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Programma M5S-Pd, stop all’aumento dell’Iva e spinta green

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Pd e M5s lavorano a un governo che guardi lontano quasi quattro anni, quelli che mancano alla fine della legislatura. Ma il test sulla ragion d’essere del Conte bis (o Conte due) ci sara’ subito. Il compito principale del nuovo esecutivo sara’ trovare 23 miliardi per scongiurare l’aumento dell’Iva che, altrimenti, dal primo gennaio 2020 passera’ dal 10% al 13% e dal 22% al 25,2%. Solo dopo viene il resto del programma. I due promessi alleati vanno d’accordo sulla necessita’ di una svolta green e di un taglio del cuneo fiscale, accompagnato da una piu’ decisa lotta all’evasione. Queste sono le fondamenta. Il resto verra’ costruito sopra. “Ho registrato una consonanza tra M5S, Pd e altre forze di centrosinistra sugli obiettivi da raggiungere” ha detto Conte in un videomessaggio, prima di elencare i punti della manovra economica, come il salario minimo orario, una politica di incentivazione delle nascite, la riduzione delle tasse. Il nuovo governo si muovera’ nel perimetro delle regole Ue, ma “saremo in prima fila per contribuire ad adeguare il Patto di stabilita’ e di crescita al nuovo ciclo economico”, ha ribadito Conte. Il premier vuole anche “una giustizia piu’ efficiente, il rispetto delle istituzioni e della legalita’”. Il confronto fra dem e pentastellati era partito da elenchi di diversa forma e lunghezza: cinque gli obiettivi indicati dal Pd, dieci poi diventati venti quelli del M5s. Ma, alla fine, una prima sintesi e’ stata raggiunta. Il responsabile economia del Pd, Antonio Misiani, ha individuato alcuni punti di sicura convergenza, come il taglio delle tasse ai lavoratori dipendenti, l’impegno a “incentivare l’investimento delle famiglie nell’istruzione dei figli” e per un cambio nelle politiche sull’immigrazione. Per adesso, piu’ che di punti dettagliati, si tratta di macro-obiettivi. Che non sempre le due forze traducono allo stesso modo. In tema immigrazione, Pd e M5s sembrano concordare su una rivisitazione dei decreti sicurezza per recepire le osservazioni del Colle. Ma i dem andrebbero anche piu’ in la’, con la cancellazione delle norme firmate da Salvini e una nuova legge sull’immigrazione, mentre i Cinque Stelle sono cauti. Le due forze politiche sono d’accordo anche sulla necessita’ di ragionare di taglio dei parlamentari. Ma se il M5s vorrebbe approvare subito in quarta e definitiva lettura la legge che prevede 345 seggi in meno, il Pd chiede piu’ tempo, per accompagnare la riforma con una revisione della Legge elettorale. Anche sulla svolta green, punto fermo del nascituro governo, le visioni non sono sempre univoche. Il M5S dice basta nuovi inceneritori e stop a nuove concessioni sulle trivelle. I dem parlano di un fondo da 50 miliardi per investimenti verdi, propongono di premiare le imprese che promuovono una riconversione. C’e’ poi il convitato di pietra. Il tema Tav, che ha innescato la caduta del governo gialloverde, perche’ il M5S e’ contrario e la Lega a favore. Con la nuova maggioranza il nodo non e’ sciolto: anche il Pd e’ a favore.

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Ayrton Senna, trent’anni dopo: un mito e una bella persona

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Scusate il ritardo ma dopo trent’anni parlare di Ayrton che non c’è più a me fa ancora male. Soprattutto non mi piace celebrare una scomparsa. Per questo arrivo solo il giorno dopo.
L’ho conosciuto che correva in Formula Ford, si chiamava Ayrton Senna da Silva ma poi ha scelto di portare solo il cognome di sua madre, di origini napoletane e l’ho seguito durante la sua carriera, mi ha regalato molti scoop emozionanti ma il giorno che è morto non ero a Imola perché avevo l’esame di subacquea. E chi se la dimentica quella giornata: ero appena uscita dall’acqua per la prova per il brevetto open, ero a Sant’Angelo, nella mia Ischia. I miei colleghi sub mi dissero: vedi che Senna ha avuto un brutto incidente. Tornai di corsa a casa di mio fratello dove stavo in quei giorni ed accesi la tv giusto quando annunciarono che Ayrton era morto. E da allora io non me la sento di vedere la Formula 1.

