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“Ad occhi aperti”, Borrelli lancia il Napoli flash mob per dire stop alla delinquenza

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“Ad occhi aperti”: questo il nome dell’iniziativa pubblica lanciata al bar Gambrinus dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli assieme al conduttore radiofonico Gianni Simioli. La finalità è quella di costruire una rete di cittadini, comitati e associazioni che hanno voglia di spendersi nel contrasto all’inciviltà e al malcostume dilaganti nella nostra città. L’iniziativa, aperta a tutti, ha visto la partecipazione di tante realtà del territorio napoletano. Tanti i cittadini che hanno preso la parola per un breve intervento. 

“Oggi vogliamo da una parte proporre, dall’altra agire – esordisce Borrelli -, perché siamo un popolo che troppo spesso chiacchiera e poi non si impegna in modo concreto. Non possiamo continuare a tenere gli occhi chiusi dinanzi ad una deriva delinquenziale ed incivile che non ha precedenti”. Si parte dai piccoli gesti, dalla cicca di sigaretta gettata a terra.

“Non si deve pensare, come fanno tanti benaltristi, che i problemi di Napoli siano altri. Il piccolo gesto di buttare a terra i mozziconi è in realtà il preludio ad un sistema diffuso di inciviltà che si manifesta poi a tutti i livelli”. Una battaglia lunga, perché la mentalità e il sistema culturale e sociale di un popolo non si cambiano dall’oggi al domani, chiarisce il Consigliere dei Verdi. Tante le proposte e le segnalazioni arrivate dai cittadini, che si sono susseguite durante l’evento. C’è chi propone una maggiore e migliore illuminazione per i monumenti cittadini, al fine di riscattarli dal degrado creando attorno ad essi un’aggregazione positiva. Una studentessa denuncia invece la condizione di abbandono in cui versa l’asilo nido Marcellino a Forcella, di fronte al quale hanno di recente scaricato amianto e rifiuti ingombranti. Un ragazzo racconta invece di aver lanciato, tramite i social, la pagina “Prendi tre”: un invito a raccogliere da terra almeno tre bottiglie di plastica al giorno. E poi il plogging, un’idea che arriva direttamente dal Nord dell’Europa: correre raccogliendo plastica. Perché sono le persone comuni che, con piccoli gesti quotidiani, come formiche, contribuiscono al riscatto della città.

Borrelli ha poi lanciato proposte che intende portare avanti nei prossimi mesi. La prima prevede la sottrazione dei figli ai boss della camorra dopo uno o due anni dalla loro nascita, affinché non acquisiscano la cultura criminale dei genitori. “Quando mi dicono che il diritto della genitorialità è sacro – spiega – rispondo che per me è più importante il diritto di un minore a crescere in una famiglia sana. I dati ci dicono che il 95% dei figli dei camorristi seguono le orme dei genitori”. La seconda proposta prevede invece l’arresto per i parcheggiatori abusivi colti in flagranza di reato, il comma più importante, che mancava nella legge dell’allora ministro Matteo Salvini. “Una sana repressione – ci tiene a precisare il Consigliere Regionale – non significa vivere in uno stato di polizia, ma semplicemente che i delinquenti pagano per gli errori commessi”. Poi l’eliminazione del pedaggio della Tangenziale all’interno dell’area urbana napoletana, come avviene a Milano o a Torino, oppure l’istituzione di un prezzo politico, pari a 20 centesimi.

Infine pene più severe in materia di sversamento e roghi tossici sul territorio. Borrelli invita inoltre i cittadini a servirsi di quei parcheggi pubblici della città che hanno prezzi politici e nonostante ciò sono spesso inutilizzati come quello dinanzi al Palapartenope, il parcheggio di via Brin o quello dell’Ospedale del Mare. Infine l’invito ad utilizzare, come già in molti fanno, la sua pagina Facebook per denunce e segnalazioni, affinché diventi “uno strumento di pressione sociale e di videosorveglianza civica dei cittadini”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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