarda ad arrivare: le speranze sono riposte sulle tanto attese armi americane per dare nuova forza alle truppe al fronte. Una forza necessaria anche a guadagnare una posizione più vantaggiosa per negoziare – prima o poi – la pace. Il vertice in programma in Svizzera a giugno servirà a Zelensky per unire gli alleati e fare fronte comune contro Mosca, guardando con particolare interesse alla Cina di Xi Jinping, che intanto è arrivato a Parigi, prima tappa del suo tour europeo. Con l’intenzione – ha affermato il leader cinese in un articolo su Le Figaro – di “lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale per trovare buone strade per risolvere la crisi” in Ucraina.

Domani se ne parlerà all’Eliseo con il presidente francese Emmanuel Macron e la leader della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nel frattempo, Vladimir Putin lascia che siano le armi a parlare, mentre partecipa alla funzione pasquale celebrata dal fedelissimo patriarca Kirill alla Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca: le forze russe hanno rivendicato la conquista del villaggio di Ocheretyne, un nodo ferroviario nel Donetsk, a nord-ovest di Avdiivka. L’insediamento è ormai ridotto a un cumulo di macerie, incendi e desolazione, irriconoscibile rispetto alla cittadina che prima della guerra ospitava tremila abitanti. E per le brigate russe restano ormai una trentina di chilometri dalla città di Pokrovsk, centro militare ucraino. Più a nord la situazione non è migliore: le truppe di Mosca stanno assaltando la città chiave di Chasiv Yar, vicino a Bakhmut. Persino per l’intelligence militare ucraina – nelle parole del suo rappresentante Vadym Skibitsky in un’intervista a The Economist – la cattura dell’insediamento è probabilmente solo questione di tempo, ripetendo il tragico destino di Avdiivka.

Che le truppe russe siano avanzate su posizioni vantaggiose nella regione di Donetsk lo ha prima rivendicato il ministero della Difesa di Mosca, e poi confermato l’Isw nei sui aggiornamenti. Il think tank statunitense ha notato il ritiro delle forze ucraine dal nord di Arkhanhelske, a nordovest di Avdiivka. Anche se ipotizza che “le forze ucraine potrebbero aver deciso di scambiare spazio con tempo in attesa dell’arrivo degli aiuti statunitensi in prima linea nelle prossime settimane”. Dal quadro del fronte, emerge chiaramente che l’Ucraina ha poco da festeggiare in questa Pasqua ortodossa, che non ha risparmiato i civili dai bombardamenti sulle città in tutto il Paese. Due persone sono state uccise negli attacchi russi a Pokrovsk, nel Donetsk, mentre una donna è morta in un raid nel Kharkiv. Da parte sua, Kiev ha messo a segno un attacco mirato a un collaborazionista accusato di aver organizzato una camera di tortura per prigionieri ucraini nella Berdyansk occupata, nella regione di Zaporizhzhia. L’intelligence militare ucraina ha infatti riferito che l’uomo, identificato come Yevhen Aleksandrovych Ananievsky, “è stato eliminato” nell’esplosione della sua auto.

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Xi vuole “lavorare con Parigi per risolvere crisi Ucraina”

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In un articolo su Le Figaro all’inizio della sua visita in Francia, Xi Jinping ha espresso l’intenzione di “lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale” per “risolvere la crisi” in Ucraina.

“Ci auguriamo che la pace e la stabilità ritornino rapidamente in Europa e intendiamo lavorare con la Francia e l’intera comunità internazionale per trovare buone strade per risolvere la crisi” in Ucraina, ha scritto il presidente cinese in un articolo sul quotidiano Le Figaro.

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Le accuse del Financial Times: la Russia prepara sabotaggi violenti in Europa

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Mosca sta preparando attentati contro le infrastrutture europee, mettendo a rischio anche la vita di civili. E’ l’allarme lanciato oggi dal Financial Times proprio nel giorno in cui le truppe russe continuano ad avanzare sul campo di battaglia ucraino. Il giornale della City sottolinea che sono state diverse agenzie di intelligence europee ad aver avvisato i loro rispettivi governi sulle nuove minacce russe, anche sulla base di diverse indagini in corso. Secondo le fonti citate dal quotidiano inglese, “la Russia ha già iniziato a preparare più attivamente in segreto attentati dinamitardi e attacchi incendiari per danneggiare le infrastrutture sul territorio europeo, direttamente e indirettamente, senza preoccuparsi apparentemente di causare vittime civili”.

Sebbene gli attacchi degli agenti del Cremlino in Europa siano stati finora sporadici, per il giornale, “aumentano le prove di uno sforzo più aggressivo e concertato”. Una convinzione che trapela da tantissimi esponenti dell’intelligence europea, da quella tedesca a quella inglese, dai servizi francesi, svedesi a quelli cechi e estoni. In particolare, il Ft menziona il capo dei servizi di sicurezza interna tedesca, Thomas Haldenwang, il quale il mese scorso – in una conferenza – ha affermato che il rischio di atti di sabotaggio è “aumentato in modo significativo”.

La Russia, ha aggiunto, ora sembra a suo agio nell’eseguire operazioni sul suolo europeo “con un alto potenziale di danno”. Haldenwang era intervenuto pochi giorni dopo l’arresto di due cittadini russo-tedeschi a Bayreuth, in Baviera, accusati di aver complottato per attaccare siti militari e logistici in Germania per conto della Russia. Un caso simile era accaduto anche nel Regno Unito: a fine aprile, ricorda l’articolo, due uomini sono stati accusati di aver dato fuoco a un magazzino contenente aiuti per l’Ucraina. Per la procura inglese, hanno agito anche loro su mandato di Mosca.

Stessa storia, in Svezia: i servizi di sicurezza di Stoccolma stanno indagando su una serie di recenti deragliamenti ferroviari e sospettano che siano atti di sabotaggio appoggiati da uno Stato ostile. La Russia, inoltre, ha tentato di distruggere i sistemi di segnalamento delle ferrovie ceche, aveva detto il mese scorso, sempre all’Ft, il ministro dei Trasporti ceco. Secondo il servizio di sicurezza interna estone inoltre, sono stati gli uomini dell’intelligence russa ad aver attaccato a febbraio le auto del ministro degli Interni e quelle di alcuni giornalisti. Anche il ministero della Difesa francese ha messo in guardia quest’anno su possibili azioni di sabotaggio da parte della Russia contro siti militari.

“La conclusione ovvia è che c’è stato un reale incremento dell’attività russa”, ha commentato Keir Giles, consulente senior del think tank Chatham House. Un alto funzionario governativo europeo ha inoltre dichiarato al giornale che attraverso i servizi di sicurezza della Nato sono state condivise informazioni su una “chiara e convincente azione russa”, coordinata e su larga scala. Ora, ha concluso, è giunto il momento di “aumentare la consapevolezza e l’attenzione” sulla minaccia della violenza russa sul suolo europeo. Infine, appena giovedì scorso la Nato ha diffuso una nota in cui si affermava che i Paesi alleati sono “profondamente preoccupati” per le recenti “attività ostili” della Russia, di natura ibrida, sull’onda dei casi recenti che hanno portato all’indagine e all’incriminazione di più individui in Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca.

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