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Coronavirus: i timori delle aziende, rischio psicosi

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Impatti immediati su lusso e turismo, e con l’intensificarsi dell’emergenza, anche su altri settori del Made in Italy. Gli industriali italiani, grandi e piccoli, iniziano a fare i primi conti con gli impatti del Coronavirus, il rischio di una ‘psicosi’ innanzitutto ma poi anche ‘un’onda lunga’ piu’ insidiosa se il gigante asiatico, con il quale il nostro paese ha un interscambio di 44 miliardi di euro (dati 2018) dovesse rallentare la sua corsa. Un vulnus che arriva peraltro con un’economia italiana stagnante e un Pil a sorpresa negativo nel quarto trimestre. All’evento della Confindustria di Torino il presidente degli industriali Vincenzo Boccia insiste che “dobbiamo reagire in chiave di mercato europeo e domestico ma abbiamo tutti gli strumenti”. Piu’ esplicito il leader della Piccola Industria di Confindustria, Carlo Robiglio “siamo particolarmente preoccupati: certamente stiamo studiando la situazione e cercando di capire le evoluzioni per le prossime settimane”. “Alcuni impatti gia’ si vedono”, spiega. “Ho parlato con colleghi che operano nei settori del turismo e del lusso: stanno gia’ sentendo le prime ripercussioni e esiste “il rischio psicosi”. L’Italia e’ infatti prima in Europa nel turismo cinese con 3 milioni di arrivi e 5 milioni di presenze (dati Enit). Secondo i dati dell’ultimo report di Banca d’Italia del 2019 riferiti al 2018 vi sono forti potenzialita’ e il turista cinese ha aumentato la sua spesa pro capite a 151 euro giornalieri nella sua permanenza in Italia. E ora si teme la paventata frenata dell’economia cinese: alcune stime parlano di un Pil con un aumento sotto il 6%, molto basso per gli standard locali. “E’ chiaro che sara’ un onda – avverte ancora Robiglio – i cui effetti arriveranno piu’ a lungo termine, ed in alcuni settori piu’ a lungo ancora”. “Dal punto di vista anche del lusso, ed in particolare di tutto cio’ che e’ legato ai temi dell’abbigliamento e piu’ in generale del made in Italy, la situazione sta subendo chiaramente una ripercussione in termini anche prospettici: la possibilita’ che si blocchi o si perdano fette di mercato e’ assolutamente una possibilita’ concreta”. Tessile a alimentare quindi. L’alimentare complessivo (anche il vino) vale per circa 440 milioni di export, mentre l’abbigliamento e’ poco sotto il 1 miliardo che viene superato se si aggiungono i prodotti tessili. La parte del leone la fanno i macchinari (3,8 miliardi) che appunto beneficiano del ruolo di potenza della manufatturiera cinese.

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Soccorsa barca a vela a Fiumicino, salvi nonno e nipote a bordo

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Una barca a vela si e’ incagliata nel basso fondale a Fiumara grande, alla foce del Tevere, a Fiumicino. Una complessa operazione di soccorso ha riguardato gli occupanti del natante, si tratta di un anziano e della sua nipote. Due imbarcazioni della Guardia Costiera di Fiumicino , la CP 831 ed il battello A10, hanno assistito l’anziano conduttore della piccola unità a vela.

Pervenuta la richiesta di soccorso via radio alla sala operativa della Capitaneria di porto, nella tarda serata di ieri, i due mezzi di soccorso hanno raggiunto in pochi minuti l’unità da diporto incagliatasi su bassi fondali mentre procedeva con il motore ausiliario. Verificate le buone condizioni di salute dei due occupanti, gli equipaggi della Guardia costiera hanno prestato assistenza per le operazioni di disincaglio, utilizzando le cime di bordo dell’unità a vela per un rimorchio di fortuna.

Dopo alcuni tentativi, poco prima del tramonto, sono riusciti a rimettere in galleggiamento l’unità a vela, poi condotta all’ormeggio in sicurezza presso un cantiere navale. Benché – viene rimarcato dalla guardia costiera – sia stata ampiamente diffusa dalla Capitaneria di Roma l’informazione nautica che segnala la pericolosità del canale di Fiumara per il banco di sabbia che riduce sensibilmente la profondità del canale, si tratta della terza unità da diporto che, nell’ultimo mese, si e’ incagliata nel medesimo tratto.

