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Il Napoli è irriconoscibile, il Genoa porta a casa un bel pareggio

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Napoli Genoa per pochi intimi. Al San Paolo, complice anche il freddo e la pioggia, ci sono pochissimi tifosi. Non c’è Aurelio De Laurentiis in Tribuna. Il pubblico un po’ fischia e un po’ applaude la squadra. Qualche fischi in più ad Insigne. Striscioni rivolti sempre alla squadra per chiedere “rispetto”. Il match lo fa il Napoli sin dal primo minuto. Per 45 minuti, però, il Napoli non riesce ad impensierire la porta del Genoa. I genoani si sono fatto vedere più di una volta sotto la porta difesa da David Ospina, ma per fortuna o sono stati imprecisi o non hanno avuto i tempi giusti per mettere la palla in rete. Il Napoli nei primi 45 minuti è sembrato davvero irriconoscibile. Mai visto nulla di peggio in questi ultimi anni.  Insigne non pervenuto in campo. Non ha azzeccato una palla. Per lui, beccato in campo da salve di fischi, la situazione è difficilissima psicologicamente.

Secondo tempo col Genoa che parte a razzo e già al primo minuto un tiro a giro di Pandev di poco a lato. Passano pochi minuti e al 53 minuto è Pinamonti che batte a rete a pochi passi da Ospina, ma si oppone col corpo Hysaj. Al minuto 61 ancora una occasionassima per il Genoa. Pinamonti va di piattone per mettere in rete, ma Koulibaly salva miracolosamente. Il Napoli è una squadra fantasma. Ancelotti tira fuori Insigne per far posto a Llorente negli ultimi 25 minuti. L’uscita dal campo di Insigne è accompagnato da fischi. La partita non cambia. Il Napoli non c’è, il Genoa è una squadra assai modesta e solo per questo  motivo non riesce a fare gol. Al minuto 86 azione da gol del Napoli, l’unica limpida. Cross da destro di Di Lorenzo, incorna Lozano, il portiere del Genoa fa un miracolo. Al minuto 90 Di Lorenzo va giù in area, l’arbitro e il Var giudicano l’azione regolare. Al triplice fischio finale il San Paolo copre di fischi il Napoli. È il punto più basso del Napoli degli ultimi anni. Una pena il gioco.

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Pioli più lontano, forse è Conte il nuovo allenatore del Napoli

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La panchina del Napoli potrebbe presto vedere un cambio significativo con due grandi nomi del calcio italiano in lizza per il ruolo di allenatore capo: Antonio Conte e Stefano Pioli. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha un chiaro favorito tra i due: l’ex allenatore di Inter e Juventus, Antonio Conte, considerato l’uomo ideale per avviare un nuovo ciclo vincente al club.

Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, De Laurentiis è disposto a offrire a Conte un contratto triennale con un compenso sostanzioso e piena libertà di manovra sul mercato, nella speranza di sedurre il tecnico toscano, che sembra attendere offerte da club di maggior prestigio europeo.

Nonostante l’interesse per Conte, il Napoli non ha escluso altre opzioni. Stefano Pioli, che recentemente sembrava perdere terreno, rimane una valida alternativa. Anche Gian Piero Gasperini è stato menzionato come possibile candidato, sebbene per ora rimanga solo un’ipotesi.

Il Napoli, dopo una stagione al di sotto delle aspettative, è alla ricerca di un rinascimento che possa rinvigorire la squadra e riacquistare la fiducia dei tifosi. La rosa attuale è considerata competitiva, e Conte, se dovesse accettare l’incarico, ha richiesto di mantenere i giocatori chiave, ad eccezione di quelli in partenza come Zielinski e Osimhen.

Il futuro allenatore del Napoli avrà il compito di ripristinare il morale e ottimizzare le prestazioni di una squadra che, nonostante le difficoltà, lotta ancora per un posto nelle competizioni europee. La decisione finale sull’allenatore sarà probabilmente annunciata al termine della stagione, quando il club avrà un quadro più chiaro delle sue prospettive europee e potrà pianificare con maggiore certezza il futuro.

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Tennis, Masters 1000 di Madrid: Sinner troppo forte per l’amico Sonego

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Esordio vincente per Jannik Sinner al Masters 1000 di Madrid. L’altoatesino, n.2 del ranking e testa di serie n.1, nel derby azzurro con Lorenzo Sonego, si è imposto con un perentorio 6-0 6-3 in un’ora e otto minuti di gioco. Al terzo turno Sinner affronterà il vincente del match tra il russo Pavel Kotov e l’australiano Jordan Thompson.

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Cambi panchine e stagione no, la Salernitana saluta la A

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La retrocessione in serie B della Salernitana, sancita dalla sconfitta di questa sera per 3-0 a Frosinone, era sembrata, da tempo, un film dal finale già scritto. Ma ora che anche la matematica ha spazzato via le ultime speranze, l’amarezza e lo sconforto hanno preso il sopravvento perfino sulla rassegnazione. Dopo tre stagioni consecutive, Salerno saluta l’olimpo del calcio e si prepara a ripartire dalla cadetteria. Un epilogo che è diretta conseguenza di un’annata in cui nulla ha funzionato, e nella quale non è servito nemmeno cambiare quattro allenatori e due direttori sportivi per ritrovare la retta via. In difficoltà praticamente dall’inizio, la Salernitana ha probabilmente pagato (anche) il clima di grande confusione che si è creato sin dagli albori di una stagione sportivamente maledetta.

A giugno i contatti tra Paulo Sousa e il Napoli avevano acceso un primo focolaio, disinnescato a fatica e i cui strascichi si sono protratti nel tempo tra frecciate e veleni per un mercato che non è mai realmente decollato; a fine agosto, poi, i mal di pancia di Dia per la mancata cessione hanno lasciato intendere che qualcosa si stava per rompere. Il presidente Danilo Iervolino ha provato a rimescolare continuamente le carte ma senza riuscire a cambiare l’esito della partita. Gli avvicendamenti in panchina tra Paulo Sousa, Filippo Inzaghi, Fabio Liverani e Stefano Colantuono e il passaggio di consegue tra Morgan De Sanctis e Walter Sabatini non sono bastati per evitare la retrocessione.

A pesare è stato sopratutto il rendimento disastroso avuto nel 2024. Al giro di boa, infatti, i campani erano a soli due punti dalla zona salvezza. Ma la rivoluzione di mercato targata Sabatini (11 acquisti, tra cui gli esperti Boateng e Manolas) stavolta non è servita ad evitare il tracollo. Anzi. Nel nuovo anno la Salernitana non è mai riuscita a conquistare i tre punti, sprofondando all’ultimo posto e perdendo sempre più contatto dalla zona salvezza.

Fino ad arrivare all’epilogo di oggi allo ‘Stirpe’: Salerno torna in serie B. Alla proprietà, adesso, spetterà il compito di provare a rimettere insieme i cocci d’un vaso che è andato in frantumi, distruggendo un progetto sportivo che, soprattutto dopo lo scorso campionato (salvezza centrata con tre turni d’anticipo), sembrava destinato ad avere ben altre prospettive. Serviranno, adesso, nuova linfa e nuove idee, anche per onorare la passione di una piazza che è stata tra le poche note liete di questa annata fallimentare.

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