Senna

Ogni volta ci provo ma troppi ricordi affollano la mia mente: Ayrton che pulisce il casco mentre siamo seduti sulle gomme nella prima intervista. Che mi fa entrare mentre sta girando uno spot pubblicitario a dispetto dello sponsor. Che si concede alle mie domande per l’Europeo mentre non parla con gli altri. Che telefona con me al mio direttore di allora, Marcello Sabbatini. E quando mi offre un suo pass per entrare al GP di Francia… E l’ultima intervista quando tutti dicevano che si sarebbe ritirato… E poi ai box suo fratello, mamma Joanna, l’impegno nel sociale per aiutare i bimbi sfortunati, la pastasciutta e quel messaggio registrato per un ragazzino ricoverato in coma all’ospedale di Imola . “Ana, non lo scrivere”, mi disse allora: pudico sempre quando faceva qualcosa per aiutare gli altri. Faceva tanto bene ma non lo diceva a nessuno. Una perdita vera, non solo per l’ automobilismo (un mondo al quale stava diventando scomodo quale paladino della sicurezza) e per la sua famiglia, ma per tutti, perché era un esempio positivo. Addio, Ayrton. Trent’anni dopo, un ricordo immutato.

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Tennis, infortunio all’anca: Sinner si ritira dal Madrid Open

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Il mondo del tennis è stato colpito da una notizia improvvisa durante il Masters 1000 di Madrid, con il numero due delle classifiche mondiali, Jannik Sinner, costretto al ritiro a causa di un infortunio all’anca destra. Questo ha dato il via libera per la semifinale al suo avversario, il talentuoso canadese Felix Auger-Aliassime, con cui avrebbe dovuto competere domani.

Il comunicato ufficiale del torneo, pubblicato su X, ha confermato il ritiro di Sinner e ha sottolineato che il giovane talento non sarà in grado di scendere in campo per l’incontro di quarti di finale contro Auger-Aliassime. Questo evento è avvenuto pochi minuti dopo che il numero tre del mondo e due volte campione a Madrid, Carlos Alcaraz, è stato eliminato nei quarti di finale da Andrey Rublev con il punteggio di 4-6 6-3 6-2.

“È molto triste dovermi ritirare dalla mia prossima partita qui a Madrid, scrive Sinner. La mia anca mi ha dato fastidio questa settimana e sta lentamente diventando più dolorosa. Seguendo il consiglio dei medici abbiamo deciso che era meglio non giocare oltre e peggiorare la situazione”.

L’infortunio di Sinner ha gettato un’ombra sulle prossime fasi del torneo, lasciando spazio a domande sulla sua pronta guarigione e sulla sua partecipazione futura agli eventi. Nel frattempo, gli appassionati del tennis aspettano con trepidazione gli incontri che seguiranno, con Fritz e Cerundolo pronti a scendere in campo, mentre domani si svolgerà la sfida attesa tra Medvedev e Lehecka.

Questo infortunio rappresenta una delusione per i fan di Sinner, che avevano sperato di vederlo competere al massimo delle sue capacità in questo torneo di prestigio. Tuttavia, l’attenzione ora si sposta sulla sua salute e sul suo recupero, con l’auspicio che possa tornare più forte che mai sulle scene del tennis mondiale.

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Fini condannato a 2 anni e 8 mesi per casa a Montecarlo

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Una operazione immobiliare dai contorni opachi e dietro la quale, secondo il tribunale di Roma, si nascondeva una attività di riciclaggio di denaro. Dopo sette anni dalla richiesta di rinvio a giudizio arriva la sentenza di primo grado per la vicenda legata all’acquisto di un appartamento a Montecarlo, al numero 14 di Boulevard Princesse Charlotte. I giudici della quarta sezione collegiale, dopo circa due ore di camera di consiglio, hanno condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, a 5 anni la sua compagna Elisabetta Tulliani. Il tribunale ha inoltre inflitto 6 anni a Giancarlo Tulliani, 5 anni al padre Sergio e 8 anni a Rudolf Theodor Baetsen. Il tribunale ha sostanzialmente recepito l’impianto accusatorio della Procura di Roma che ai cinque muove l’accusa riciclaggio.

