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Ville romane scavate nella cava della monnezza, a Terzigno c’è una seconda Pompei da scavare ma…

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Sarà inaugurata giovedì prossimo,  19 settembre, alle ore 11.00, la Mostra “Pompei oltre le mura – le ville di Terzigno all’ombra del Vesuvio”, allestita presso il MATT (Museo Archeologico Territoriale di Terzigno) in Corso Luigi Einaudi. La mostra espone reperti archeologici provenienti dalle ville di epoca romana, scoperte nell’area della cava Ranieri a Terzigno, seppellite dalla grande eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. Reperti che erano stati sepolti anche sotto tonnellate di monnezza sversata anche dallo Stato italiano nei momenti di emergenza rifiuti a Napoli non solo sul Vesuvio, dunque in un’area di interesse naturalistico e paesaggistico senza pari, ma anche in una zona archeologica molto ricca, assai interessante e pochissimo ispezionata. Quell’area di Terzigno potrebbe nascondere, per ricchezza delle ville già scavate, una seconda Pompei. L’interesse del sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, è quello di reperire fondi e suscitare l’attenzione della comunità scientifica per l’area della cava Ranieri dove ci sarebbero molte ville da scavare e una nuova Pompei sommersa dalla grande eruzione del 79 a.C. che potrebbe diventare un sito archeologico satellite di quello già ben tenuto e frequentato da oltre 3milioni di visitatori annui a valle del Vesuvio. Una area archeologica che sarebbe il volano di un nuovo sviluppo economico per una zona bellissima che andrebbe preservata da altre forme di speculazione e valorizzata sia per la bellezza paesaggistica e naturalistica sia per i suoi tesori archeologici sommersi persino sotto le discariche dello Stato. Discariche che il giovane sindaco Ranieri, un po’ alla volta, con molta pazienza e non senza farsi molti nemici, sta bonificando con fondi del ministero dell’Ambiente e della Regione Campania. Ripetiamo, parliamo di discariche dello Stato. Poi ci sono altri siti da bonificare che sono quelliche hanno alimentato un business di mafia.

Ma torniamo alla Mostra. Nelle sale del MATT, ex mattatoio comunale ristrutturato del Comune di Terzigno, che ha fatto uno sforzo enorme per questa attività, troveranno posto intere pareti affrescate e reperti rinvenuti nelle ville denominate “Villa 1”, “Villa 2” e “Villa 6” venute alla luce durante le varie campagne di scavo.

I reperti e gli apparati decorativi parietali, inquadrabili nelle pitture di II stile con suggestive rappresentazioni di prospettive architettoniche, sono stati oggetto di restauro da parte della Soprintendenza di Pompei, attualmente Parco Archeologico di Pompei. Alcuni di questi sono stati esposti in altre mostre allestite in varie parti del Mondo, come in Giappone, America e numerosi eventi in Europa. In particolare si potrà ammirare la pittura del Larario, rinvenuto nell’ambiente cucina della “Villa 6” con la rappresentazione dei due lari e del Genio sacrificante e con la raffigurazione di due serpenti che si avvicinano ad un piatto di offerte.

La Mostra Archeologica, cofinanziata dall’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, col presidente Agostino Casillo molto vicino a queste iniziative che valorizzano l’intero parco, consentirà di riscoprire la bellezza dei luoghi e delle opere, oltre che far conoscere aspetti significativi della vita in epoca romana nelle ville di campagna presenti nel territorio della periferia dell’antica Città di Pompei e il rapporto degli abitanti con il fertile vulcano. Per l’occasione l’Ente Autonomo Volturno (EAV) ha voluto testimoniare l’importanza dell’inaugurazione di una Mostra così significativa per il Territorio vesuviano con un treno storico, che partirà dalla stazione di Napoli – Porta Nolana diretto a Terzigno e ritorno (Info: matt@comunediterzigno.gov.it).

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A New York si commemorano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

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Una giornata speciale per i ragazzi delle medie e delle superiori per commemorare due simboli della lotta alla mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel triste anniversario della Strage di Capaci. L’appuntamento si è svolto presso la Scuola d’Italia di New York Guglielmo Marconi, guidata da Michael Cascianelli. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono solamente nomi nella storia italiana, ma incarnano valori di coraggio, integrità e impegno civico. Per far comprendere appieno il significato di queste figure agli studenti della Scuola d’Italia Guglielmo Marconi, è stato organizzato un incontro con due esperti del campo: il Professore Antonio Nicaso e il Professore Rosario G. Scalia.

Il Professore Nicaso, storico delle mafie e autore di varie opere sull’argomento, ha condiviso con gli studenti la sua vasta esperienza e aneddoti privati, invitandoli a guardare al futuro con ambizioni elevate e a non scendere mai a compromessi di fronte alle mafie. L’incontro è stato condotto dal Professore Scalia, professore del dipartimento di Italiano alla Rutgers – State University of New Jersey, che ha moderato l’evento e ha portato anche una testimonianza personale, ricordando la sua infanzia a Catania e l’ombra costante della mafia che aleggiava sulla città. Ha evidenziato come frasi dette dai genitori come “stai tranquillo che i mafiosi si uccidono solo tra loro” per tranquillizzare i propri figli, o “ci si uccide solo al sud” o “solo in Italia” abbiano contribuito a creare una distanza emotiva e fisica dalle persone nei confronti della mafia. Ha invitato gli studenti a non voltare le spalle alla realtà, ma ad affrontarla con coraggio e determinazione, senza mai fare un passo indietro.