Un intervento di messa in sicurezza d’emergenza è stato autorizzato dalla Regione Lazio al consorzio degli operatori della cantieristica e dei punti di approdo che insistono lungo il canale con l’obiettivo di attenuare la pericolosità della navigazione, almeno provvisoriamente, in vista dell’imminente avvio della stagione estiva.

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Una giovane muore in uno scontro frontale tra auto

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Una giovane, di 26 anni, residente a Spilimbergo (Pordenone) è morta in un incidente stradale che avvenuto ieri sera nella frazione di Istrago della cittadina friulana. Per cause che sono ancora al vaglio dei carabinieri della stazione di Castelnovo, la giovane intorno alle 21 è rimasta coinvolta in un incidente frontale verificatosi lungo la strada regionale 464. La vittima, nel percorrere una curva ha perso il controllo della propria vettura scontrandosi frontalmente con un’auto che proveniva dalla direzione opposta. In seguito alla collisione è finita in un fossato che corre lateralmente alla strada. Alla guida dell’altro veicolo c’era una donna, di 73 anni, che è rimasta illesa e sua figlia, una donna disabile, di 44 anni, che è rimasta leggermente ferita ed è stata portata al Pronto soccorso. Sul posto sono intervenuti anche il personale sanitario e i vigili del fuoco del locale distaccamento.

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Denunciò difetti della Boeing,morto un altro informatore

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Nuova grana per Boeing. Una seconda talpa è morta dopo aver denunciato le carenze del 737 Max. Joshua Dean aveva 45 anni ed è deceduto il primo maggio a causa di un’infezione improvvisa. La sua scomparsa segue quella di John Barnett, due mesi fa, per un apparente suicidio nel mezzo della sua testimonianza contro Boeing. “Era in buona salute e conduceva uno stile di vita sano”, hanno detto al Seattle Times alcuni membri della famiglia di Dean, descrivendo l’infezione come “improvvisa e a rapida diffusione”. Il 45enne era stato ricoverato per problemi alle respirazione due settimane fa: era stato intubato, ma aveva sviluppato una polmonite e una seria infezione che erano risultate fatali. Dean era un ex controllore della qualità di Spirit ed era stato licenziato dalla società nel 2023 dopo aver accusato i vertici di ignorare i difetti di produzione del 737 Max.

In seguito al licenziamento, Dean si era rivolto al Dipartimento del Lavoro e aveva denunciato Spirit per averlo silurato per ritorsione. La sua crociata per la sicurezza era poi continuata con la testimonianza in un’azione legale degli azionisti di Spirit contro l’azienda e la denuncia alla Federal Aviation Administration in merito ai problemi di sicurezza nella linea di produzione del 737. Dean aveva puntato il dito contro contro il management di Spirit per la sua “cattiva condotta” nei controlli di qualità sul 737 Max. Nel 2018 e 2019 due 737 Max sono stati coinvolti in incidenti mortali, in cui hanno perso la vita 346 persone.

Boeing ha impiegato anni per riprendersi dallo scandalo e cercare di voltare pagina ma, di recente, un’altra serie di incidenti ha compromesso gli sforzi fatti e costretto il colosso dell’aviazione a una drastica riorganizzazione, con un azzeramento dei vertici. Sulla morte di Dean non vuol speculare il suo legale Brian Knowles, che ha rappresentato anche Barnett. “Gli informatori sono necessari. Portano alla luce le malefatte e la corruzione nell’interesse della società. Serve molto coraggio per farsi avanti”, si è limitato a dire. Barnett, che aveva trascorso decenni in Boeing, è stato trovato morto in marzo per apparenti ferite autoinflitte di arma da fuoco. Nel 2019 aveva raccontato al New York Times di aver trovato “grappoli o schegge di metallo” appesi ai cavi dei comandi di volo che avrebbero potuto causare danni “catastrofici” se fossero penetrati nei fili.

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