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Cronache

Follie a Formia per l’eredità, 70enne uccide la cugina e il marito per l’eredità e poi si suicida

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L’ennesima lite tra le mura del palazzo di famiglia, in centro storico, da tempo conteso tra parenti. Poi uno di loro, un 70enne, prende la pistola e spara prima alla cugina di 67 anni e al marito 70enne, prima di togliersi la vita. C’era un contenzioso legato all’eredita’ alla base del duplice omicidio e del suicidio di un uomo a Formia, in provincia di Latina. I coniugi uccisi a colpi di calibro 22 erano due insegnanti in pensione, che da tempo erano rimasti soli assieme alla famiglia del loro cugino, anche lui un pensionato. Da diversi mesi tra loro c’erano dissapori legati all’eredita’ di alcuni immobili di famiglia, in particolare quegli appartamenti nel palazzo dove vivevano, in piazza Mattei, e alcuni negozi nello stesso centro storico di Formia.

Proprio durante uno dei tanti litigi all’interno dello stabile, Pasqualino Forcina ha impugnato una pistola sparando alla cugina Fausta. Il marito della donna, Giuseppe Gionta, e’ accorso nel tentativo di fermarlo, ma e’ finito anche lui nel mirino del 70enne, che lo ha ucciso nell’androne delle scale. Poi l’uomo si e’ suicidato con la stessa arma. L’episodio e’ avvenuto nel primo pomeriggio ma l’allarme e’ stato dato diverse ore dopo da una condomina. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Latina, che nelle prossime ore chiariranno tutti i contorni della vicenda. “Non avremmo mai potuto immaginare una cosa del genere – dicono alcuni formiani – Era una famiglia rispettabilissima e all’esterno non era mai emerso nulla. Anche se erano molto riservati, qui a Formia li conoscevano tutti”. Sotto choc anche alcuni ex alunni della coppia uccisa: “E’ assurdo, fino a qualche anno fa i prof Forcina e Gionta erano stati nostri insegnanti. Per noi dei punti di riferimento”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due persone, lo scorso novembre, si sarebbero avvicinate nel corso della notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sono stati fermati da un agente che era di sorveglianza all’esterno della abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano ‘Domani’ secondo il quale i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche al Procura della Capitale. Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

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