L’incontro, coordinato dalla Professoressa Cristiana Grassi, ha suscitato grande interesse e partecipazione da parte degli studenti, dimostrando l’importanza di educare le giovani menti alla consapevolezza civica e alla lotta contro ogni forma di criminalità. La morte di Falcone e Borsellino ha avuto un impatto profondo non solo in Italia, ma anche oltre confine. Negli Stati Uniti, Giovanni Falcone è ricordato come un eroe, anche dall’FBI. Una statua eretta a Quantico, sede dell’FBI, testimonia il rispetto e l’ammirazione che gli americani nutrono per il giudice italiano. La relazione tra Stati Uniti e Falcone si consolidò durante il celebre caso “Pizza Connection” durante gli anni del Maxiprocesso di Palermo. Oggi, la collaborazione tra Italia e Stati Uniti nel campo della lotta alla criminalità organizzata prosegue su queste solide basi, dimostrando che l’eredità di Falcone e Borsellino continua a essere una fonte di ispirazione nel cammino verso una giustizia globale e una cooperazione internazionale più stretta.

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Carabinieri: prima confisca e conversione in euro di monete digitali sottratte a napoletani

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La Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria ha completato con successo la prima operazione di conversione in euro di beni confiscati in monete digitali. L’attività è conseguente al sequestro di Bitcoin e Monero, per un controvalore di circa 11mila euro, avvenuto a gennaio 2023, quando la Prima Sezione Operativa di Roma e la Sezione Criptovalute hanno eseguito otto misure cautelari nei confronti di individui, tutti residenti a Napoli, sospettati di appartenere ad un gruppo criminale dedito alla contraffazione valutaria. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli e condotte con la collaborazione di Eurojust ed Europol, fanno parte di un ampio contesto investigativo iniziato nel 2018, mirato a smantellare una rete di distribuzione di banconote contraffatte attraverso il Darkweb, canali Telegram e il trasferimento di criptovalute come Bitcoin e Monero su wallet dedicati. Lo rende noto un comunicato dell’Arma.

“Nel corso delle operazioni le criptovalute sequestrate – in particolare Monero e Bitcoin, spiega la nota – erano state trasferite dalla Sezione Criptovalute su portafogli dedicati, attraverso l’uso di tecniche e software sviluppati direttamente dal Reparto Specializzato dell’Arma che consentono la creazione dei wallet garantendo, oltre ad una elevata sicurezza, anche una gestione particolare delle chiavi private e/o seed phrase. L’approccio utilizzato dalla Sezione Criptovalute assicura che nessun singolo operatore possieda la conoscenza completa della chiave privata, eliminando così un punto critico di vulnerabilità e aumentando significativamente la protezione contro gli attacchi informatici”.

“Le criptovalute, oggetto di sequestro, sono state confiscate con decreto emesso dall’Autorità Giudiziaria di Napoli la quale – prosegue la nota – ha disposto la conversione e il trasferimento al Fondo Unico di Giustizia. Pertanto, i Carabinieri della Sezione Criptovalute unitamente a personale dell’Exchange italiano Young Platform nominato appositamente ausiliario di polizia giudiziaria per procedere alla conversione, hanno provveduto al trasferimento e cambio in euro per il successivo deposito al Fug delle somme oggetto della confisca”. “La peculiarità di questa operazione non risiede solo nel suo successo e nella sua natura pionieristica, ma anche nel modo in cui dimostra l’efficacia dell’Arma dei Carabinieri nello svolgere operazioni altamente specializzate anche con le nuove tecnologie finanziarie. L’Arma dei Carabinieri, sempre attenta e vigile nelle indagini sul sensibile tema del Cybercrime, ha svolto recentemente il primo corso di perquisizione e sequestri di valute digitali presso l’Istituto Superiore Tecniche Investigative di Velletri, con il quale ha formato 25 operatori già specializzati in indagini telematiche”, conclude la nota.

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Reddito cittadinanza, presi altri 63 beneficiari e denunciati per truffa

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Sono 63 le persone che in provincia di Foggia sono state denunciate per aver indebitamente conseguito il reddito di cittadinanza, per un ammontare complessivo di 691 mila euro. Tra quelle individuate dai finanzieri del comando provinciale di Foggia negli ultimi due mesi ci sono i componenti di un intero nucleo familiare, che vive sul Gargano, e che avrebbero presentato istanze per ottenere il reddito di cittadinanza, allegando una dichiarazione sostitutiva mancante dell’indicazione dell’esatta composizione del nucleo familiare, che ha consentito loro di ricevere indebitamente oltre 21.400 euro. I controlli hanno interessato tutto il territorio provinciale, in particolare Cerignola, San Severo, Vieste e San Nicandro Garganico. I 63 beneficiari sono stati segnalati alla direzione provinciale Inps per la sospensione del sussidio. Numerose le irregolarita’ riscontrate dalle Fiamme gialle: dalla mancanza del requisito della residenza effettiva nel territorio nazionale alle mendaci dichiarazioni inerenti alla composizione del nucleo familiare, dall’omessa dichiarazione dello svolgimento di attivita’ lavorative, in diversi casi anche esercitate in nero, alla perdita del diritto al beneficio in conseguenza dello stato di detenzione.

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