A Fini, che era presente in aula, i magistrati contestano “la condotta relativa all’autorizzazione alla vendita dell’appartamento” escludendo l’aggravante e riconoscendogli le attenuanti generiche. “Non ho autorizzato la vendita dell’abitazione di Montecarlo ad una società riconducibile a Giancarlo Tulliani. Quando ho dato l’ok non sapevo chi fosse l’acquirente” ha commentando l’ex presidente della Camera lasciando la cittadella giudiziaria della Capitale che ha poi aggiunto: “me ne vado più sereno di quello che si può pensare dopo 7 anni di processo. Ricordo a me stesso che per analoga vicenda una denuncia a mio carico fu archiviata dalla procura di Roma. Dopo tanto parlare, dopo tante polemiche, tante accuse, tanta denigrazione da un punto di vista politico sono responsabile di cosa? Di aver autorizzato la vendita. Non mi è ben chiaro in cosa consista il reato”. La difesa dell’ex parlamentare annuncia il ricorso in appello sostenendo che il tribunale ha riconosciuto nei suoi confronti una sorta di “concorso morale” nell’attività illecita.

L’accusa prevista dall’articolo 648 bis del codice penale era l’unica fattispecie contestata nel processo dopo che nell’udienza del 29 febbraio scorso i giudici avevano dichiarato prescritta l’associazione a delinquere, reato che coinvolgeva altri imputati ma non Fini. La prescrizione era legata alla esclusione dell’aggravante della transnazionalità. Nel corso del procedimento è intervenuta anche la compagna di Fini che nel corso di brevi dichiarazioni spontanee aveva di fatto scaricato le colpe sul fratello Giancarlo.

“Ho nascosto a Fini la volontà di mio fratello di comprare la casa di Montecarlo. Non ho mai detto a Fini la provenienza di quel denaro, che ero convinta fosse di mio fratello – ha affermato visibilmente commossa la donna nel corso dell’udienza del 18 marzo scorso-. Il comportamento spregiudicato di mio fratello rappresenta una delle più grandi delusioni della mia vita”. Inizialmente il processo vedeva imputate, come detto, anche altre ‘posizioni’, tra cui il ‘re delle Slot’ Francesco Corallo e il parlamentare Amedeo Laboccetta, per le quali è stata riconosciuta la prescrizione. Secondo l’iniziale impianto accusatorio dei pm della Dda capitolina gli appartenenti all’associazione a delinquere hanno messo in atto, evadendo le tasse, il riciclaggio di centinaia di milioni di euro. Quel fiume di denaro, una volta ripulito, è stato utilizzato da Corallo per attività economiche e finanziarie ma anche, è la convinzione degli inquirenti, in operazioni immobiliari che hanno coinvolto i membri della famiglia Tulliani.

Gli accertamenti della Procura hanno riguardato, quindi, anche l’appartamento di Boulevard Principesse Charlotte, finito poi nella disponibilità di Giancarlo Tulliani che attualmente vive a Dubai da latitante. L’appartamento monegasco, secondo quanto accertato, sarebbe stato acquistato da Tulliani junior grazie ai soldi di Corallo attraverso due societa’ (Printemps e Timara) costituite ad hoc. Il coinvolgimento di Fini nell’inchiesta è legato proprio al suo rapporto con Corallo. Un rapporto, per la procura, che sarebbe alla base del patrimonio dei Tulliani. Quest’ultimi per gli inquirenti avrebbero ricevuto su propri conti correnti ingenti somme di danaro riconducibili a Corallo e destinati alle operazioni economico-finanziarie dell’imprenditore in Italia, Olanda, Antille Olandesi e Principato di Monaco.

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