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Macerie, sfollati, disoccupati e nulla di ricostruito: il sottosegretario Crimi però dice che farà qualcosa per Ischia col prossimo governo: già sa che ne farà parte?

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Da due anni esatti aspettano che si cominci a rimuovere le macerie. Ad abbattere quello che è rimasto in piedi e non è più recuperabile dopo il terremoto di due anni fa. Si riaprano tutte le strade nella zona del Maio dei Fango, tra Casamicciola e Lacco Ameno, sull’isola d’Ischia. Potremmo sprecare aggettivi squalificativi per dire della distanza tra promesse fatte e opere compiute. Ma davvero non c’è alcun paragone da fare. Non è stato fatto nulla. Due anni dopo il nulla a Ischia è tornato il sottosegretario a Palazzo Chigi, Vito Crimi. Lui si è occupato di Ischia per un anno, dal giugno del 2018. Prima c’era il governo Gentiloni. Anche lui non ha fatto nulla o quasi. Ma ieri, nella giornata del ricordo delle vittime, dei feriti, degli sfollati che a centinaia ancor sono alloggiati in alberghi, Crimi c’era a confermare l’impegno che avrebbe fatto qualcosa per Ischia. Che cosa? Proprio ora che è caduto il governo? E qui Crimi, suo malgrado, ci fornisce una notizia: “Confermo il mio impegno per la ricostruzione delle zone terremotate di Ischia, se sarò ancora sottosegretario o in qualsiasi altro ruolo ricoprirò col prossimo governo”. Cioè Crimi già sa che lui sarà nel prossimo governo che nascerà.

Vito Crimi in piazza Maio, a Casamicciola, parlando durante la cerimonia organizzata a due anni esatti dal sisma che sull’isola d’Ischia fece due vittime, provoco’ 43 feriti e migliaia di sfollati. Dopo la messa in suffragio di Lina e Marilena officiata da don Gioacchino su un palco all’aperto in localita’ Fango di Lacco Ameno, le centinaia di ischitani e le numerose personalita’ istituzionali, tra cui il commissario straordinario per la ricostruzione Carlo Schilardi, hanno raggiunto con una fiaccolata che ha attraversato i luoghi del sisma l’epicentro del disastroso evento, piazza Maio, localita’ gia’ colpita dal terremoto del 1883; qui alle 20.57 in punto il suono della tromba ne “Il silenzio”. “Dobbiamo restare insieme noi ischitani che dopo il sisma abbiamo saputo essere una comunita’”, le parole del sindaco di Forio, Francesco Del Deo, che ha poi aggiunto: “Siamo stati feriti non solo dal sisma ma anche da chi ha strumentalizzato l’evento per attaccarci sul tema dell’abusivismo”. “Sono orgoglioso di essere casamicciolese”, ha affermato Giovanbattista Castagna, primo cittadino di Casamicciola, il comune piu’ colpito, “ringrazio le istituzioni, le forze dell’ordine e la Protezione Civile per quanto fatto per noi, sappiate che nella vita non basta nascere, bisogna anche saper rinascere ed il nostro comune rinascera’”. Ha ricordato con emozione e partecipazione la notte ed i giorni successivi dell’emergenza Angelo Borrelli, il capo della Protezione Civile che ha lavorato fianco a fianco per settimane sull’isola con i sindaci, ricevendo per il suo impegno la cittadinanza onoraria del comune casamicciolese e che ha sottolineato come il nostro Paese abbia bisogno di una legge ad hoc per la gestione unitaria delle emergenze sismiche, che permetta di accelerare i tempi degli interventi di soccorso e ricostruzione consentendo di uniformare i procedimenti che portano alla nomina dei commissari ed allo stanziamento dei fondi. “Nel caso del sisma di Ischia si e’ fatto tanto anche grazie ad una piena sinergia istituzionale”, le parole del vice prefetto Luca Rotondi, mentre il vice presidente della Giunta regionale Fulvio Bonavitacola ha affermato: “Ischia e’ un luogo speciale, dove si fondono bellezze ed eccellenze straordinarie e che merita il massimo dei nostri sforzi per la ricostruzione delle zone colpite. La regione fara’ la sua parte tenendo presente che bisognera’ procedere nel rispetto della legge, il tema della regolarita’ edilizia e’ ancora irrisolto ed il quadro presenta ancora incongruenze ma si puo’ rimediare”.(

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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